La Società Macchia Faggeta è un singolare caso di trasformazione di un "uso civico", in "diritto privato collettivo".
Nel 1292 gli abati dell'Abbazia di San Salvatore concessero in uso alle 203 famiglie che costituivano la comunità di Castel di Badia, il fondo della macchia faggeta e cioè del terreno che al di sopra dei boschi di castagni si estende sino alla vetta dell’Amiata.
La comunità mantenne la proprietà del fondo della Macchia Faggeta sino alla fine del 1700. In tutto questo periodo la popolazione potè fare legnatico, fare carbone, pascolare, seminare nell’alto bosco della montagna, pagando la fida al Comune, che lo stesso stabiliva di volta in volta.
Sul finire del 1700, quando già in Europa corrono le idee illuministe, il granduca Pietro Leopoldo chiude l'Abbazia e decide la vendita ai privati dei suoi beni. La Comunità badenga si inventa la Società Macchia Faggeta per preservare l'uso civico in favore dell'intera propria popolazione, costituendola con pubblico strumento notarile il 28 Febbraio 1800.
La qualifica di Socio capostipite, sia di diritto che di nomina, che rappresenta nella Società tutto lo stipite discendente dai 203 Soci fondatori, come di Socio ordinario, deve essere fatta risultare, su richiesta dell’interessato, dall’apposito libro dei Soci.
Da alcuni anni, tra le attività a scopo culturale e promozionale, la società organizza un concorso fotografico.
Il tema di quest'anno era:
"La pietra: scorci, particolari e particolari del Centro Storico.".
Le foto in concorso erano circa 130.
Questa è la foto che ho presentato, e a cui è stato assegnato il secondo premio.
Queste le altre foto con cui ho partecipato.
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