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Il 5 maggio scorso avevo iniziato a riproporre "Frammenti", una collana di foto-pensieri in cui raccoglievo/raccontavo dei segni che fossero capaci di rappresentare il varco della data del cambio del millennio.
Il primo numero aveva per titolo "MATTONI", e nella contrapposizione-complementarietà tra l'uomo e la natura, che giudicavo quale sintesi della vita e della società in termini globali della fine del millennio, rappresentava l'uomo.
In questo secondo numero, per rappresentare la natura, mi soffermai sulle "NUVOLE".
Quanto, con il suo costruire
Il secondo numero di "FRAMMENTI" lo pubblicai nel mese di giugno del 1995.
La presentazione avvenne nella libreria "il Barbagianni" di San Miniato.
primi pensieri
Una natura sempre capace di creare e ricrearsi.
Parlando con un amico del mio attuale progetto, di questa serie di frammenti, la cui raccolta consegnarla come memoria al millennio che sta per affacciarsi difronte a noi, gli prospettai la mia idea di parlare, in questa seconda uscita, delle nuvole. Questo mio amico subito mi obiettò: — A quale scopo? Nel tremila credi che non ci saranno più nuvole? —. L'obiezione mi colpì, veramente, ed è stata la svolta alla mia idea di rappresentare questa manifestazione della natura.
La presenza, anche nel terzo millennio, di nuvole multiformi, era per me un sicuro presupposto, ma non avevo pensato, con precisa intenzione, di dare alle immagini che avrei realizzato, una collocazione ambientale quanto più possibile visibile. Dovevo cioè dare alle nuvole la possibilità di legarsi ad un'elemento ambientale che le rendesse non tanto databili, ma riconoscibili in quanto aventi un legame col soggetto necomponeva assieme l'immagine.
Partendo da un'idea base di rappresentare la natura, quale elemento interdipendente, ma sostanzialmente contrapposto all'uomo, da presentare quale prima risposta al primo frammento, i mattoni di prima uscita, ho scelto le nuvole. Il nuovo percorso dove i foto-frammenti di questa collezione, si muove infatti su questa contrapposizione-complementarietà uomo e natura. Ed ho scelto le nuvole, perché mi interessava mostrare una natura sempre nuova, mutevole sull'istante, sempre capace di creare e ricrearsi. Una natura che è capace di rinnovarsi, senza alcuna possibilità di controllo.
La nuvola si forma, si muove, si manifesta e si dissolve senza che l'uomo la possa in qualche modo controllare. O almeno possiamo, o ci piacerebbe, crederlo. Infatti c'è chi è pronto ad obiettare anche su questa, che può sembrare una palese evidenza. Si può mettere in correlazione al movimento e la natura delle nubi, all'attività dell'uomo? Sì, si può.
Le emissioni nell'atmosfera di gas prodotti dalle attività umane sono alla base di una diffusissima opinione che li addita come causa di un surriscaldamento dell'atmosfera terrestre che gli studiosi stanno registrando, con crescita progressiva, in questi ultimi decenni. Se quindi consideriamo correlato all'attività dell'uomo questo aumento della temperatura media della nostra atmosfera, questo mutamento climatico ha senza dubbio influenza sulla formazione delle nubi.
Maggior calore si lega proporzionalmente, quale effetto collegato, a maggior evaporazione. Maggior evaporazione sta a significare una maggiore possibilità di formazione di gruppi nuvolosi, che vanno a concentrarsi dove le correnti in quota si dirigono. La direzione di questi gruppi nuvolosi è a questo punto anch'essa influenzata, per effetto, dal maggior surriscaldamento dell'atmosfera, in quanto, va considerato, è provocato dall'attività di uomini che abitano una limitata area del pianeta.
Ciclicamente, nella storia dell'uomo, si sono ricordati periodi di siccità e di estrema piovosità. Con alluvioni spesso molto più catastrofiche di quelle che noi abbiamo vissuto o che ci viene raccontato per esperienza diretta. La situazione idro-ambientale del nostro territorio era senz'altro diversa, ma non per questo sempre migliore. E' infatti importante ricordare a tale proposito che fino a non più di qualche secolo fa, soprattutto la nostra regione, la Toscana, era costellata da tutta una serie di zone cosiddette umide, che rappresentavano un notevole e pericoloso focolaio di natura igienica e sanitaria.
Le zone paludose di Fucecchio e Bientina, a noi molto vicine, ma altre zone come la Val di Chiana o la Maremma grossetana avevano una natura idrogeologica ostile alla presenza dell'uomo. Se con il suo sviluppo l'uomo è riuscito a gestire anche questi territori, nel trarne i vantaggi, ne ha poi subito gli svantaggi. Va infine considerato che è stato lo stesso sviluppo dell'uomo ad accrescere l'entità dei danni che egli stesso può subire.
