alba a pierino

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giovedì 24 giugno 2010

frammento di viaggio

Un viaggio è spostarsi da un luogo all'altro.
Vedere il mondo che scorre attorno a noi, mutando, ricambiandosi.
Spesso, i viaggi sono un complesso intreccio di scene di vita. Mondi paralleli, rivoli di vite, che diventano torrenti o fiumi.
Gocce sparpagliate che si raccolgono ad altre, in luoghi apparentemente senza identità, storia o necessità, ma che diventano porti, attracchi per nuove destinazioni.
Così un viaggio può essere un insieme di frammenti, di viaggi minimi.
E' un'alba sporca, con un cielo che tarda a liberarsi di nubi ancora pesanti, con acqua ancora da far cadere.
Lungo la strada, una costante, mutevole pioggia di raggi di un sole che squarcia a più riprese la sparpagliata coltre di nuvole.



Mi ricordo altre mattine, con albe di nebbia, anche densa. Mi ricordo di un velo bianco, che era come se si alzasse e si riabbassasse, come un foulard mosso dal vento. Una folata più forte, e anche il sole riusciva a gettare il suo occhio, per poi chiudersi col calare, di nuovo, del velo bianco.
La strada raccoglie vite, come la costola di una foglia, che al mattino raccoglie le gocce di rugiada per farle cadere, lungo lo stelo, fino alla radice.





Metafora, per metafora. Qui lo stelo è la tranvia. Si lascia l'auto, si "cala" verso la fermata e si sale, o, se vogliamo, si scende, lungo la tranvia/stelo.



Dentro ai vagoni si sono raccolte altre gocce, altre vite in movimento. Che salgono e scendono.



Si scivola verso il centro della città, con l'andatura perentoria, ritmata dalle curve e dalle fermate.




All'arrivo, le gocce sono diventate un fiume di vita. La stazione è un autentico collettore, smista, tra bar, sale d'attesa, treni o semplice passaggio, un'umanità brulicante.


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