alba a pierino

alba a pierino

mercoledì 30 giugno 2010

la piazza di Mel

Mel è un comune della provincia di Belluno in Veneto.
Situato in Valbelluna, sulla sponda sinistra del fiume Piave, e conserva uno dei più interessanti centri storici della provincia.


Il paese sorge su di un colle.
Il centro del paese è costituito dalla piazza principale, intitolata a Papa Luciani, nativo di un paese del Bellunese.
Su questa si affacciano alcuni, particolari, palazzi, un tempo residenze della nobiltà locale.
Tra gli edifici più importanti vi sono la casa Fulcis, ora Zadra; Palazzo Fulcis, che oggi ospita l'"Antico albergo Cappello"; il Palazzo Zorzi, attuale sede del municipio; il palazzo Del Zotto, o palazzo delle Contesse; e la casa Francescon.
Sui tetti si fanno notare i caratteristici ed elaboratissimi camini.
Sulla piazza si protende imponente la settecentesca arcipretale, barocca, e a poca distanza la più antica chiesa dell'Addolorata.

La Piazza Papa Luciani.




Il palazzo Del Zotto, o palazzo delle Contesse.



Lampioni della piazza.


Casa Francescon.


Il tricolore.


Attorno alla piazza.


martedì 29 giugno 2010

dalle finestre dei sindaci

Oggi ho arricchito la mia collezione di foto scattate dalle finestre dei Sindaci.
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/05/dalla-finestra-del-sindaco-di-stazzema.html
Guardare dalla finestra è come aprire la nostra attenzione. Passare ad un'altra dimensione, entrare in una nuova scena.
Passare dall'immediato, dal contemporaneo, che ci circonda al dopo, al nuovo, ad una cosa esterna al nostro momento. Una vista al futuro, allo spazio aperto, attraversabile dopo...
Ci sono poi delle finestre "esclusive". Non tanto e non solo perché "appartengono" a personaggi particolari, "esclusivi". Ma perché spesso sono finestre che hanno una vista particolare.
Il palazzo comunale si trova generalmente sulla piazza principale del paese, e da li si hanno spesso viste non consuete.

Dalla finestra del Sindaco di San Gregorio nelle Alpi, in provincia di Belluno.


Dalla finestra del Sindaco di Mel, in provincia di Belluno

lunedì 28 giugno 2010

nuvole, di quando si parlava della fine del millennio (2)

http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/05/di-quando-si-parlava-della-fine-del.html
Il 5 maggio scorso avevo iniziato a riproporre "Frammenti", una collana di foto-pensieri in cui raccoglievo/raccontavo dei segni che fossero capaci di rappresentare il varco della data del cambio del millennio.
Il primo numero aveva per titolo "MATTONI", e nella contrapposizione-complementarietà tra l'uomo e la natura, che giudicavo quale sintesi della vita e della società in termini globali della fine del millennio, rappresentava l'uomo.
In questo secondo numero, per rappresentare la natura, mi soffermai sulle "NUVOLE".
Quanto, con il suo costruire





Il secondo numero di "FRAMMENTI" lo pubblicai nel mese di giugno del 1995.
La presentazione avvenne nella libreria "il Barbagianni" di San Miniato.