Questo non solo perché imbrigliando la natura dentro a dei limiti, essa sembra provocare ancor più danno quando si manifesta nella sua piena forza, ma soprattutto perché oggi l'uomo di fianco e sopra alla natura ha costruito un valore ben più grande di quello che qualche secolo fa era stato capace di costruirci. In conclusione mi sbilancio nell'affermare che la natura fa comunque il suo solito corso, è l'uomo che subisce più danni perché espone ad essa un maggior valore.
Ma se vogliamo continuare ad affermare che il clima terrestre sta mutando, a seguito del mutato sviluppo umano, posso tranquillamente dire che, sicuramente, nel terzo millennio ci saranno delle nuvole ad attraversare il cielo, e che esse potranno essere diverse da quelle che in questi giorni sono passate sopra di noi. Se non altro nella forma e nel colore, oltre che all'ubicazione spazio-temporale.
pensieri in foto
Il nuovo percorso dove i foto-frammenti di questa collezione, si va ad inserire è la presenza di un elemento mobile e mutevole come le nuvole, all'interno di contesti diversi. Le nuvole, nel loro movimento e metamorfosi, si inseriscono in notevoli scenari. Così, pur partendo dal presupposto, e luogo comune, del naturale ambiente della nuvola, cioé la sua presenza nel cielo, essa può entrare in rappresentazioni del vero originali e particolari.
La fotografia, soprattutto nell'idea comune diffusa, della autosufficiente capacità di una macchina di compiere un'operazione e di ripeterla il numero di volte voluto, non riesce, soprattutto da approcci superficiali, a ritagliarsi il suo spazio come arte espressiva. Questi foto-frammenti sull'aspetto di un elemento di fine millennio riporta alla sua reale importanza la capacità della fotografia non solo nel ritrarre dal vero, ma soprattutto del saper cogliere nell'attimo e nel luogo un'immagine, insieme di soggetti e luci, unica ed irripetibile.
Unicamente realizzata per unici motivi riconducibili alle sole capacità tecniche e sensibilità artistica dell'esecutore della fotografia. Il ritrarre dal vero non è l'unico aspetto artistico della fotografia, essa è arte infatti in molteplici altre manifestazioni. Resta però fermo il punto della sua irripetibilità, comunque. Le nuvole insegnano, mai uguali, mai nello stesso posto, attimo per attimo.
Otto fotoFrammenti di nuvole passate sopra di noi in questi giorni.
I foto-frammenti che propongo con "NUVOLE", sono immagini raccolte in più giorni nella primavera di questo anno, osservando e ritraendo il cielo sopra e attorno la mia casa.
Primavera sono le nubi bianche e lontane, portate dai primi venti tiepidi che fanno schiudere i fiori degli alberi da frutto. I rami fioriti si alzano davanti a nuvole bianche e lente.
In un cielo ampio, pieno di grosse nuvole, dalle sfumuture dal bianco al grigio cupo, si cerca spesso con lo sguardo una forma che ci colpisca l'attenzione, che ci favorisca l'immaginazione, che ci liberi i pensieri. Quando poi le Nuvole viaggiano sui fili del treno, sono dei comodissimi nascondigli dove far correre la nostra mente.
Ad un
Traliccio dell'alta tensione, tra i suoi spessi cavi elettrici sembra che ci si impligliono le nuvole scure e basse che, veloci, vengono ad annunciarci il cambiamento del tempo. Le nuvole si agganciano al traliccio e se ne liberano subito, per far posto ad altre in arrivo.
Il paesaggio è spesso disegnato da
Nuvole sulla campagna, che la sorvolano ed entrano con essa in simbiosi. Spostandosi sotto di esse una simpatica macchia d'ombra.
Le nuvole sono anche portatrici di pioggia, e quando ne sono cariche lo mostrano e lo annunciano. Oscurano il sole, si fanno brune e pesanti, rallentano la loro marcia e si mostrano. Il
Temporale si presenta con il suo cupo aspetto.
Con l'attardarsi del giorno, le Nuvole alte prendono il colore del sole. Gialle o rossastre sembrano prendere altre forme, altra consistenza e sembrano essere più lontane.
Sopra la collina una massa informe, dall'aspetto schiumoso, si fa avanti. Sono nuvole il cui colore si incupisce, ed il cielo con esse acquista un aspetto angosciante, dal senso indefinito.
Al tramonto poi le nuvole acquistano una poesia propria, il veloce calare del sole ne muta di continuo l'aspetto, ed esse si prestano al gioco presentandosi frastagliate ed allungate.