Dopo esserci fermati per qualche minuto a Bagni San Filippo, prendiamo la Cassia, e risaliamo verso Siena, verso casa.
Sulle leggiadre colline della Val d'Orcia, l'atmosfera si fa struggente, con il sole che le infuoca dei suoi ultimi bagliori.
Non possiamo che fermarci, ed ammirare.
Osserviamo, ed immaginiamo.
La bimba sogna il suo futuro.
Si vede con un vestito azzurro, camminare su queste colline, coperte dal verde della primavera.
Il sole sembra cadere, veloce come una cosa sfuggita di mano.
Mi viene in mente di leggere qualcosa.
Penso alla poesia di Federico Garcia Lorca, così aggrappata al peso del destino.
Penso a lui, perché mi viene di accomunare le colline che abbiamo davanti, con il paesaggio mosso e bruciato dell'Andalusia.
I versi di Garcia Lorca cantano passioni umane elementari, dove vi si trova una forte compenetrazione di sogno e realtà, spontanee ma di raffinato lirismo, e spesso creano immagini sorprendenti attraverso metafore geniali.
Sul mio web-in-tasca, cercando "garcia lorca tramonto", trovo "Il Tramonto del Sole".
Ci mettiamo a leggerne, alternativamente, un po' di versi...
Il sole è tramontato.
Gli alberi
meditano come statue.
Ormai il grano è falciato.
Che tristezza
le norie ferme!
Un cane campagnolo
vuole mangiarsi Venere,
e le latra.
(...)
E' arrivato l'autunno, compagne?
dice un fiore avvizzito.
(...)
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