primi pensieri
Una natura sempre capace di creare e ricrearsi.
Parlando con un amico del mio attuale progetto, di questa serie di frammenti, la cui raccolta consegnarla come memoria al millennio che sta per affacciarsi difronte a noi, gli prospettai la mia idea di parlare, in questa seconda uscita, delle nuvole. Questo mio amico subito mi obiettò: — A quale scopo? Nel tremila credi che non ci saranno più nuvole? —. L'obiezione mi colpì, veramente, ed è stata la svolta alla mia idea di rappresentare questa manifestazione della natura.
La presenza, anche nel terzo millennio, di nuvole multiformi, era per me un sicuro presupposto, ma non avevo pensato, con precisa intenzione, di dare alle immagini che avrei realizzato, una collocazione ambientale quanto più possibile visibile. Dovevo cioè dare alle nuvole la possibilità di legarsi ad un'elemento ambientale che le rendesse non tanto databili, ma riconoscibili in quanto aventi un legame col soggetto necomponeva assieme l'immagine.
Partendo da un'idea base di rappresentare la natura, quale elemento interdipendente, ma sostanzialmente contrapposto all'uomo, da presentare quale prima risposta al primo frammento, i mattoni di prima uscita, ho scelto le nuvole. Il nuovo percorso dove i foto-frammenti di questa collezione, si muove infatti su questa contrapposizione-complementarietà uomo e natura. Ed ho scelto le nuvole, perché mi interessava mostrare una natura sempre nuova, mutevole sull'istante, sempre capace di creare e ricrearsi. Una natura che è capace di rinnovarsi, senza alcuna possibilità di controllo.
La nuvola si forma, si muove, si manifesta e si dissolve senza che l'uomo la possa in qualche modo controllare. O almeno possiamo, o ci piacerebbe, crederlo. Infatti c'è chi è pronto ad obiettare anche su questa, che può sembrare una palese evidenza. Si può mettere in correlazione al movimento e la natura delle nubi, all'attività dell'uomo? Sì, si può.
Le emissioni nell'atmosfera di gas prodotti dalle attività umane sono alla base di una diffusissima opinione che li addita come causa di un surriscaldamento dell'atmosfera terrestre che gli studiosi stanno registrando, con crescita progressiva, in questi ultimi decenni. Se quindi consideriamo correlato all'attività dell'uomo questo aumento della temperatura media della nostra atmosfera, questo mutamento climatico ha senza dubbio influenza sulla formazione delle nubi.
Maggior calore si lega proporzionalmente, quale effetto collegato, a maggior evaporazione. Maggior evaporazione sta a significare una maggiore possibilità di formazione di gruppi nuvolosi, che vanno a concentrarsi dove le correnti in quota si dirigono. La direzione di questi gruppi nuvolosi è a questo punto anch'essa influenzata, per effetto, dal maggior surriscaldamento dell'atmosfera, in quanto, va considerato, è provocato dall'attività di uomini che abitano una limitata area del pianeta.
Ciclicamente, nella storia dell'uomo, si sono ricordati periodi di siccità e di estrema piovosità. Con alluvioni spesso molto più catastrofiche di quelle che noi abbiamo vissuto o che ci viene raccontato per esperienza diretta. La situazione idro-ambientale del nostro territorio era senz'altro diversa, ma non per questo sempre migliore. E' infatti importante ricordare a tale proposito che fino a non più di qualche secolo fa, soprattutto la nostra regione, la Toscana, era costellata da tutta una serie di zone cosiddette umide, che rappresentavano un notevole e pericoloso focolaio di natura igienica e sanitaria.
Le zone paludose di Fucecchio e Bientina, a noi molto vicine, ma altre zone come la Val di Chiana o la Maremma grossetana avevano una natura idrogeologica ostile alla presenza dell'uomo. Se con il suo sviluppo l'uomo è riuscito a gestire anche questi territori, nel trarne i vantaggi, ne ha poi subito gli svantaggi. Va infine considerato che è stato lo stesso sviluppo dell'uomo ad accrescere l'entità dei danni che egli stesso può subire.
Questo non solo perché imbrigliando la natura dentro a dei limiti, essa sembra provocare ancor più danno quando si manifesta nella sua piena forza, ma soprattutto perché oggi l'uomo di fianco e sopra alla natura ha costruito un valore ben più grande di quello che qualche secolo fa era stato capace di costruirci. In conclusione mi sbilancio nell'affermare che la natura fa comunque il suo solito corso, è l'uomo che subisce più danni perché espone ad essa un maggior valore.
Ma se vogliamo continuare ad affermare che il clima terrestre sta mutando, a seguito del mutato sviluppo umano, posso tranquillamente dire che, sicuramente, nel terzo millennio ci saranno delle nuvole ad attraversare il cielo, e che esse potranno essere diverse da quelle che in questi giorni sono passate sopra di noi. Se non altro nella forma e nel colore, oltre che all'ubicazione spazio-temporale.

