Renon (Ritten, in lingua tedesca), è piccolo comune della provincia di Bolzano.
Qui ho visitato un impianto di teleriscalda-mento alimentato a legno, di cui è proprietaria la Bioenergie - Termocentrale Renon Società Cooperativa - Collalbo/Renon (BZ).
In Alto Adige, sono ben 34 gli impianti di teleriscaldamento che funzionano a legno, soddisfacendo il 17% del fabbisogno calorifico totale. Ma questa iniziativa ha aspetti molto particolari.
Intanto il contesto. Renon/Ritten si trova su di un altopiano tra i 1.000 e i 1.300 m. s.l.m..
Si sale dai circa 300 m. s.l.m. di Bolzano, per una strada i cui tornanti sostenuti da muri a secco, risale un costone coperto da vigneti.
E' il primo posto di montagna che trovo, dove, leggendo l'andamento demografico, la popolazione è cresciuta negli ultimi anni, quasi del 18% negli ultimi 20 anni.
La storia da raccontare è questa.
Qui siamo in zona climatica F, con 4223 GG, cioè con 4223 su 8760 ore all'anno in cui è necessario tenere il riscaldamento domestico acceso per avere una temperatura cosiddetta "convenzionale". Per fare un confronto, San Miniato è in zona climatica D, con 1.513 GG.
Tre anni fa, per volontà dell'amministra-zione, su iniziativa di un funzionario del servizio forestale appena andato in pensione, decidono di realizzare un impianto di teleriscalda-mento, cioè una grossa centrale termica, capace di fornire calore ad un alto numero di abitazioni, alimentato a legno proveniente dalle attività forestali della zona, taglio del bosco e segherie.
Per fare questo hanno costituito una società cooperativa, tra utenti e boscaioli.
Oggi, dopo un anno di esercizio, sono allacciate circa 250 abitazioni, che consumano circa 1.100.000 kWh termici. Fino allo scorso anno, gli abitanti (abitazioni private, alberghi, officine, fabbriche, ecc.) oggi allacciati, spendevano complessivamente circa 2.000.000 € in GPL. Quindi denaro che solo in piccolissima parte restava in paese.
Oggi gli utenti allacciati spendono complessivamente circa 1.100.000 €, per avere lo stesso servizio. Ma non si stratta solo del risparmio, perché oggi tutto quel milione ed oltre di euro, resta tutto in paese. Perché il legno lo tagliano i boscaioli di Renon, le segherie della zona, il caldaista è un ragazzo del paese, le segretarie sono due mamme del paese, la centrale l'hanno costruita gente del posto, o al massimo di Bolzano.
L'impianto, oltre che riscaldare le case del paese, produce anche energia elettrica che viene immessa in rete.
Hanno fatto un impianto molto bello da vedere. E non hanno badato a spese. Gli è costato circa 18 milioni, ed hanno avuto un contributo dalla Provincia Autonoma di Bolzano del 30%. La Cassa Rurale del posto ha finanziato il 55%, ed il resto lo hanno sottoscritto i soci.
Se però si guardano i conti, l'iniziativa economica raggiungerà il pareggio tra 15 anni, alla fine del termine degli incentivi per la produzione di energia elettrica.
Ma il presidente della Cooperativa ce l'ha detto subito in premessa: -Questa è una società senza fini di lucro, l'importante per noi è che il paese viva e la montagna venga mantenuta.-.
mercoledì 24 febbraio 2010
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