Oggi ho visitato un sogno.
Una coltivazione di pomodori in serra idroponica. 100.000 mq di serre alte 4,5 mt.
L'idroponica è un metodo di coltivazione dove le piante crescono utilizzando soluzioni nutritive di minerali disciolti in acqua, senza terreno, che viene sostituito da un substrato inerte. Che può essere costituito da argilla espansa, perlite, vermiculite, fibra di cocco, lana di roccia, zeolite, ecc..
La pianta prodotta in vivaio, viene trapiantata su supporti inerti posti a circa 60 cm da terra, ancorati alla struttura aerea della serra, e viene irrigata con una soluzione nutritiva composta dall'acqua e dai composti, per lo più inorganici, necessari ad apportare tutti gli elementi indispensabili alla normale nutrizione minerale.
Dentro alla serre, lunghe file di pomodori crescono su supporti intervallati tra loro circa un metro. Lo spazio necessario per le operazioni di cura e raccolta della piante.
Attraverso l'uso di un carrello alzabile, che corre su dei binari costituiti da dei tubi che fungono anche da riscaldamento in quanto all'interno viene fatta scorrere acqua calda, riscaldata da una caldaia alimentata a metano, i cui fumi vengono raffreddati a 50° per condensare l'acqua ed estrarre l'anidride carbonica con la quale viene fatta la concimazione carbonica reimmettendola nelle serre, attraverso un busto di film plastico che corre sotto i supporti dove crescono le piante.
Concimazione carbonica, che unita all'ossigeno ed all'azoto presente nell'aria accelerano e moltiplicano la fotosintesi, consentendo una vegetazione rigogliosa e continua per tutto l'anno.
Da ciascuna piantina vengono fatte crescere due talee, una verso sinistra, l'altra verso destra rispetto alla linea del supporto. Le due talee vengono fatte attorcigliare ad un filo che viene fissato alla sommità della serra, a 4,5 mt di altezza, per sostenerle.
All'apice il filo è arrotolata ad una matassa, e man mano che la pianta di pomodori cresce, nella la parte bassa viene defogliata e i frutti portati a nudo, e scalarmente raggiungono la maturazione. E man mano che la pianta cresce la matassa viene srotolata e spostata di 50 cm lungo il filo a cui è appesa. Così l'altezza massima non supera mai l'altezza a cui sono agganciate, e la parte in maturazione è sempre alla stessa altezza, la più agevole per la raccolta.
Chi esegue l'allungatura della matassa, toglie i talli ascellari, le foglie in sovrappiù ed esegue anche la calibratura dei grappoli, togliendo, poco dopo l'allegagione, i pomodori in sovrannumero.
Nella coltivazione del pomodoro tondo, per evitare che il peso del grappolo rompa il picciolo, su ciascuno viene inserito un supporto di plastica.
Le piantine del vivaio vengono trapiantate nella seconda metà di gennaio. Entro febbraio si hanno i primi frutti, che si raccolgono fino a Santa Lucia, fino alla metà di dicembre.
A quel momento la pianta avrà superato i 15 metri di lunghezza e da ciascuna di essa saranno stati raccolti più di 20 kg di pomodori.
In questo tipo di coltivazione la quantità di acqua utilizzata, a partità di produzione, è di circa un decimo rispetto alla coltura in terra. Da non sottovalutare l'aspetto ambientale visto che l'utilizzo dei fertilizzanti è mirato e non ci sono dispersioni nel terreno, mentre l'utilizzo di diserbanti è assente.
Non usano insetticidi. Ma altri insetti, come api e bombi, che stanno in scatole distribuite tra le file, che combattono gli insetti nocivi. E dove non arrivano con altri insetti, usano esche e trappole, con la bacinella nella foto.
Diversamente si fanno interventi mirati con il pennello con preparati a base di argilla.
I parametri di controllo essenziali sono cinque:
Il primo è senz'altro il pH. Il suo equilibrio è fondamentale per mantenere lo stato di solubilità degli elementi e ottimizzare i processi di scambio fra le radici e la soluzione nutritiva. Un pH che si discosta dal range ottimale peggiora lo stato nutrizionale delle piante per l'immobilizzazione chimica o fisiologica di uno o più elementi minerali.
Attraverso il controllo della conducibilità elettrica si controlla la concentrazione della soluzione nutritiva. Una conducibilità bassa è correlata ad un'eccessiva diluizione della soluzione, pertanto le piante si trovano in condizioni di nutrizione minerale carente.
Portata, tempi e cicli di erogazione: Il controllo della nutrizione minerale si fa attraverso la corretta gestione della portata e dei tempi e cicli di erogazione della soluzione nutritiva, che regola il ricambio della soluzione a contatto con le radici.
Con la composizione chimica della soluzione si controlla il bilancio nutrizionale delle piante comparato nei vari elementi nutritivi, i rapporti di antagonismo fra potassio e metalli alcalino-terrosi, la solubilità dei vari sali. Dal momento che le piante necessitano di rapporti di concimazione differenti in relazione alla specie, al tipo di produzione e al rapporto resa quantitativa e qualitativa del prodotto, la composizione della soluzione è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi.
Per la preparazione delle soluzioni vanno impiegati concimi ad alta solubilità in acqua.
Infine abbiamo il controllo della temperatura e dell'umidità all'interno della serra.