Ore 15,45. Palaia.
Il borgo di Palaia è in fondo a questo muro, dietro di esso c'è la Villa Dal Borgo.
Mi fermo una decina di minuti, anche perché, andando a ripartire, sotto alla 500 ho visto una macchia d'olio. Il motore perde olio, un bel po', sembra dal tappo. Lo serro meglio e riparto, proprio "peggio Palaia...".
Mi fermo nella piazzetta davanti alla chiesa. Il mio web-in-tasca mi racconta:
"Montefoscoli fu un Castello con una pieve (S. Maria Assunta), e che fu capoluogo di Comunità e di giurisdizione: nel XIX secolo era sotto la potesteria di Peccioli, nella Comunità di Palaja, Diocesi di Volterra, Compartimento di Firenze."
Di fianco alla Pieve c'è il palazzo della Fattoria Gaslini, dal nome degli ultimi proprietari, nobili Genovesi.
Sulla piazzetta della chiesa c'è un monumento ai caduti. Realizzato nel 1920 per commemorare i ragazzi di Montefoscoli caduti nella grande guerra, fu fortemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale. E' stato restaurato qualche decennio fa. Non porta il tristissimo e lunghissimo elenco di ragazzi, comune a tutti i monumenti ai caduti della grande guerra. Porta il bollettino con l'annuncio della vittoria, e, dal alto opposto, l'elenco di molti luoghi oggetto di battaglie combattute dai soldati italiani, dalla prima alla seconda guerra mondiale, attraverso le battaglie per l'impero e l'elenco dei principali campi di sterminio nazisti.
All'uscita del paese devo ancora farmi aiutare dal mio web-in-tasca, perché si trovano solo cartelli per "andare al mare".
Mi lascio Montefoscoli alle spalle. La voglia di gelato è rimasta tale. Un Bar aperto c'era, ma avevano solo gelati confezionati...
Il borgo di Palaia è in fondo a questo muro, dietro di esso c'è la Villa Dal Borgo.
Ore 15,45. Palaia, Fonte dei Fonchioni.
Superata la Chiesa di San Francesco, mi fermo all'antica Fonte dei Fonchioni.
Quando a Palaia non c'era ancora l'acquedotto, e l'acqua nelle case, tutti i paesani venivano qui a prendere l'acqua. E venivano qui a lavare i panni. Di lavatoi ce ne sono di fianco alla fonte, che ancora zampilla, e c'erano sotto di strada, dove l'acqua arrivava per caduta, dal sistema dei troppo pieni delle vasche sul piano strada.
Adesso sembra tutto in malora, anche se qualcuno viene a prendere qualche bottiglia d'acqua.
D'altronde Palaia ha sempre avuto cattiva fama di paese disatrato. Esiste un detto in Toscana, che conoscono quasi tutti, il detto "Peggio Palaia".
Si narra che nel 1435 le truppe del Visconte di Milano, capitanate da Niccolò Piccinino, scesero in Valdera, vinsero Ponsacco e poi si diressero verso Palaia, dove assalirono, disastrando, il castello, che era sotto la podestà del fiorentino Pietro dei Marchi. Allontanatisi gli assalitori, da Palaia venne spedito un rapporto a Firenze che diceva che Ponsacco era in pessimo stato, ma "peggio Palaia..."
Mi fermo una decina di minuti, anche perché, andando a ripartire, sotto alla 500 ho visto una macchia d'olio. Il motore perde olio, un bel po', sembra dal tappo. Lo serro meglio e riparto, proprio "peggio Palaia...".
Da qui si entra nella "Tenuta di Collelungo", 200 ettari di calanchi boschi ed olivi, della signora Paganelli, conosciuta in frantoio.
Un personaggio che mi sono sempre promesso di approfondire. Quindi verrò presto a farle visita.
Lungo la strada per Montefoscoli, questa cappella fatta costruire nel 1950 dai nobili Martini Bernardi.
Ho voglia di un gelato. Il paese appare vuoto e silenzioso, troverò qualcosa di aperto?
Mi fermo nella piazzetta davanti alla chiesa. Il mio web-in-tasca mi racconta:
"Montefoscoli fu un Castello con una pieve (S. Maria Assunta), e che fu capoluogo di Comunità e di giurisdizione: nel XIX secolo era sotto la potesteria di Peccioli, nella Comunità di Palaja, Diocesi di Volterra, Compartimento di Firenze."
Di fianco alla Pieve c'è il palazzo della Fattoria Gaslini, dal nome degli ultimi proprietari, nobili Genovesi.
Era la fattoria nella quale lavorava come mezzadro Silvano, l'ometto che mi aiuta sempre nei miei "lavori" a Pierino. La sua famiglia ha lavorato in questa fattoria per generazioni.
Sulla piazzetta della chiesa c'è un monumento ai caduti. Realizzato nel 1920 per commemorare i ragazzi di Montefoscoli caduti nella grande guerra, fu fortemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale. E' stato restaurato qualche decennio fa. Non porta il tristissimo e lunghissimo elenco di ragazzi, comune a tutti i monumenti ai caduti della grande guerra. Porta il bollettino con l'annuncio della vittoria, e, dal alto opposto, l'elenco di molti luoghi oggetto di battaglie combattute dai soldati italiani, dalla prima alla seconda guerra mondiale, attraverso le battaglie per l'impero e l'elenco dei principali campi di sterminio nazisti.
Il mare, che altrimenti da qui si vedrebbe, oggi non c'è...
Ci portai il mio babbo, poco prima della sua scomparsa. Mi ricordo di un interessante viaggio all'interno della civiltà contadina toscana dalla fine del '700 fino a pochi decenni fa. Portai anche la bimba, che ebbe la possibilità di scoprire i modi, gli usi e le tradizioni agricole dalle parole del nonno, che le raccontò di quel modo di lavorare faticoso e antico come la storia dell'uomo.
Oggi è chiuso.
All'uscita del paese devo ancora farmi aiutare dal mio web-in-tasca, perché si trovano solo cartelli per "andare al mare".
Io devo prendere la strada per il cimitero...
Ore 16,30.Mi lascio Montefoscoli alle spalle. La voglia di gelato è rimasta tale. Un Bar aperto c'era, ma avevano solo gelati confezionati...
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