alba a pierino

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martedì 2 ottobre 2012

passaggio a Terni


E' la prima volta che mi trovo a passare in questa città.
Fino ad oggi avevo visto Terni scorrere dietro ad un vetro, o in auto lungo la Flaminia, o in treno lungo la ferrovia.
Vedevo questo enorme paesone che si mischiava con le ciminiere e i grossi complessi industriali che riempiono la conca ternana, il tutto però immerso in un verde rigoglioso ai piedi degli Appennini che circondano la valle del Nera.



Terni, città dell'Acciaio, deve il suo aspetto attuale ad una politica industriale iniziata con i decenni successivi all'Unità d'Italia, con la volontà di creare a pochi chilometri da Roma, in un'area defilata rispetto alle coste, potenzialmente sotto tiro delle navi da guerra, di un centro strategico per la produzione di acciaio per la cantieristica degli armamenti navali, e la produzione di armi e munizioni. Il grosso impulso a questa politica fu dato dallo scoppio della prima guerra mondiale.
Successivamente, il regime fascista rafforzò questo ruolo, anche attraverso lo sviluppo della nascente industria chimica.




Il secondo conflitto mondiale, che inizialmente dette un nuovo forte impulso produttivo, segnò un momento di passaggio molto importante.
Intanto, la strategicità della collocazione geografica, essendo mutate le tecnologie e le tecniche di guerra, con il massiccio uso degli aerei, capaci di sganciare bombe ovunque, non rappresentò più un elemento di sicurezza. E la città fu profondamente colpita dai bombardamenti Alleati, con molte vittime civili.


Durante il boom economico degli anni '60, del secolo scorso, nonostante l'industria bellica sia andata subito in declino, la popolazione della città è esplosa, sia per il boom demografico sia per l'immigrazione dovuta allo spopolamento delle montagne circostanti. L'aumento della popolazione sarà costante fino agli anni '80, con il raddoppio degli abitanti rispetto al periodo immediatamente successivo al secondo conflitto mondiale, arrivando a superare i 100.000 abitanti.
Con la fine degli anni '80 anche l'industria chimica entra in crisi, e l'area prende, lentamente ma inesorabilmente, a deindustrializzarsi.

Oggi le acciaierie occupano solo poche migliaia di operai.



Omaggio alla "civiltà dell'acciaio" l'enorme pressa messa in mostra come un monumento alla storia della città, davanti alla stazione ferroviaria.



Curiosando con il mio web-in-tasca, scopro di un progetto che porta il nome di "Vivere a Terni", nato con l'intento di invogliare i romani a trasferirsi a Terni, nell'ottica di un'elevazione della qualità della vita, in un ambiente più tranquillo e vivibile rispetto alla Capitale, accanto a un netto risparmio, sia dal punto di vista del costo della vita, sia peri prezzi di abitazioni in vendita o in affitto.
Interessante.

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