alba a pierino

alba a pierino

giovedì 31 maggio 2012

i primi pomodori del mio orto




Oggi,
superato l'assedio a mo' di barricata costruito dai gatti di Pierino,
sono riuscito a salire all'orto.



Dove ho potuto cogliere i primi pomodori maturi di questo anno.
Ne ho fatto una caprese per cena.

mercoledì 30 maggio 2012

il taglio dell'erba


In questa primavera fresca e particolare, il campagna si è come risvegliata di colpo dopo il sonno invernale, prolungato da una siccità iniziata nel giugno dello scorso anno.
Come il calendario ha svoltato là metà di maggio, con il crescere della nuova luna, l'erba ha iniziato a levarsi vigorosa e prepotente.
In pochi giorni è sparita dalla vista, dalla finestra della cameretta-studio, la rete del mio orto.
Così, domenica scorsa, ho messo mano ai miei attrezzi per il "contenimento dell'erba".


Il più performante è senz'altro il mio trattorino con il trinciaerba montato.




E' un portento. Lento ma inesorabile, piccolo abbastanza da riuscire ad infilarsi ovunque.
Manovrabile come un giocattolo, tanto che ci gioco a far lo slalom tra gli olivi.



Ed il rimessaggio in capanna è compito della bimba.




martedì 29 maggio 2012

il processo a Giovanna d'Arco


Tiepida serata fiorentina di fine maggio, all'oratorio di Gesù Pellegrino, detto anche dei Pretoni, una piccola chiesa posta all'angolo fra via San Gallo e via degli Arazzieri.


Questa sera, la chiesa ospita una spettacolo teatrale. La compagnia "i Pinguini" mettono in scena: "Giovanna d'Arco, il processo.".
Io sono qui per aver ricevuto un invito da Ilaria Savini, che nello spettacolo è una delle voci della colonna sonora che accompagna lo spettacolo. Le musiche originali sono eseguite dal vivo da Simone Faraoni, comparso più volte sul mio blog in alcuni spettacoli degli amici di TerritorioTeatro o come direttore della Corale Balducci, che è voce, percussioni e metallofono; Michaela D'Astuto è voce con Ilaria Savini.







La rappresentazione mostra frammenti del processo per eresia a cui fu sottoposta Giovanna d'Arco, e che ne decreterà la condanna al rogo.





La storia di Giovanna d'Arco è una vicenda emblematica del contesto in cui si combatté in Europa la guerra dei cent'anni.
Un secolo di lotte di religione che dilaniò l'intero continente dal 1337 al 1453 e che fu combattuta in Francia, Castiglia e Paesi Bassi.
Giovanna d'Arco, oggi conosciuta anche come la Pulzella d'Orléans, fu un'eroina francese.
Riunì al proprio Paese parte del territorio caduto in mano inglese, contribuendo a risollevarne le sorti durante la guerra dei cent'anni, guidando vittoriosamente le armate francesi contro quelle inglesi. Catturata dai Borgognoni davanti a Compiègne, Giovanna fu venduta agli inglesi che la sottoposero a un processo per eresia, al termine del quale, il 30 maggio 1431, fu condannata al rogo e arsa viva a Rouen, nell'alta Bretagna.


I testi dei dialoghi, anche nella sintesi della rappresentazione, rappresentano una fedele traduzione degli atti del processo.
L'inquisitore, Pierre Cauchon, è tratteggiato come uomo di chiesa che ha l'obiettivo di salvare l'anima e la vita della "Pulzella".
Il vescovo di Norvic, che assistette a tutte le udienze del processo, nella finzione di questa rappresentazione, è tratteggiato come, attraverso il suo comportamento filo-inglese, il ricercatore di una soluzione politica costituita dalla condanna di Giovanna per tutelare il blasone inglese.





Nel 1456 papa Callisto III, al termine di una seconda inchiesta, dichiarò la nullità di tale processo.
Beatificata nel 1909 da Pio X e canonizzata nel 1920 da Benedetto XV, Giovanna fu proclamata patrona di Francia.

lunedì 28 maggio 2012

stazione Milano Centrale


Oggi ho raccolto scatti di treni, di mitiche frecce rosse, in arrivo ed in partenza dalla Stazione Centrale di Milano.
Un po' di riflessi e lacca, delle stelle dei binari.


