venerdì 11 dicembre 2009
la comunione di Agnese
La comunione di Agnese è stata la prima festa fatta a Pierino. La prima occasione per invitare amici e parenti a visitare la mia nuova casa. Era il 10 di giugno di quest'anno. Alla fine di marzo avevo sistemato marciapiede e piazzalino davanti a casa. A metà di maggio, finite finalmente le piogge di quest'anno da diluvio, ho sistemato la strada, con 28 camion di ghiaia.
La comunione è stata anche l'occasione per fare qualcosa, con foto e pensieri.
La prima cosa da realizzare era l'invito:
Il Testo sull'invito è una "Lettera alla mia bimba", scritta il 26 aprile 2009
Partenza notturna.
Sopra a Pierino un cielo blu cobalto disseminato di migliaia di stelle. Uno scivolo infangato mi ha sceso dentro una nebbia
gelida. Quando ne sono uscito le stelle erano svanite, vinte dalle luci dei paesi.
Ha piovuto anche questa notte, e l’acqua ha rovesciato la terra, scavato la strada.
Dicono che non c’è mai stato un’inverno così, che sia colpa del clima impazzito, e visto che piove ancora, mi chiedo dove sta la fine.
L’acqua fa tanto rumore, sbatte sui tetti, scroscia sugli alberi,
scorre in mille rivoli e ruscelli. Prima del silenzio che ne segue. Prima del vento che trascina via le nuvole.
Adesso l’inverno se n’é andato, ma allora come spieghi quello
che senti. Come ti spieghi la paura del vento che vedi far tremare le nuove foglie e poi… E ogni nuova paura?
Forse perché il vento è così forte da chiamarti lacrime agli occhi, ma poi ti rendi conto che è il tempo che passa, le stagioni
che mutano.
Sei cresciuta dei tuoi sensi, hai visto, ascoltato, parlato, gustato,
odorato. Adesso, conosciuti gli elementi, segui il sesto senso che è cresciuto dentro di te, senti la pioggia, e il vento, senti che ti porta dritta, dritta altrove.
Che freddo sentirai, e che caldo sentirai, il piacere sentirai, ed il dolore sentirai.
Per te sta arrivando il tempo, che sarà tutta vita, di un giorno
dopo l’altro, quando sembra che tutto scorra e che la luce di questi giorni di fine aprile illumini tutto e riscaldi tutto...
A volte però il freddo arriva ad ondate... folate di un vento che sembra sorprenderti ma che, in fondo, conosci bene...
Manca il respiro... strano eh?
Con tutta quell’aria... è proprio strano.
Intanto la mia strada buca la montagna e il mondo diventa piccolo, confinato da una nebbia densa.
Aurelio, pensieri alla mia bimba. 26 aprile 2009
Dopo l'invito, con tanto di cartina, c'era da fare la bomboniera. Ho pensato ad una scatolina che contenesse foto e pensieri (al solito), ed ho coinvolto Agnese.
Lei ha pensato ad illustrare la scatolina con un suo disegno, e con l'aiuto del suo maestro di pittura, l'amico Lorenzo Terreni, ne è venuto un piccolo capolavoro. Cristina ha rifinito il tutto con confetti, fiori e fiocchi.
Per le foto ho pensato a quelle che avevo realizzato ai primi maggio, durante un viaggio di lavoro che avevo fatto in Sicilia, a Marsala. Avevo l'aereo dopo cena, e ne approfittai per fare una visita allo stagnone di Marsala. Il sole stava tramontando sulle saline, e l'atmosfera era surreale, con mare piatto, il vento teso e tutto che stava acquistando lo stesso colore, quello del sole che si immergeva nel mare.
Ho fatto un portfolio di sette stampe fotografiche 58x150 (mm), dal titolo "4 elementi", e le ho montate su cartoncini 90x180 (mm). Ne ho fatte 70 copie, per 70 bomboniere.
Pensieri sui 4 elementi.
Gli amici, il lettore, si chiederanno qual’è il nesso tra il contenuto di questo cofanetto e la festa per la Prima Comunione della piccola Agnese.
