alba a pierino

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lunedì 29 giugno 2015

il Giannoni



Durante i tre giorni del 32° festival internazionale del teatro di figura “La Luna è Azzurra” il C.R.A. Centro Raccolta Arte, animata, tra gli altri, dall'amico Filippo Lotti, presso i locali della Torre degli Stipendiari – Ex falegnameria,  di via Conti, sono state esposte una selezione di opere dell’artista sanminiatese Gianfranco Giannoni.


Agli spazi della Torre degli Stipendiari si accede dall'arco che da via Conti immette nella splendida piazza del vecchio seminario vescovile. Fino a poco più di vent'anni fa, i locali ospitavano la falegnameria comunale, dove di fatto si riparavano i mobili del palazzo comunale e delle scuole del paese.
Con costruzione dei nuovi magazzini comunali, gli spazi furono liberati, ed una associazione oggi non più attiva, chiamata per l'appunto “La Falegnameria”, vi aprì uno spazio espositivo, ed il Giannoni fu uno dei primi artisti ad esporre in questo spazio.


domenica 28 giugno 2015

le femmina morta



Lo spettacolo "la femmina morta" è tratto da una storia vera accaduta il 25 maggio 1932 sulle montagne tra il Lazio e l’Abruzzo.



Accadde che un aereo con a bordo un gruppo di francesi, precipitò in una zona chiamata “femmina morta”.
Morirono tutte le persone a bordo, tra colore anche Susanne Picard e suo marito, che qualche giorno prima erano scampati ad un disastro navale, quasi che la morte li inseguisse.


A raccontare ed interpretare questa storia, nello spazio "per adulti" del festival internazionale di teatro di figure "la Luna è Azzurra", è l'amico Andrea Mancini, studioso di teatro e poliedrico artimbanco, che per l'occasione mette le vesti di animatore di piccole figure e narratore di storie fantastiche.




La messa in scena parte da un grande tavolo d’artista, realizzato da Giulio Greco, e da alcuni oggetti, che alludano a una nave, ad un aereo, ad altri oggetti e personaggi di carta ritagliati mentre vengono raccontati.


sabato 27 giugno 2015

costruire, un gioco



Costruire un gioco, è un gioco.






Tagliare ed inchiodare, incollare e poi colorare, lo si fa per costruire un gioco, ma soprattutto lo si fa per giocare.




Costruire è un gioco per grandi e piccini.

venerdì 26 giugno 2015

campagna d'estate


La campagna mi è sempre piaciuta. 
D’estate poi, 
diventa il luogo prediletto 
dei miei pensieri.


D’estate, poi,
la campagna si riempie di sole 
e la terra comincia a seccarsi, 
sempre in attesa che un acquazzone la ristori.

giovedì 25 giugno 2015

i fratelli Taviani cittadini onorari di San Miniato



Paolo e Vittorio Taviani, nati a San Miniato, oggi ne sono anche cittadini onorari.




La cerimonia si è svolta nel tardo pomeriggio, in una sala del consiglio comunale gremitissima.



Ma prima di passare al cerimoniere, i due registi si sono affacciati per qualche istante dalla finestra del Sindaco.
Ed ammirando il paesaggio hanno detto:
E' molto bello, ma non è come lo conoscevamo noi. Era tutto coltivato...







Per Paolo e Vittorio, San Miniato rappresenta i ricordi della giovinezza, ma anche la riconciliazione con quella cultura delle immagini del paesaggio toscano, con la tradizione letteraria che affonda le radici nella storia, e con la cultura antifascista e la tradizione colta di Firenze.
Senza però dimenticare che è stato luogo del loro primo incontro con il cinema da spettatori prima e da registi poi.




Dopo la cerimonia, proiezione del loro ultimo film, Decameron, all'auditorium di Piazza Bonaparte.





mercoledì 24 giugno 2015

onde si spighe mosse dal vento



Un vento insistente e caldo pettina le spighe dei campi di grano, mentre oggi percorro di nuovo la Cassia.

Tra Torrenieri e San Quirico d'Orcia ho rivisto il mio campo di Coriandolo.


I fiori bianchi non ci sono più, sono sfioriti.
Ma la pianta non è ancora matura per essere raccolta.

martedì 23 giugno 2015

i fuochi di San Giovanni in Rocca


Ieri avevo ospiti con i quali ho pranzato a San Miniato.
Hanno visto il manifesto della festa dei Fuochi di San Giovanni, la manifestazione popolare che da sempre si svolge sul prato della Rocca di San Miniato.


Faccio subito notare ai signori, che non si tratta di fuochi d'artificio, ma di semplici, per così dire, falò di fascine e paglia.


Spiego loro che più che festeggiare il santo, è una sorta di rito, tra il religioso ed il pagano, dove si propizie il buon esito della raccolta del grano, raccontando loro del rituale della mosca messa a bruciare sulle braci.
La mosca sono piccoli mazzi di spighe ed un aglio, legati sulla punta di un'asta, e arrostiti per propiziare la raccolta di messi sane e che si possano poi conservare a lungo.



I signori si aspettano che ci saranno tante bancarelle, ma invece, preciso, non ci sarà nessuna bancarella, se non un piccolo bacino dove si vederanno le "rificolone", lanterne di carta con una candela all'interno legate ad una canna, che servono ad illuminare il cammino per chi sale verso la torre.


I miei ospiti restano un po' sorpresi. Li tranquillizzo.
E' una festa dove non c'è niente da comprare, niente da spendere. Ma c'è tutto, perché c'è un falò, la bellezza di fuoco da stare ad ammirare tutti assieme, fino a che non si spegne.