senz'altro l'ho fatto anche altre volte, perché spesso accade che anche qualcosa di già vissuto, o visto, è capace di darti nuove emozioni. Oppure, semplicemente, la nuova esperienza ti mostra che tutto ancora non hai detto.
Non credo però di essere ritornato sull'argomento a distanza di pochissimo tempo, come invece faccio stasera.
Eccomi con nuove immagini, e parole, sulle fiabe notturne lette da Lapo ed Andrea.
Ne voglio raccontare di nuovo, intanto perché stasera si chiude questo piccolo ciclo di letture nei vicoli di San Miniato, dopo la mezzanotte, a chiusura dei programmi serali del Festival del Pensiero Popolare, abbinato da quattro anni al Palio di San Rocco.
Partite un po' in sordina, le fiabe ascoltate al buio, sui gradini dei vicoli, con in mano delle piccole torce, che si ricaricano manualmente con una dinamo a molla, il cui suono può far pensare a delle cicale con le ali un po' umide, sono diventate subito l'evento più appassionante, ed alto, di questa estate sanminiatese.
Decine e decine di persone che, tirando tardi attorno a piazza Bonaparte, tra il cinema all'aperto e i gradoni della statua del "canapone", si incamminano, dopo i rintocchi della mezzanotte, dietro a Lapo ed Andrea.
E li seguono, come lucciole, mosse dalal brezza notturna.
Il vicolo del Bellorino, il vicolo di Gargozzi, i giardini di Santo Stefano, i giardini dei Migliorati, ma anche la scalinata del Santissimo Crocifisso.
Come a voler cercare gradini e buio.
Gradini per sedersi, e buio per immaginare e fantasticare sulle parole delle fiabe di Carlo Lapucci.
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