Per la festa del suo Battesimo, chi era presente, chi lo ricorda, realizzai una piccola scatolina dentro alla quale raccolsi i cinque sensi che giudano l’uomo nella sua vita. Che sono gli strumenti di vita quotidiana: la vista, il gusto, l’olfatto, il tatto, l’udito.
A pochi giorni dalla sua nascita, era l’idea che potesse essere al più presto padrona dei suoi sensi, e che potesse, altrettanto presto, essere capace di sviluppare un sesto senso tutto suo.
E presto è arrivata la Prima Comunione. La bimba, guidata dai sui sensi, è cresciuta, velocemente, e oggi la società in cui vive, le riconosce una maturità fisica da ritenerla pronta a ricevere un grande dono, la possibilità di ricevere “la grazia del Signore”.
Il prossimo anno terminerà la sua prima fase di studi, la scuola elementare, sarà anche quello un ulteriore, importante, passo. Sta acquisendo, man mano, la consapevolezza che il mondo ha un significato materiale. Che le cose sono fatte di qualcosa, non è che ci sono e basta.
Fin dall’antichità, fin dall’affermarsi del pensiero ellenistico, l’uomo ha indagato la composizione delle cose. Ritenendo che gli oggetti non erano solo delle sostanze che li componevano, ma che erano il risultato della fusione di quattro elementi primari che racchiudevano in se i principi originari e i motivi dell’oggetto generato stesso.
Marsala è la punta del cuneo, l’estremo occidente dell’isola siciliana. Un braccio di terra che si allunga nel mare, dove il vento è sempre padrone della scena, e il sole si fa implacabile già a primavera.
E’ la punta di una lancia, l’aculeo su cui si concentrano le forze, come fosse la metafora ideale dove i quattro elementi che costituiscono il mondo si incontrano e si manifestano.
In questo luogo eletto, i Fenici, prima civiltà di uomini viaggiatori, fondarono nel 397 a. C. una loro colonia, Lilybeo, la “città che guarda la Libya”.
Lilybeo fu attaccata durante la prima guerra punica, nel 250 a.C., resistette per undici anni all’assedio dei Romani, per capitolare solo alla fine della guerra.
Grazie all’acqua, il mare che gli stava di spalle, il fuoco, con il quale incendiavano le macchine da assedio, ed il vento, l’aria, che alimentava le fiamme, gli abitanti di Lilybeo riuscirono a difendere a lungo quel loro piccolo cuneo di terra.
Marsala e le saline
La città adesso è là, una brocca d’anime rovesciata su quel cuneo di terra che si allunga nel mare. Un mare che si fa specchio immobile, fatto di scacchi di un mosaico dei colori del cielo.
acqua e sale
Muretti di pietre squadrate, appoggiate sul fondale basso e levigato. Rettangoli d’acqua immobile, che si fanno specchio della luce dorata che cade da un sole che va confondendosi con l’orizzonte velato.
terra e acqua
Due braccia di terra, con le mani ricurve, accolgono l’acqua del mare. La chiamano a se, lentamente la fanno scorrere. La portano dentro, la catturano, come chiamandola, desiderandola.
mulini a vento all’orizzonte
Il cielo, il velo di nubi, la luce del sole da esse celato, tutto si fonde. Come pensieri che si fondono con il silenzio, e le emozioni, qui, sulla linea di questo orizzonte, sembrano fondersi i quattro elementi.
sale e mulino a vento
Con i piedi su questa punta d’isola, di terra che scivola nel mare, vedo il manifestarsi perpetuo di una natura immutabile. E’ un ciclo perenne, rigenerato dal sole, mosso dal vento. E’ l’uomo che passa, rigenerato dal tempo, mosso dalla vita.
sale e sole
Il sole è un occhio nel cielo, sversa luce, calore ed emozioni. Due giovani, in abiti nuziali, fondono le loro emozioni, e le fissano in immagini, in questo luogo eletto. Dove altre due braccia adesso rendono al mare, l’acqua che avevano catturato.
barche sullo stagnone
Sono qui, camminando, in cerca di pensieri. Trattengo la lingua, e solo il vento parla. Arriva dall’orizzonte aperto del mare, di sagome d’isole lontane, di barche ormeggiate in attesa di partire. Arriva e mi parla di te, piccola. Ti penso felice, che cresci sicura…
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