La stazione di Milano la vivo sempre in due modi, come due mondi paralleli che convivono sotto le sue centenarie arcate in ferro e vetro.
Quando arrivo, al mattino, è come un scivolo neutro che mi introduce in città.
Un semplice, fugace passaggio. Gomito a gomito con una moltitudine variopinta, di abiti e volti.
Ma la folla che scende dalle frecce rosse si distingue nel formicaio che si muove incessantemente dentro alla stazione.
Si distingue per abbigliamento e movenze, per trolley e tacchi a spillo. E' una folla veloce, che fugge via frettolosa e silenziosa.


Quando rientro in stazione nel pomeriggio è come entrare in un altro mondo.
Non si scivola più, è tutto più viscoso. Intanto si entra nei suoi sottofondi, illuminati, colorati e costellati di insegne e negozi.
Ma il cielo è più basso, la gente va meno di fretta, anzi, tende a rallentarti.
Lungo le biglietterie automatiche due file si allungano parallele alle macchinate stesse.
Quella più prospiciente intenta ad acquistare biglietti, quella dietro osserva, e appena uno termina di fare il biglietto, si gettano per infilare le mani dentro la fessura dei resti, per vedere se qualcuno si è dimenticato qualche moneta.
A giudicare dal numero di persone, molti stranieri, ma anche qualche volto italico, qualcosa, ad uso, trovano.


Una cosa è arrivare, e subito via. Una cosa e ritornare, acquista il biglietto, sale le scale mobili, cerchi il binario, aspetti il treno.
Capita di vivere la stazione, e di conoscerne le facce. capisci che non sono tutti lì per partire.
che molti sono lì senza una meta.


Ricordo di aver letto di un barbone che viveva qui in stazione. Un piastrellista malato di vivere, schiacciato dalla tristezza e dall'alcol. Perso in un circolo perverso. Bere per tristezza di una vita che gli stava stretta, ma quel bere gli porta via anche quel poco, anche quel vestito stretto.
Marco Faggionato, diviene poeta di strada. Vince premi e scrive canzoni.
Trova uno spiraglio, lascia il cognac per la poesia, e riesce ad uscire da quel circolo perverso per riappropriarsi della propria vita.
Magari stretta, ma sua. Purtroppo la vivrà poco, ne aveva consumata già troppa.

domenica 27 maggio 2012

la tombola alla Casa Culturale


Ci sono alcune cose che, anche se ti accorgi che sono cambiate, senti che hanno un sapore che ti ricorda qualcosa di te.
Ieri sera, nell'attesa di compiere l'impegno imprescindibile, ho scoperto che esiste ancora un sapore di cui avevo perso un po' il ricordo.
Al Circolo ARCI di San Miniato Basso, alla Casa Culturale, giocano ancora a tombola, ed è ancora seguitissima.
Gli amici del circolo addetti alla tombola, mi dicono che proprio ieri sera, ultimo sabato di maggio, era l'ultima tombola della stagione.
Riprenderanno ad ottobre, con la stagione fredda.


Rivedo vecchie facce, amatori della tombola già da quando ero ragazzo, e qualche sera venivo a giocare o a dare una mano ai tavoli, che erano lì a mettere i semini sui numeri chiamati.
Trent'anni fa non c'era la nuova sala di adesso. E mi ricordo anche l'odore amaro del fumo delle sigarette.
Mi ricordo tavoli stretti, e: —Zero, sessanta... Basta!—.
Stasera il Lippi chiama i numeri allo stesso modo, ma dietro di lui c'è un tabellone dove si illuminano i numeri chiamati.
A dire il vero me lo ricordo un tabellone con i numeri illuminati.
Mi ricordo una pulsantiera con gli interruttori a levetta, come quelli della plancia di comando di un aereo.


Salgo sul palco, accanto a colui che chiama i numeri.
La pulsantiera è nuova. Una lastra di plastica forata, con allineati i novanta numeri.
Il Lari estrae il dischetto con il numero, lo chiama, e poi lo colloca nel suo alloggio, e subito si illumina il relativo numero sul tabellone dietro di lui.




