giovedì 10 dicembre 2009
vivere, una prigione
Come iniziativa per commemorare la Festa della Toscana di quest'anno, il Comune di San Miniato ha chiesto agli "operatori" di arti figurative che abitano nel suo territorio un'opera sul tema: “L’Arte come mezzo di emancipazione e di affermazione delle libertà individuali e collettive”. Le opere raccolte fanno adesso parte di una mostra che sarà itinerante in varie frazioni del comune.
Io ho partecipato con una raccolta contenuta in un pannello illustrato, realizzato in proprio, costituita da un un brano autografo, pensieri nati sui segni lasciati sulle pareti, scritto il 24 ottobre di questo anno (2009), corredato da una stampa fotografica,
in formato 100x280 (mm), di undici fotografie componenti la collezione fotografica “Vivere, una prigione.”, scattate il 21 ottobre scorso, durante un sabato pomeriggio dedicato alla visita del Castello dei Vicari di Lari (PI), e realizzata in unica copia, alla fine del mese di ottobre duemilanove, quale contributo personale alla mostra: “L’Arte come mezzo di emancipazione e di affermazione delle libertà individuali e collettive”, quale momento di celebrazione della Festa della Toscana 2009 promosso dal Comune di San Miniato.
aurelio cupelli
Vivere, una prigione.
FOTOrepertorio SU DI UN FRAMMENTO DEL NOSTRO SPAZIO DI INIZIO MILLENNIO
Chiedo troppo? Più di quanto sia dovuto?
Tu mi hai dato, ma ora qui c’è tutto ciò che ho.
E’ un bel giorno, il cielo è a portata di mano, e vorrei sentirmi come se fosse un bel giorno. E’ un bel giorno, e io lo lascerò trascorrere.
E’ un bel giorno, ma non ho una strada, nessuna meta.
E’ un bel giorno, ma è come se fossi nel fango, smarrito nel labirinto della mia immaginazione.
Questa stanza è tutto il mondo che ora conosco, l’ho girata tutta, e a volte non mi sembra vero, ma è tutto quello che ho, così mi ci avvolgo, ed è come se l’amassi.
L’amore, la vita, perché certe cose si sentono più forti nel buio della notte, nel freddo della solitudine…
Ma la notte è sempre troppo tardi per tirare in ballo il passato, per portarlo alla luce, risolverlo. Quando si è fatta notte, quello che è stato è stato, può solo arrivare un altro giorno, può solo arrivare, se arriva…
So che dovrei smettere di sperare, di guardare dalla finestra, di pensare che oggi, magari,
è un bel giorno. Che il mondo è colorato di blu e verde, che il mare sta là in fondo, sotto le nuvole all’orizzonte, con pescherecci di tonni a trascinare reti…
So che dovrei smettere di sperare, che devo dire a me stesso di smettere di farlo.
Ma invece mi viene da promettere, ancora a me stesso, di non provare a rendere la mia vita più difficile, a non ritornare al punto a cui ero, prima di arrivare qua.
Bene, penso, andrò a picco con questa nave. Se c’è da aspettare, aspetterò!
E non voglio alzare le mani, non voglio arrendermi. Non ci sarà nessuna bandiera bianca sulla mia porta, alla mia finestra. Se c’è da aspettare, aspetterò!
So che ho lasciato dietro di me troppi impicci e distruzione per poter tornare di nuovo indietro, e ho causato nient’altro che problemi. Capisco che nessuno vorrà più parlarmi, capisco che mi verrà detto “E’ finita!”. Ma sono sicuro che tutto ciò ha un senso, ma io devo solo aspettare, aspettare!
E quando incontrerò qualcuno, perché sono sicuro che ce la farò, tutto quello che ho lasciato sarà ancora lì. Anche se mi lasceranno passare, magari stando zitti, potranno pensare: “è andato avanti…”
Ciò che non ho, non mi serve ora. Ma ciò che non conosco posso provare a sentirlo, in qualche modo. Non sono un caso senza speranza, aspetto che mi si porti in un altro luogo, che mi si insegni.
Se c’è da aspettare, aspetterò!
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La Regione Toscana ha istituito la Festa della Toscana per ricordare l'abolizione della pena di morte avvenuta il 30 novembre del 1786 (per la prima volta al mondo) ad opera del Granduca di Toscana Leopoldo II d'Asburgo-Lorena, e per ribadire il proprio impegno per la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia, elementi costitutivi dell'identità della Toscana. Il Castello di Lari, da me fotografato, ha fatto parte del sistema giudiziario e penitenziario dei vari regni e regnanti che si sono succeduti, dalla repubblica marinara pisana (XIII secolo) al 1962. Il tribunale e le prigioni del Castello di Lari sono state quindi luogo delle ultime esecuzioni capitali
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