alba a pierino

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sabato 30 aprile 2011

notte bianca 2011 Firenze

Stasera l’Insonnia Creativa ha tenuto sveglia Firenze.
Dopo il successo dello scorso anno, questa notte le strade e le piazze del centro storico di Firenze sono state nuovamente un tripudio di eventi e luci.
Una ventina di musei aperti tutta la notte gratuitamente, mostre, spettacoli e concerti, proiezioni di film e iniziative nelle principali biblioteche cittadine.
E ancora teatro, installazioni artistiche, visite guidate e performance.
Ma la notte bianca ha accolto anche i più piccoli, con un programma specifico che si snoda tra Palazzo Vecchio, l’Orto Botanico, l’Istituto degli Innocenti e altri luoghi del centro storico.

Arrivare in centro è stata però un'avventura.





Al primo tentativo, iniziato intorno alle 21,45, vedendo i tram pieni all'inverosimile, abbiamo provato a raggiungere i parcheggi della stazione, ma siamo stati respinti. Dopo aver faticosamente raggiunto la stazione di Santa Maria Novella, li abbiamo trovati completi.

Quindi, intorno alle 22,30, abbiamo tentato con la tranvia.


La fermata di "Nenni-Torregalli", quella davanti al centro commerciale di Ponte a Greve, era piena di gente in attesa del tram, sia in direzione centro, che verso Scandicci.



Siamo arrivati fino alla fermata di "Resistenza". Lì abbiamo preso il tram verso Scandicci. Al capolinea abbiamo preso il tram per il centro. Come noi tutti gli altri. Il tram è partito completamente pieno.
Lungo il tragitto della linea 1, ad ogni fermata nessuno è riuscito a salire per quanto il tram era già pieno.


I tram, ogni dieci minuti, scaricano vagonate di persone.

Sotto le logge del Museo Alinari, altalene legate al soffitto.



In Piazza S. Maria Novella, installazioni e ballerini improvvisati al ritmo di street music.




Piazza Duomo e via Calzaioli invase da una folla in continuo movimento.



In Piazza della Signoria c'è un po' il centro della notte bianca.



Lunghe file per entrare in Palazzo Vecchio, mentre giovani si scaldano a ritmo di musica nella piazza spazzata da folate di un vento fresco.

Agli Uffizi è in corso la maratona Jazz. Un quartetto suona musica di buona qualità





L'arno sembra immobile sotto al Ponte Vecchio, mentre il rossore delle luci della città tinteggiano i nuvoli che navigano veloci nel cielo.


Le vie principali sono affollate, in qualche vicolo meno transitato si vedono delle installazioni.



Ci rendiamo conto però che la maggior parte degli aventi finisce alla mezzanotte.
Sono già passate le due della notte, quando torniamo al tram.
Sarà una battaglia per salire, ma per fortuna riusciamo a prendere il primo tram in partenza.

venerdì 29 aprile 2011

un po' di Marche (omaggio a Franco Fontana)

La mia attenzione alla fotografia è nata mentre frequentavo le scuole superiori.
Fu, come accade spesso, una concomitanza di fattori.
Uno di questi: la mattina, sul treno per Firenze c'è una ragazzo, Fabio Panchetti, che mi parlava di questo magnifico strumento.
Un altro: a scuola, un professore appassionato di fotografia, fece un corso di fotografia per gli alunni, a cui partecipai.
Nel frattempo mi ero comperato una Zenit, completamente manuale, credo la macchina reflex più economica che c'era allora sul mercato.
Poi, sempre a scuola, fecero un concorso, a cui partecipai, vincendo il secondo premio, una stampa di Bueno (mi ricordo).


Cominciai anche ad acquistare un po' di riviste, e feci la "grossa" spesa di acquistare due libri fotografici.
Avevo 17-18 anni, e mi ricordo che fu una scelta molto ragionata.

Decisi di acquistare un libro di un autore in bianco e nero ed uno a colori.
Per il bianco e nero scelsi Ansel Adams, mentre per il colore la scelta ricadde su Franco Fontana.
Entrambi i volumi sono nella biblioteca in mansarda della mia casa di San Miniato Basso.

Oggi, viaggiando per le colline pesaresi, il paesaggio ricordava molto le immagini di quel volume di Fontana.

















giovedì 28 aprile 2011

come in visita ad un monumento

Chissà...


Si parla tanto di "bellezza del paesaggio", di interventi di pianificazione del territorio "appropriati", di "valutazione degli impatti".
Negli anni '70 ed '80 il tracciato della Cassia, la S.S. 2, fu oggetto di consistenti lavori di ammodernamento.
Questi lavori furono caratterizzati soprattutto da un profondo ridisegno del suo tracciato, soprattutto nel tratto tra Siena ed il Lago di Bolsena. Oltre alla realizzazione di una serie di varianti per aggirare, evitandoli, i centri storici dei paesi lungo il suo tracciato, furono realizzati delle sostanziali modifiche, anche per "raddrizzare" la parti più tortuose.
In questi tratti furono abbandonati i crinali, per costruire la nuova strada sui fondo valle.
I due principali esempi sono il tratto da Torrenieri a San Quirico d'Orcia, ed il tratto che evita la salita (e la discesa) per Radicofani.
Nei nuovi tratti è stato fatto largo uso di viadotti per rendere rettilinei i tratti di fondo valle.

Chissà se oggi i signori a cui sta tanto a cuore la conservazione (integralistica) del paesaggio, consentirebbero, all'interno della Val d'Orcia di un intervento del genere.
Già in un'altra occasione ho toccato questo argomento.


Comunque, sta il fatto che se la variante da Torrenieri a San Quirico d'Orcia fosse stata bocciata in nome dello scempio al paesaggio, provocato dalla serie di viadotti che lo caratterizzano, il gruppo di cipressi, realizzato alla fine dell'800 per la caccia agli storni, non sarebbe mai diventato l'emblema mondiale della Val d'Orcia prima, ma anche dell'intera Toscana.
Perché Franco Fontana forse non lo avrebbe mai fotografato, visto che dal vecchio tracciato della Cassia, mai si sarebbe visto.







Immagini scattate la scorsa domenica 17 aprile, intorno alle ore 19,00, durante l'uscita fotografica con gli amici del corso.