pensieri in foto
Il nuovo percorso dove i foto-frammenti di questa collezione, si va ad inserire è la presenza di un elemento mobile e mutevole come le nuvole, all'interno di contesti diversi. Le nuvole, nel loro movimento e metamorfosi, si inseriscono in notevoli scenari. Così, pur partendo dal presupposto, e luogo comune, del naturale ambiente della nuvola, cioé la sua presenza nel cielo, essa può entrare in rappresentazioni del vero originali e particolari.
La fotografia, soprattutto nell'idea comune diffusa, della autosufficiente capacità di una macchina di compiere un'operazione e di ripeterla il numero di volte voluto, non riesce, soprattutto da approcci superficiali, a ritagliarsi il suo spazio come arte espressiva. Questi foto-frammenti sull'aspetto di un elemento di fine millennio riporta alla sua reale importanza la capacità della fotografia non solo nel ritrarre dal vero, ma soprattutto del saper cogliere nell'attimo e nel luogo un'immagine, insieme di soggetti e luci, unica ed irripetibile.
Unicamente realizzata per unici motivi riconducibili alle sole capacità tecniche e sensibilità artistica dell'esecutore della fotografia. Il ritrarre dal vero non è l'unico aspetto artistico della fotografia, essa è arte infatti in molteplici altre manifestazioni. Resta però fermo il punto della sua irripetibilità, comunque. Le nuvole insegnano, mai uguali, mai nello stesso posto, attimo per attimo.

Otto fotoFrammenti di nuvole passate sopra di noi in questi giorni.
I foto-frammenti che propongo con "NUVOLE", sono immagini raccolte in più giorni nella primavera di questo anno, osservando e ritraendo il cielo sopra e attorno la mia casa.


Primavera sono le nubi bianche e lontane, portate dai primi venti tiepidi che fanno schiudere i fiori degli alberi da frutto. I rami fioriti si alzano davanti a nuvole bianche e lente.






In un cielo ampio, pieno di grosse nuvole, dalle sfumuture dal bianco al grigio cupo, si cerca spesso con lo sguardo una forma che ci colpisca l'attenzione, che ci favorisca l'immaginazione, che ci liberi i pensieri. Quando poi le Nuvole viaggiano sui fili del treno, sono dei comodissimi nascondigli dove far correre la nostra mente.




Ad un Traliccio dell'alta tensione, tra i suoi spessi cavi elettrici sembra che ci si impligliono le nuvole scure e basse che, veloci, vengono ad annunciarci il cambiamento del tempo. Le nuvole si agganciano al traliccio e se ne liberano subito, per far posto ad altre in arrivo.




Il paesaggio è spesso disegnato da Nuvole sulla campagna, che la sorvolano ed entrano con essa in simbiosi. Spostandosi sotto di esse una simpatica macchia d'ombra.




Le nuvole sono anche portatrici di pioggia, e quando ne sono cariche lo mostrano e lo annunciano. Oscurano il sole, si fanno brune e pesanti, rallentano la loro marcia e si mostrano. Il Temporale si presenta con il suo cupo aspetto.


Con l'attardarsi del giorno, le Nuvole alte prendono il colore del sole. Gialle o rossastre sembrano prendere altre forme, altra consistenza e sembrano essere più lontane.


Sopra la collina una massa informe, dall'aspetto schiumoso, si fa avanti. Sono nuvole il cui colore si incupisce, ed il cielo con esse acquista un aspetto angosciante, dal senso indefinito.



Al tramonto poi le nuvole acquistano una poesia propria, il veloce calare del sole ne muta di continuo l'aspetto, ed esse si prestano al gioco presentandosi frastagliate ed allungate.

domenica 27 giugno 2010

un attimo di complice felicità


Due persone, una coppia apparentemente molto anonima. Dallo sguardo non triste, forse serio. Di quegli occhi che hanno visto troppa quotidianità, troppe abitudini informi e ripetute.
Si fermano davanti alle foto dell'estemporanea esposte lungo la strada.



Si riconoscono in una foto, dove si vedono assistere ad uno spettacolo. Lei si fa coraggio e chiede se la foto è acquistabile.
Ci racconta un piccolo, immediato, frammento della sua vita, quale giustificazione che l'ha spinta a chiedere quella foto.

Noi non usciamo mai... Ma ieri sera ci siamo riusciti... Noi non usciamo mai, ma stasera siamo tornati.–.

