alba a pierino

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venerdì 5 ottobre 2012

una sala conferenze dedicata a Dilvo Lotti


Ieri pomeriggio, giovedì, qui a San Miniato abbiamo vissuto momenti di spontanea, commossa, collettiva partecipazione, per un evento che segnerà, nel suo piccolo, la storia di una comunità.


Adesso la sala conferenze presente all'interno del complesso monumentale del Convento di San Francesco in San Miniato, porta il nome di Dilvo Lotti. Una figura che ha segnato la storia di San Miniato con il suo insegnamento scolastico, con la sua attività artistica che ne ha fatto uno dei principali esponenti della pittura contemporanea, con il suo impegno alla ricostruzione culturale e morale della città e delle sua istituzioni sociali e partecipative dopo gli eventi bellici dello scorso secolo.

Dilvo Lotti è scomparso nell'aprile di tre anni fa, a pochi mesi dal compimento del suo novantacinquesimo anno.

Io ho avuto la fortuna di frequentare la sua casa museo per alcune decine di anni.
Devo in gran parte a lui, avendo cercato di seguirne gli insegnamenti ed i consigli, questa mia passione nell'operare per l'arte e per San Miniato.
Purtroppo, a volte, accade, come è accaduto a me, che la vita frappone ostacoli che non ci è semplice superare. Così, come è accaduto a me, che, impegnati a superare questi ostacoli, ci succede di perdere di vista alcune persone.
Così io mi sono perso di vista con Dilvo e Giuseppina, proprio negli ultimissimi anni di vita di Dilvo.

La cosa mi dispiace profondamente, e ci penso molto spesso. Con rammarico, e pena.
Come se avessi mancato in qualcosa di importante.

Lunedì scorso mi sono commosso quando ho riconosciuto, subito, la voce di Giuseppina, al telefono.
Così commosso che quando ho realizzato che mi aveva telefonato per invitarmi personalmente alla cerimonia di intitolazione a Dilvo della sala conferenze del Convento di San Francesco, sono stato per alcuni attimi in silenzio, non riuscendo neppure a ringraziare.
Poi tutto si è sistemato, e ci siamo salutati.


Giuseppina, con il suo sorriso sereno, faceva gli onori di casa, in piazza, davanti all'ingresso del Convento.
E sempre con il suo sorriso sereno, si è stupita e commossa nello scoprire la targa con la dedica della sala, e per il taglio del nastro.




I posti della sala, in cui sono raccolte alcune opere di Dilvo Lotti, non sono stati sufficienti a contenere tutti i presenti.








Il padre guardiano, pur non avendo conosciuto Dilvo, era come se lo avesse avuto come amico, avendo rivissuto la sua vita dai racconti di Giuseppina che frequenta quotidianamente la sua chiesa. Il sindaco ha tralasciato il discorso che aveva preparato per ricordare aneddoti di momenti trascorsi assieme alla famiglia Lotti.
Chiara Rossi, giovane vicesindaco ed assessore, che spesso ci incontravamo nel frequentare casa Lotti, si è commossa nel raccontare proprio quelle frequentazioni.
Luca Macchi, suo allievo, ne ha ricordato lo spessore artistico.
Andrea Mancini ne ha letto degli scritti.
Monsignor Tardelli, vescovo della città, ha ricordato Dilvo uomo di fede.





Il padre guardiano, pur non avendo conosciuto Dilvo, era come se lo avesse avuto come amico, avendo rivissuto la sua vita dai racconti di Giuseppina che frequenta quotidianamente la sua chiesa. Il sindaco ha tralasciato il discorso che aveva preparato per ricordare aneddoti di momenti trascorsi assieme alla famiglia Lotti.
Chiara Rossi, giovane vicesindaco ed assessore, che spesso ci incontravamo nel frequentare casa Lotti, si è commossa nel raccontare proprio quelle frequentazioni.
Luca Macchi, suo allievo, ne ha ricordato lo spessore artistico.
Andrea Mancini ne ha letto degli scritti.
Monsignor Tardelli, vescovo della città, ha ricordato Dilvo uomo di fede.


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