Il lago Trasimeno appartiene alla mia infanzia, come, e forse più, di tanti miei giochi.
Stava lì, in un luogo imprecisato, lungo la strada per le Marche.
Era la sosta principale lungo quell'annuale viaggio che ricordo come interminabile.
Così lungo, in quelle strade ancora da fare, degli anni '70, che faceva un tutt'uno con il ritorno, e le visite ai parenti mi apparivano come tante, brevi tappe di quel viaggio, che mi appariva continuo.
Forse è lì che è nata questa mia passione per il viaggio, con ogni mezzo.
Di un viaggio fatto di molteplici soste, lungo la strada tra l'andata ed il ritorno.
Oggi incrocio il Trasimeno lungo un viaggio verso l'Umbria tiberina.
All'andata lo si intravede appena, tra scrosci di pioggia, e la sequela di gallerie del raccordo Perugia-Bettolle.
Al ritorno, per l'ora di pranzo, il cielo si è alleggerito un po'. Non piove, e il sole infila qualche raggio tra i radi squarci tra le nuvole.
L'acqua, inscurita del cupo delle nuvole, appare densa, opaca, nel suo leggero muoversi.
Un traghetto è uscito dalla darsena per andare a fare servizio verso l'Isola Maggiore e gli altri approdi presenti sul lago.
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