Con il gruppo che abbiamo costituito per organizzare il Festival del Diario Fotografico (http://www.buccianofotodiariofestival.it/), con lo scopo di promuoverlo, abbiamo deciso di organizzare un'estemporanea fotografica, venerdì e sabato prossimi in occasione della XXVIIa edizione del Festival internazionale del teatro di figura “La Luna è azzurra”, che si svolgerà a San Miniato (http://www.terzostudio.it/pages/organizzazione/lunazzurra.htm).
Per me è come il coronamento di un desiderio.
Negli anni '80 e '90, era frequente trovare nel programma di diverse feste e sagre paesane, lo svolgimento di "estemporanee di pittura". Una sorta di piccolo concorso di pittura immediata.
Pittori che con il loro cavalletto e la loro tavolozza si davano appuntamento all'interno della festa, al primo pomeriggio. Come faceva sera, tornavano, ed esponevano l'opera realizzata. A fine serata veniva scelto un vincitore, si assegnavano i premi, e si tornava a casa con l'attestato di partecipazione.
Era il 7 giugno del 1987, facevo foto da un paio d'anni, ed avevo iniziato a volare sui cieli sopra la valle dell'Arno.
A Colleoli avevano le origini una famiglia di amici del mio babbo. Sapevano che avevo fatto delle foto dal cielo sopra a Colleoli, e della mia passione per la fotografia. Così mi invitarono ad esporre per la festa paesana. Io aggiunsi alla collezione alcune foto del luogo, scattate con i piedi per terra.
Allora mi definivo un "fotografo naturalista", e oggi ne sorrido. Ero più che altro un fotografo "che ritraeva dal vero", come meglio mi aveva definito Dilvo Lotti, che mi aveva già scoperto e mi incoraggiava.
Gli anni ottanta sono stati, in queste zone, la parte bassa della parabola. Sono stati il momento del massimo spopolamento delle colline. Con la seconda parte degli anni '90, la curva della parabola aveva già decisamente iniziato a risalire. Oggi, le colline sono nuovamente ripopolate...
Io, a quei giorni, da novello fotografo, ero affascinato da quella civiltà coperta di polvere ed abbandono, e mi piaceva raccoglierne segni e storie.
Oggi, sorrido un po' delle mie foto di allora, e soprattutto dei titoli delle mie mostre. Forse troppo catastrofistici, ma ripensandoci, l'atmosfera era davvero quella.
Il titolo di quella mostra, allestita lungo la stradina che portava alla piazzetta del paese, con le foto attaccate alla rete di un orto, era: COLLEOLI, Epilogo di una storia antica.
Stamani sono andato a ricercare le foto in soffitta, nella mia vecchia casa. Non avevano titoli...
Mi ricordo di quel giorno, e guardavo con ammirazione quei costruttori di arte che in poche ore erano capaci di rappresentare i propri pensieri. A me era servito almeno un mese.
Oggi il digitale, le stampanti fotografiche a getto d'inchiostro hanno cambiato il modo di fare e presentare la fotografia.
Ora anch'io potrò partecipare ad un'estemporanea, ma di fotografia.
martedì 22 giugno 2010
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