Qualcuno commenta, altri segnano in silenzio, altri ancora lo fanno dopo aver alzato gli occhi al tabellone.
La chiama dei numeri è ben cadenzata.
Sembra dare il tempo a tutti di segnare, di posizionare il cecino di plastica colorata sulla cartella, ma è anche incalzante con i più lenti.



C'è tanta gente. Alla prima occhiata le donne mi sembravano in maggioranza, ma poi mi accorgo che lo sono sì, ma non di tanto.
Sono molti quelli che hanno una certa età, ma ci sono anche dei giovani, e dei ragazzi.



La tombola va avanti, si riparte, ne giocheranno venti in tutta la sera.
Zero, settanta... Basta!— hanno fatto cinquina.
Primo numero per la tombola: ... sessantasette, sei sette...—, riparte il banditore.
Tiramelo!—, esclamano pronti dal pubblico.
Tutti ridono, e un altro numero viene subito chiamato.


Agli amici della tombola chiedo se posso far foto.
Magari non mi aspettavo un no, ma neppure che la cosa venisse presa con entusiasmo, ed invece così è stato.
E come si sono divertiti, gli appassionati della tombola, a farsi fotografare.
Non solo si mettevano in posa, ma mi chiamavano anche.



Che piacere, e che educazione allo stare insieme, a socializzare, ad essere parte di una cosa comune.
Di far parte di un paese, e delle cose che lo tengono insieme.



Bravi a tutti, ma soprattutto a coloro che si divertono a giocare a tombola.
Ad un tavolo chiedo: —Si vince?—.
Ci hai sentito forse gridare stasera?—, mi rispondono con il sorriso.

sabato 26 maggio 2012

i viaggi straordinari nei boschi di Germagnana


In occasione della giornata europea dei parchi, i ragazzi dell'EcoIstituto delle Cerbaie hanno organizzato la settima edizione de "i viaggi straordinari", una passeggiata collettiva in orario pomeridiano e notturno alla scoperta dei percorsi meno noti dei "Boschi di Germagnana e Montalto", area naturale protetta d'interesse locale fra Stibbio, Montopoli e Montebicchieri.


L'Area Naturale Protetta di Interesse Locale "Boschi di Germagnana e Montalto" è ubicata fra i comuni di San Miniato, circa 140 ettari, e Montopoli in Val d'Arno, circa 70 ettari. Si tratta di un sito di grande importanza ambientale ai margini di un'area fortemente antropizzata. Lo scopo principale dell'istituzione dell'ANPIL è quello che, attraverso la sua gestione, venga assicurato il mantenimento ed il recupero degli assetti ambientali mediante opere di manutenzione ordinaria e straordinaria. A tale scopo saranno necessari programmi tesi alla prevenzione ed al recupero del degrado atti a garantire il ripristino della naturalità dell'ecosistema.
Purtroppo, ad oggi, un regolamento di gestione non è stato ancora reso operativo.
Anche se gli amici dell'EcoIstituto delle Cerbaie, da anni realizzano iniziative per valorizzare e rendere fruibile al pubblico l'Area, con modalità comunque coerenti con i principi di rispetto e tutela dell'ecosistema, attraverso attività di educazione ambientale rivolta soprattutto alle scuole, come anche attraverso il turismo naturalistico.


L'iniziativa di oggi ha avuto inizio al pomeriggio, alle 16,00, con i partecipanti che si sono ritrovati all'agriturismo "Montalto".
"Esiste, forse, qualcuno, lassù nella foresta, che ci guarda, ma ormai, non vuole più incontrarci.". Lungo questa frase si è snodato il filo narratore, ed il percorso, che ha accompagnato i partecipanti lungo la prima parte della rivisitazione di Edward Mani di Forbice, il film Tim Barton.





Io mi unisco al gruppo, con amici, all'ora di cena. Nella pausa con cena a buffet che si è svolta tra gli olivi del podere di Casa Chiestra.
Andrea Bernardini, padrone di casa ed organizzatore dell'evento, terminata la cena, raccoglie il gruppo, ed alla luce di torce elettrice e candele, riprende il cammino-racconto.







Prima tappa, visione di immagini naturalistiche e brani del film di Tim Barton.



Li lascio, preso da altri, imprescindibili, impegni, mentre riprendono il cammino "verso il castello, lungo il sentiero delle lucciole, fra le ombre e la foresta notturna."