alba a pierino

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martedì 11 settembre 2012

c'ero


Parco delle Cascine, Firenze.
Si sta svolgendo la festa democratica regionale e metropolitana, festa nazionale dell'informazione e della cultura.


Sotto al tendone che copre il palco centrale gremito in ogni suo posto a sedere, ed oltre, Francesco Guccini, punzecchiato da Sergio Staino, e seguendo, più o meno, le domande di un giornalista di cui adesso non ricordo il nome, ma che scrive di cinema, racconta la sua infanzia e la sua giovinezza, per raccontare il suo "dizionario delle cose perdute".
Affabula con la sua narrazione per aneddoti prima che per storie, per sapori prima che per immagini, per odori prima che per dolori.



Ad un certo punto chiede che ore sono, come per dire di aver pensato di aver parlato abbastanza.
Allora il giornalista scende tra il pubblico, e da il microfono per alcune domande.
Ci sono spettatori di tutte le età.


Gli vengono fatte un paio di domande, il tema è principalmente politico. D'altronde, sul finire, Staino lo porta a svelare l'arcano.
Guccini svela di essere nato democristiano, e di non essere mai stato comunista, ma senz'altro di sinistra.
Quindi le prime domande ne risentono molto, di un certo smarrito silenzio che aveva da poco avvolto il tendone.


La terza domanda tocca a me.
Ci siamo visti con Francesco, lo scorso mercoledì, alla CaciOsteria di Pavàna, e come promesso sono qui.
Guccini mi interrompe subito:
Se sento dire di nuovo Pavàna, io mi alzo e vado via. Si dice Pàvana.
Chiedo scusa, e correggo l'accento. Pàvana. - riconquistata così la sua attenzione, continuo - Io ho quarantasei anni, e tutte le cose raccontate nel tuo dizionario io ho avuto modo di assaporarle, per lo meno, tutte. Ma di quelle attese, di quelle speranze di cui avete parlato, chi è che si è mangiato tutto.—.
Non so se è stato per l'ora, però neanche tanto tarda, per le domande sul comunismo, sull'aver pubblicato con la berlusconiana Mondadori, oppure infastidito dalla posizione dell'accento...
O, io non faccio mica il sociologo. Io c'ho un'idea su questa crisi, ma è una storia... Troppe cose insieme...—, ed altro.

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