Chissà la quotidianità fatta di stanchezza per il lavoro, le cene messe a tavola tardi.
Chissà, l'impegno dei figli, di poca voglia o possibilità di spendere.
Chissà, la voracità di una televisione vuota di parole...
Ho chiesto loro pochi soldi, il costo della carta e dell'inchiostro. Lei ha apprezzato. Si è fatta incartare la foto, e poi, uscendo, ha incrociato lo sguardo del marito, e gli ha fatto il piccolo, semplice, sorriso di piacere. Subito le labbra di lui si sono arricciate in un garbato, sereno, sorriso.
Si sono scambiati, compiaciuti di avere un ricordo di quella loro "uscita estemporanea", con quel semplice sorriso, un breve attimo di complice felicità.

sabato 26 giugno 2010

briciole colorate in un paese in festa

Seconda serata della nostra estemporanea fotografica.
Calano le prime, lunghe ombre della sera.
Le luci, le prime che si accendono, e si fanno più intense, allungano le ombre ancora di più.
Il mondo della festa si anima di tanti microcosmi, alcuni immobili, altri in movimento, ma tutti, originalmente colorati.
Forme, oggetti, tessuti, luci e ombre. Tutti hanno un loro colore, i loro colori.
Come briciole, coriandoli, si trovano, dispersi ovunque, tra il boccascena del paese-teatro fin dietro le quinte.
Nascosti o in primo piano.
Sono i dettagli, e, al tempo stesso, le svaffature del colpo del pennello.

la Luna è azzurra

tavolata di libri

Galileo indica il cielo

panni stesi in attesa di essere indossati

cappelli e cappelliere

foulard a colori

un angelo (un colore), per ciascuno...

sipario, chiuso...

il baco nella mela

stoffa a fiori

venerdì 25 giugno 2010

estemporanea fotografica a La Luna è azzurra

Chissà, forse la dovremmo chiamare improvvisata, più che estemporanea...
Però è stato fantastico, vedere, immaginare, scattare e poi stampare.
E appena scattato cimici e foto attaccata al pannello, esposta ai passanti.
La fotografia immediata esiste, nonostante siano sparite le "polaroid".
Fatte le foto, stampate ed esposte, non manca che mettere qui, sul blog.
Tutto in tempo reale, o meglio "virtuale", dall'immaterialità dell'immagine digitale, al mare invisibile, ma senza margini né confini del WEB.

La Luna è azzurra. Festival internazionale del teatro di figura, San Miniato (PI), XXVIIa edizione 24-25-26 Giugno 2010.
"La Luna è azzurra” è l’appuntamento con il meglio del teatro di figura italiano ed internazionale.
http://www.terzostudio.it/pages/organizzazione/lunazzurra.htm

Le immagini del diario fotografico di stasera.
L'Attore con la Valigia.

l'Attore con la valigia.

passeggio aspettando l'attore con la valigia

lo spettacolo dell'Attore con la valigia

spettacolo e spettatori

fisarmonica e marionetta

giovedì 24 giugno 2010

frammento di viaggio

Un viaggio è spostarsi da un luogo all'altro.
Vedere il mondo che scorre attorno a noi, mutando, ricambiandosi.
Spesso, i viaggi sono un complesso intreccio di scene di vita. Mondi paralleli, rivoli di vite, che diventano torrenti o fiumi.
Gocce sparpagliate che si raccolgono ad altre, in luoghi apparentemente senza identità, storia o necessità, ma che diventano porti, attracchi per nuove destinazioni.
Così un viaggio può essere un insieme di frammenti, di viaggi minimi.
E' un'alba sporca, con un cielo che tarda a liberarsi di nubi ancora pesanti, con acqua ancora da far cadere.
Lungo la strada, una costante, mutevole pioggia di raggi di un sole che squarcia a più riprese la sparpagliata coltre di nuvole.



Mi ricordo altre mattine, con albe di nebbia, anche densa. Mi ricordo di un velo bianco, che era come se si alzasse e si riabbassasse, come un foulard mosso dal vento. Una folata più forte, e anche il sole riusciva a gettare il suo occhio, per poi chiudersi col calare, di nuovo, del velo bianco.
La strada raccoglie vite, come la costola di una foglia, che al mattino raccoglie le gocce di rugiada per farle cadere, lungo lo stelo, fino alla radice.





Metafora, per metafora. Qui lo stelo è la tranvia. Si lascia l'auto, si "cala" verso la fermata e si sale, o, se vogliamo, si scende, lungo la tranvia/stelo.



Dentro ai vagoni si sono raccolte altre gocce, altre vite in movimento. Che salgono e scendono.



Si scivola verso il centro della città, con l'andatura perentoria, ritmata dalle curve e dalle fermate.




All'arrivo, le gocce sono diventate un fiume di vita. La stazione è un autentico collettore, smista, tra bar, sale d'attesa, treni o semplice passaggio, un'umanità brulicante.