alba a pierino

alba a pierino

mercoledì 31 dicembre 2014

ultimo tramonto dell'anno



Ammiro il profilo di Cigoli, 
mentre si stanno spegnendo 
i bagliori dell'ultimo tramonto 
di quest'anno.
Lo ricorderò 
questo duemilaquattordici. 
Sì, 
perché ci sono anni 
che meritano davvero 
di essere ricordati.

martedì 30 dicembre 2014

piazza Guglielmo Oberdan, Trieste



La piazza prende il nome dell'irredentista risorgimentale Guglielmo Oberdan, il quale, nella caserma asburgica presente sulla piazza, nel 1882 venne imprigionato e condotto al patibolo dopo aver attentato alla vita di Francesco Giuseppe.

Al centro della piazza si trova un'aiuola ellissoidale con una fontana sopra la quale è posto il monumento al Cantico dei Cantici, di Marcello Mascherini, più noto ai triestini come statua "dei Fidanzatini".
Il nome popolare è dovuto ad un fatto realmente accaduto durante la seconda guerra mondiale, ricordato abitualmente durante il Giorno della Memoria. Il 19 marzo 1945 il ventiduenne Pino Robusti attende la sua fidanzata nella piazza, quando viene fermato ed arrestato dalle SS, probabilmente perché ritenuto assente dal lavoro coatto presso la Todt, e condotto alla Risiera di San Sabba.
Il 5 aprile scrisse una lettera che ripercorre gli eventi ed i suoi sentimenti.

domenica 28 dicembre 2014

la bora di Trieste



La bora di Trieste è un vento continentale secco e freddo che scende, con violenza, dall'Altopiano carsico al mare soprattutto nella stagione invernale. Essa è dovuta essenzialmente alla configurazione geografica molto particolare della città.






Trieste è infatti situata fra l'estremità di un mare relativamente caldo, che si inoltra nel continente, ed un elevato e freddo retroterra con un valico aperto sul golfo della città. Questa situazione produce fra le due zone, mare e retroterra, la possibilità di formazione di forti differenze di temperatura e di pressione atmosferica, per cui ne possono conseguire frequenti e intensi deflussi di masse d'aria dal retroterra al mare.


Il deflusso è determinato e facilitato dal suo incanalarsi nei valichi e nelle depressioni che trova lungo il suo percorso. Se la differenza di pressione viene esaltata dal transito di una depressione (ciclone) sulI'Adriatico, o dalla formazione di una zona di alta pressione (anticiclone) sull'Europa centro-orientale, oppure dalla contemporanea presenza di una depressione sul mare e di un'alta pressione sul continente, allora il flusso d'aria discendente assume velocità elevate e caratteri di impetuosità.




La bora, quale flusso di aria fredda, ha uno spessore di poche centinaia di metri, da 400 a 800 m. Sopra di essa il cielo può essere sereno e allora si ha la «bora chiara», se invece è sovrastata da formazioni nuvolose sciroccali si ha la bora con cielo coperto, cioè «bora scura».


La bora chiara è detta anche «anticiclonica» in quanto è sostanzialmente determinata da alte pressioni formatesi sul retroterra continentale. Quella scura invece è detta «ciclonica», perché generalmente dovuta al passaggio di depressioni sulla Penisola italiana e sul mare Adriatico.



Uno dei luoghi di Trieste dove la Bora si fa sentire maggiormente è il Molo Audace.
Nelle stesse ore, sotto un cielo di nuvole spazzante dal vento, il mare antistante Sistiana era una tavola.


sabato 27 dicembre 2014

la tranvia di Opicina



La tranvia di Opicina, più conosciuta nella dicitura tram de Opcina in dialetto triestino, è una delle attrazioni turistiche della città di Trieste. Si tratta di una linea tranviaria interurbana panoramica gestita dalla Trieste Trasporti. La caratteristica che la rende unica in Europa è un tratto con forte pendenza lungo il quale le vetture vengono spinte in salita, o trattenute in discesa, da un impianto a funicolare.




Il servizio, classificato come linea 2, presenta un percorso urbano nel centro di Trieste, con capolinea in Piazza Oberdan, a livello del mare, con partenze ogni 20 minuti, dalle ore 7.00 alle 20.00; e una tratta interurbana di collegamento con la frazione di Villa Opicina sull'altopiano del Carso, a 329 m s.l.m.. La tranvia è in funzione dal 9 settembre 1902, ed è lunga poco più di 5 km.






La linea è armata con binario a scartamento metrico ed è alimentata alla tensione di 600 V c.c. L'argano del tratto a funicolare è posto in località Scorcola, e la velocità massima ammessa è pari a 10,8 km/h.


