Fino al 5 novembre, presso l'auditorium di San Martino in San Miniato, andranno in scena gli otto spettacoli del programma.
Negli anni questa rassegna è divenuta una dei più prestigiosi concorsi a livello nazionale, in grado di rappresentare il meglio del panorama del teatro amatoriale italiano.
Sabato, la rassegna è stata aperta da “L’attesa” di R. Binosi, messa in scena dalla Compagnia Teatrale “Teatro dell’Accadente”, di Forte dei Marmi.
Domenica è stato messo in scena “Il re cervo” da C. Gozzi, da parte del “Centro di Teatro Internazionale”, di Firenze.
Questa sera è stata la volta de “La gabbia” di S. Massini, messa in scena dal Gruppo Teatrale “I Cattivi di Cuore”, di Imperia.
Lo spettacolo di sviluppa attorno ad un dialogo, stretto, tragico e moderno, che si svolge in un parlatorio di un carcere femminile.
Una madre che dopo undici anni, trova il motivo, la forza ed il modo di incontrare di nuovo la figlia rinchiusa in carcere per terrorismo.
Un unico atto, due protagoniste, ambedue vittime.
Un dialogo che diventa scontro ogni volta che la figlia parla. Ma si cercano e si respingono allo stesso modo.
Così fino alla fine, quando la madre svela il vero motivo che l'ha portata lì, dopo tutti quegli anni, a reincontrare la figlia.
Un racconto, inviato dalla figlia all'editore della madre, per essere pubblicato, ed in cui essa parla della madre e del rapporto che ha avuto con lei.
Le protagoniste recitano la loro parte, il loro ruolo, fino alla fine.
Come i normali protagonisti della vita.
Mi è piaciuta particolarmente Chiara Giribaldi, la madre.
Spesso capace di rispondere, o sottolineare, le parole della figlia con la sola mimica facciale, spesso con il solo roteare degli occhi.
In sala c'era un fotografo di scena. Nel rispetto del suo lavoro, spero sia stata sufficiente la moratoria rappresentata dal ritardo con cui è divenuto fruibile questo post.
In sala c'era un fotografo di scena. Nel rispetto del suo lavoro, spero sia stata sufficiente la moratoria rappresentata dal ritardo con cui è divenuto fruibile questo post.
In fondo, io uso la fotografia per raccontare...