alba a pierino

alba a pierino

domenica 28 febbraio 2010

Salto a ostacoli Pierino, seconda giornata


Flavie ha dormito nel suo box, dentro alla capanna.

E oggi ha fatto il suo secondo allenamento nel nostro nuovo galoppatoio.
Passo, trotto e galoppo lungo la pista.


Incrocio con cambio di mano su di una barriera a croce sulla diagonale del campo.
Barriera orizzontale che viene alzata di 5 cm fino ad 80 cm,, prima a mano destra e poi a mani sinistra.
Conclusione dell'allenamento con percorso a 5 ostacoli da 60 cm.
La barriera verde ed azzurra a mano destra, ultimo ostacolo, viene rifiutato dalla cavallina.
A Flavie non piace quell'abbinamento di colore, così Agnese gli presenta l'ostacolo posto a terra al passo, poi al trotto alzato a 30 cm, quindi al galoppo prima ai 45 cm, e poi ai 60 cm.
Ripetuto il percorso in modo netto, finisce l'allenamento.









Per premio, Flavie si mangia un bel po' di erba...

sabato 27 febbraio 2010

la prima volta del nuovo galoppatoio

Stamani, di buon ora, mi sono messo a fare il falegname, e ho preparato 3 coppie di pilieri per i nuovi ostacoli.


Prima di pranzo sono riuscito anche a iniziare un grosso rastrello di ferro da trainare con il trattorino, per spianare il terreno del galoppatoio.
Dopo pranzo ho finito il rastrello, e ci ha pensato la mia piccola Agnese a guidare il trattorino, e quindi a rastrellare il campo.

Nel pomeriggio è venuta Simona, l'amichetta della mia bimba. L'ha invita ad inaugurare insieme a lei il nuovo galoppatoio.








Flavie poi ci ha messo del suo...

venerdì 26 febbraio 2010

il mio banco da lavoro

Dopo alcuni tentativi di far combaciare i miei impegni, con gli impegni di lavoro di Giovannino, stasera ci siamo riusciti.
Avevo bisogno del suo aiuto per portare il mio banco di lavoro, che stava nel capannone della mia casa a San Miniato Basso, quassù a Pierino.
La baracca non è ancora proprio finita. Devo rifinire le pareti sui lati di gronda, montare le gronde stesse, mettere un chiavistello alla porta, e finire le finestre che adesso sono chiuse da dei fogli di plastica.
Ma è pronta per ospitare il mio banco da lavoro, d'altronde ho già fatto l'impianto elettrico.


Per portarlo quassù a Pierino, c'era bisogno di un camion con gru, perché il mio banco da lavoro due persone non ce la farebbero a sollevarlo, neppure in quattro.
Il banco ha una forma ad L, e l'imbracatura non poteva essere equilibrata, così mi sono dovuto sedere su di un lato per equilibrare il banco durante il suo sollevamento.






Con la gru siamo riusciti ad infilarlo nella baracca, ma poi il banco lo abbiamo dovuto posizionare a mano.

Non è stato facile, e ci siamo riusciti solo facendolo scivolare sul pavimento.


Adesso ho la mia morsa, e potrò utilizzare la mia saldatrice per costruire un rastrellone di ferro, da trainare con il mio trattorino, per passare il campo ad ostacoli.

Le foto di questo post sono state scattate dalla mia bimba...

giovedì 25 febbraio 2010

dal mattino a notte fonda

Due immagini, due istanti dello stesso giorno.
Il cielo sopra il ciliegio, a Pierino, al mattino, poco dopo l'alba.





La stessa porzione di cielo,
pochi minuti fa.
Con la luna che illumina
le nuvole in transito.

mercoledì 24 febbraio 2010

una storia da raccontare

Renon (Ritten, in lingua tedesca), è piccolo comune della provincia di Bolzano.


Qui ho visitato un impianto di teleriscalda-mento alimentato a legno, di cui è proprietaria la Bioenergie - Termocentrale Renon Società Cooperativa - Collalbo/Renon (BZ).
In Alto Adige, sono ben 34 gli impianti di teleriscaldamento che funzionano a legno, soddisfacendo il 17% del fabbisogno calorifico totale. Ma questa iniziativa ha aspetti molto particolari.

Intanto il contesto. Renon/Ritten si trova su di un altopiano tra i 1.000 e i 1.300 m. s.l.m..
Si sale dai circa 300 m. s.l.m. di Bolzano, per una strada i cui tornanti sostenuti da muri a secco, risale un costone coperto da vigneti.
E' il primo posto di montagna che trovo, dove, leggendo l'andamento demografico, la popolazione è cresciuta negli ultimi anni, quasi del 18% negli ultimi 20 anni.
La storia da raccontare è questa.
Qui siamo in zona climatica F, con 4223 GG, cioè con 4223 su 8760 ore all'anno in cui è necessario tenere il riscaldamento domestico acceso per avere una temperatura cosiddetta "convenzionale". Per fare un confronto, San Miniato è in zona climatica D, con 1.513 GG.