Il percorso ha origine in piazza Oberdan, nel centro di Trieste, e si svolge inizialmente in piano, fino a piazza Casali distante alcune centinaia di metri. Qui ha inizio il tratto in salita, dove la vettura tranviaria viene agganciata, o meglio "si appoggia", ad un carro vincolato alla fune traente il quale la spinge per tutto il tratto servito dalla funicolare dove viene raggiunta la pendenza massima del 26%.



Contemporaneamente, presso la stazione a monte di Vetta Scorcola, una seconda vettura tranviaria viene accompagnata verso il basso, appoggiata al secondo "spintore", agganciato all'altro capo della fune. A metà di questa sezione i due treni si incrociano.




Superata Vetta Scorcola, la vettura in salita prosegue ad aderenza naturale fino a Villa Opicina, percorrendo un tracciato molto panoramico, di cui il punto saliente e più elevato è l'Obelisco, a 343 metri di altezza s.l.m.
La linea prosegue da qui con caratteristiche di tranvia extraurbana fino all'inizio dell'abitato di Villa Opicina.








La linea è stata riaperta al pubblico alla fine di luglio di quest'anno, dopo che nel settembre del 2012, a seguito di un deragliamento senza conseguenze, era stata chiusa per lavori di manutenzione ed ammodernamento. Si provvide in particolare alla sostituzione delle pulegge dell'impianto funicolare, che risalivano al 1927, al rifacimento della sottostazione elettrica, per consentire il recupero dell'energia prodotta dai tram durante la frenatura, e alla sostituzione dei tratti più usurati di binario e linea aerea.


venerdì 26 dicembre 2014

il castello di Duino



Il castello di Duino è un'affascinante dimora storica, arroccato su uno sperone carsico a picco sul mare, con un panorama mozzafiato su tutto il golfo di Trieste.
La sua bellezza è accresciuta dall'atmosfera calda e gioiosa, lontana dalla fredda austerità "mussale", propria di una casa abitata, infatti esso è ancora abitato dai suoi  antichi proprietari, i componenti la nobile famiglia dei principi della Torre e Tasso (Thurn und Taxis).




Il grande parco è impreziosito da viali romantici, pieni di statue e reperti archeologici, con terrazze e dagli spalti aperti sul mare.


Una leggenda racconta di una Dama Bianca che fu gettata dal marito malvagio dalle mura di un antico castello. Ma il cielo ebbe pietà di lei e le diede un corpo di roccia prima che si infrangesse sugli scogli. Si dice che la sua anima sia ancora là, in una rupe a picco sulla baia, presso i resti dell'antico maniero di Duino, e che certe notti prenda vita e vaghi senza pace.




In questo castello lo scrittore e poeta Rainer Maria Rilke ideò e iniziò nel 1912 la composizione delle "Elegie duinesi" mentre era in visita dalla principessa Maria della Torre e Tasso. Rilke successivamente dedicò la sua opera alla nobildonna, che fu una dei suoi maggiori sostenitori.


I Thurn und Taxis sono principi tedeschi, un tempo assoggettati al Sacro Romano Impero, che acquistarono un importante ruolo politico ed economico. La dinastia principesca dei Thurn und Taxis è tuttora una nobile ed importante famiglia tedesca, di origine italiana (i Tasso, originari di Cornello in Val Brembana): assunsero già a partire dal 1400 un ruolo fondamentale nella diffusione del sistema postale in Europa e tale funzione perdurò sino a tutto il XVIII secolo.


La contessa Teresa von Thurn-Hofer und Valsassina, ultima discendente diretta dei della Torre di Valsassina signori del castello di Duino presso Trieste, sposò nel 1849 il principe Egon zu Hohenlohe-Waldenburg-Schillingsfürst dal quale ebbe sei figli. La quarta figlia Maria, a sua volta, nel 1875 a Venezia diventò la consorte del principe Alexander Thurn und Taxis, erede di Hugo Maximilian del ramo cadetto Lautschin-Boemia, portando in dote il castello di Duino. Da loro nacque nel 1881 Alexander che ereditò il maniero e, creato primo duca di Castel Duino dal re d'Italia Vittorio Emanuele III, si naturalizzò italiano nel 1923 riassumendo per sé e per i suoi discendenti il cognome di Della Torre e Tasso, duchi di Castel Duino, dove tuttora la famiglia abita.


Un percorso di cui si trovano le indicazioni nel giardino, si addentra in un bunker, costruito nel 1943 per la Kriegsmarine tedesca a difesa della base di Sistiana contro un eventuale sbarco alleato. Sfruttato, poi, come rifugio antiaereo e successivamente dotato di cannone, a fine guerra venne trasformato dall'esercito inglese (1945-1954) in deposito carburante.
Dal 2006 è aperto al pubblico. Grazie a pazienti e delicati lavori di recupero e di restauro conservativo, è stato trasformato in un suggestivo mini-museo con cimeli d'epoca che sono esposti in una grande sala, di ben 400 metri quadrati, scavata a 18 metri di profondità.