Tre anni fa, per volontà dell'amministra-zione, su iniziativa di un funzionario del servizio forestale appena andato in pensione, decidono di realizzare un impianto di teleriscalda-mento, cioè una grossa centrale termica, capace di fornire calore ad un alto numero di abitazioni, alimentato a legno proveniente dalle attività forestali della zona, taglio del bosco e segherie.
Per fare questo hanno costituito una società cooperativa, tra utenti e boscaioli.

Oggi, dopo un anno di esercizio, sono allacciate circa 250 abitazioni, che consumano circa 1.100.000 kWh termici. Fino allo scorso anno, gli abitanti (abitazioni private, alberghi, officine, fabbriche, ecc.) oggi allacciati, spendevano complessivamente circa 2.000.000 € in GPL. Quindi denaro che solo in piccolissima parte restava in paese.
Oggi gli utenti allacciati spendono complessivamente circa 1.100.000 €, per avere lo stesso servizio. Ma non si stratta solo del risparmio, perché oggi tutto quel milione ed oltre di euro, resta tutto in paese. Perché il legno lo tagliano i boscaioli di Renon, le segherie della zona, il caldaista è un ragazzo del paese, le segretarie sono due mamme del paese, la centrale l'hanno costruita gente del posto, o al massimo di Bolzano.



L'impianto, oltre che riscaldare le case del paese, produce anche energia elettrica che viene immessa in rete.

Hanno fatto un impianto molto bello da vedere. E non hanno badato a spese. Gli è costato circa 18 milioni, ed hanno avuto un contributo dalla Provincia Autonoma di Bolzano del 30%. La Cassa Rurale del posto ha finanziato il 55%, ed il resto lo hanno sottoscritto i soci.

Se però si guardano i conti, l'iniziativa economica raggiungerà il pareggio tra 15 anni, alla fine del termine degli incentivi per la produzione di energia elettrica.


Ma il presidente della Cooperativa ce l'ha detto subito in premessa: -Questa è una società senza fini di lucro, l'importante per noi è che il paese viva e la montagna venga mantenuta.-.

martedì 23 febbraio 2010

oggi sono andato a "Gallina"


Gallina è un gruppetto di case lungo la Cassia, nel comune di Castiglione d'Orcia, proprio al centro della Val d'Orcia.


Lì stiamo per mettere in marcia un impianto
che trasforma la paglia in gas,
e quel gas bruciato in un motore
diventa energia elettrica.


L'aria era aveva tepori e profumi primaverili. Le colline di creta sono già colorate di un verde intenso.

lunedì 22 febbraio 2010

il castello di Antognolla

Nel tardo pomeriggio di oggi, di ritorno da Bologna-Finale Emilia-Pesaro-Cagli-Gubbio, ho scelto di passare da Corciano-Lago Trasimeno invece di Città di Castello-Arezzo.
Il motivo? Rivedere il castello di Antognolla.

Non è fra i più famosi castelli dell'Umbria. Si trova a nord del monte Tezio al di sopra di una collina a dominare la strada provinciale del Pantano che collega Pietrantonio (sulla E45) con Corciano.
Vicino ad esso c'è l'omonimo campo da golf.
Questa zona segna il confine geografico fra i comuni di Perugia ed Umbertide, ed è piena di boschi.

Purtroppo il castello è di proprietà privata e non è né accessibile né visitabile. E' in ottimo stato di conservazione e la sua epoca di costruzione risale al '300. Ha una forma quasi circolare, con mura molto alte ed enormi torri d'appoggio.

Ho letto che esso sia stato fondato in epoca romana, da Lucio Antonio, che successivamente all'assedio della città di Perugia vi si ritirò dietro ordine di Augusto. Secondo alcune fonti storiche, il corpo di Sant'Ercolano martire sarebbe stato occultato proprio qui. Le sue reliquie vennero scoperte solo successivamente per poi essere trasportate al Duomo di Perugia.

Le notizie certe sono che la famiglia Antognolla da cui il castello prende il nome era una famiglia molto nota nella città di Perugia e aveva una casa a Porta Susanna.

In data 1404 il nobile Giacomo degli Arcipreti, con altri suoi seguaci tentò di notte un colpo sulla città di Perugia che poi fallì e dovette rifugiarsi in questo castello. In rappresaglia, le truppe perugine assediarono il castello per diverso tempo e riuscirono a farselo consegnare Giacomo degli Arcipreti, il quale, assieme ai suoi, venne imprigionato nella fortezza di Castiglione del Lago. Lui riuscì a fuggire, mentre molti altri dei suoi vennero condannati a morte.

Nel 1480 è la volta dei Baglioni, famiglia importante di Perugia, che conquistano il castello per mettere fine ai contrasti con il proprietario Niccolò da Antognolla.

Solo fino al 1605 si hanno notizie dei conti del castello di Antognolla, fino a quando Cornelio Oddi ne acquistò tutta la contea dietro approvazione dell'allora papa Urbano VIII.

Sotto la chiesa attuale si trova la cripta che fu dedicata al già citato Sant'Ercolano che vi fu seppellito prima di essere portato a Perugia.

L'architettura del castello è ottima e il suo significato storico ha avuto la sua rilevanza nella storia di Perugia, una roccaforte di transito fra il territorio perugino e la Valtiberina.

Sembra che l'unica cosa che si può fare per ora è giocare a golf nel campo. Peccato non poter entrare nel castello per visitarlo, negli anni recenti è stato anche oggetto di restauri.

Se vi trovate a passare lungo la strada, dategli uno sguardo, perché merita veramente.

domenica 21 febbraio 2010

la staccionata

Domenica di lavoro.
Pierino stamani era pieno di sole. L'aria era tiepida e trasportava un concerto di cinguettii. Molto più melodico del SanRemo di ieri sera.
Sono sceso, con trattorino con gli attrezzi sul rimorchio, al campo grande, così chiamiamo il galoppatoio, per finire la staccionata.

Ci avevo lavorato anche ieri pomeriggio.


Alle 11,00 ho dovuto sospendere i lavori per scendere a casa mia, a San Miniato Basso. Dovevo incontrare una persona, e ne ho approfittato per tagliere e prendere un po' di tavole e correnti per fare i pilieri per gli ostacoli da usare nel galoppatoio.

Dopo pranzo mi sono apprestato a scendere a rifinire la staccionata e portare in capanna il trattorino, ma il ciliegio ha preannunciato che il tempo stava cambiando.

Così ho deciso che, prima di rifinire la staccionata, avrei sistemato la strada per Pierino.


Era da prima di natale che non rilevellavo la strada. Ho preso il trattore con la pala-sbancatrice, e mi sono messo a lavoro.
Per sistemare la strada uso inclinare in avanti e su un lato la pala, così da raschiare il bordo della strada spostando la ghiaia verso il centro. Lo faccio prima su di un lato, a scendere, e poi sull'altro a salire. Poi rimetto la pala trasversale e parallela al terreno, girandola all'indietro, e ripartendo dall'inizio della strada, salgo a Pierino livellando la ghiaia che si accumula al centro.

E' un lavoro lungo, ci impiego sempre più di un paio d'ore, d'altronde la strada è lunga più di un chilometro e mezzo.

Mentre scendevo la prima volta, ha iniziato a piovere.
Così ho fatto tutto il lavoro sotto l'acqua.

Alla fine, già abbastanza bagnato, sono andato, sempre sotto la pioggia, a riprendere il trattorino che era ancora nel galoppatoio.

sabato 20 febbraio 2010

ma di cosa è fatto questo cavallo?




Sabato al maneggio.
Era da sabato scorso che la bimba non montava la sua cavallina. Al maneggio non c'era nessuno. Gli istruttori erano fuori per gare.
Abbiamo sellato Flavie, e siamo andati in campo. Gli abbiamo fatto fare un po' giri alla corda, così da farla sfogare un po'. Solitamente i cavalli che fanno gare sono abituati a lavorare tutti i giorni. Spesso il lavoro è per loro un'abitudine, e stare qualche giorno fermi dentro al box li rende nervosi.





Flavie non appartiene a questo tipo di cavalli. E' capace di stare ferma anche una settimana, e dopo pochi minuti di passo e trotto lungo la pista, entra subito in sintonia con Agnese.
Oggi, dopo 10 minuti di riscaldamento, ha saltato alcuni ostacoli in sicurezza, e con facilità.
Ho quindi preparato un piccolo percorso con 5 ostacoli, tra i 50 e i 70 cm.



Senza esitazioni, ed in sicurezza, Agnese e la sua pony, lo hanno effettuato per due volte, senza errori.










Ma di cosa è fatto questo cavallo? Che anche stando fermo, riesce ad entrare in campo, senza dare pensieri alla mia piccola amazzone...











La sequenza del salto della gabbia...






venerdì 19 febbraio 2010

Pierino sul web

Ecco l'incrocio tra la strada provinciale e la strada per Pierino.
La foto l'ho trovata su "street view" di google maps italia.


Questa invece è la foto aerea che si trova su pagine gialle - visual.
La foto dovrebbe essere dell'anno in cui ho acquistato terreno e rudere.
Si vedono bene la serra e il quadratino con le pareti del rudere.
Dove ho fatto il galoppatoio c'era un verde campo d'erba medica.
A sinistra la casa del vicino, a destra le case di Buecchio.