alba a pierino

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domenica 7 agosto 2011

viaggio in Giordania, sesto giorno, il passaggio in Israele, la Spianata delle Moschee


Mattina dedicata alla Spianata delle Moschee, prima di fare ritorno in Giordania.


Dopo i soliti, meticolosi controlli, ad uno dei tanti varchi con metal detector, si sale alla Spianata delle Moschee attraverso un ponte in legno, chiuso da tavole orizzontali, distanti tra loro quel tanto che basta per dare luce e far vedere cosa c'è sotto. E la vista si apre sul muro del pianto. Oggi si vedono meno ultraortodossi, o perlomeno, non solo loro.
Passiamo proprio sopra la parte del muro riservata alle donne, perché gli uomini ebrei pregano separatamente dalle donne.




Come una costante da quando siamo qui a Gerusalemme, il primo contatto con la Spianata delle Moschee, è con le forze di sicurezza israeliane. Armate, subito dopo la porta e ai margini della spianata, lungo la sommità del Muro del Pianto.



La seconda intifada iniziò, nel 2000, proprio qui, in risposta della provocazione di Rabbin, con gli arabi musulmani che all'uscita della preghiera del venerdì si mettevano a tirar sassi dalla spianata oltre la sommità del Muro del Pianto, colpendo i fedeli ebrei intenti a pregare accostati al muro.




I grandiosi lavori di ampliamento voluti da Erode il Grande, iniziati verso il 20 a.C. e proseguiti per diversi decenni, cancellarono l'orografia originaria del Monte del Tempio con la realizzazione di una vastissima spianata, oggi nota come spianata del Tempio o delle Moschee.
Essa ha forma approssimativamente rettangolare e dimensioni di circa 500×300 metri, coi lati più lunghi nella direzione nord-sud. Sopraelevata di alcune decine di metri rispetto all'area circostante, è delimitata e sostenuta sui quattro lati da poderose mura di contenimento. I musulmani vi accedono attraverso delle porte d'ingresso situate sul lato ovest.
Al centro della spianata, in corrispondenza dell'antico Tempio e dell'originaria cima del Monte, sorge la Moschea di Omar, detta anche Cupola della Roccia, caratterizzata da una grande cupola dorata. Lungo il lato sud della spianata sorge invece la Moschea al-Aqsa, che ospitava la sede dei Cavalieri Templari all'epoca delle Crociate.
Le due moschee della spianta sono chiuse ai turisti, e sulla spianta alcuni gruppi di musulmani sono raccolti in preghiera, o sono di passaggio.








La Moschea al-Aqsā è la più grande di Gerusalemme e può ospitare circa 5.000 fedeli all'interno e attorno ad essa.
Dal nome della moschea ha preso il nome l'organizzazione guerrigliera protagonista della seconda intifada, delle Brigate dei Martiri di al-Aqsā.


La Cupola della Roccia è il più noto santuario islamico di Gerusalemme e uno dei più importanti di tutto il mondo islamico. Completata nel 691, è l'edificio islamico più antico del mondo ancora oggi esistente.
La sua cupola d'oro si staglia su tutte le altre costruzioni di Gerusalemme. La roccia al centro della moschea è ritenuta dai musulmani come il posto in cui Maometto, asceso al cielo nel suo miracoloso viaggio notturno, narrato dal Corano, dell' isrāʾ e del successivo miʿrāj, completò il suo spostamento cominciato a Mecca, prima di cominciare la sua ascesa al cielo.
Sulla medesima roccia Abramo sarebbe stato sul punto di sacrificare suo figlio prima di essere fermato da Dio.
La cupola ha un'altezza, dal livello di suolo al vertice, di poco più di 35 m, consistente in due calotte indipendenti in cui il passaggio tra le due calotte costituisce una galleria che prende la luce dall'interno grazie ad alcune aperture.









Usciamo attraverso il mercato del cotone, deserto di turisti, come del resto l'intera Spianata.



Ci ritroviamo nel piazzale del Muro del Pianto, dove colgo l’occasione di rientrare.
Gli sono comunque presenti e riconoscibili, anche fuori dall'area del Muro del Pianto.
In strada si notano non solo per i loro abiti, i cappelli e le barbe, ma anche perché si vedono andare sempre di corsa.







Lasciamo Gerusalemme nella tarda mattinata, per rientrare il Giordania.
L’attraversamento della frontiera è poco più di una formalità.


Amman ci appare come una qualsiasi altra capitale medio-orientale. Grandi palazzi in costruzione, come le torri Jordan Gate, ma solo alcuni ultimati. Il traffico sulle grandi strade periferiche si fa più caotico man mano che ci si avvicina al centro della città. Che diventa infernale entrando nella città bassa, dove le strade hanno dei nomi ufficiali recenti, ma pochi li conoscono.


Sulla sommità della Cittadella Bizantina si alzano i resti del tempio romano di Ercole.
Nella parte bassa della città, dove si estendeva l'antico foro, si erge il teatro romano di Amman, costruito, probabilmente tra il 138 e il 161 d.C. sotto l'imperatore Antonio Pio, sfruttando il ripido fianco del colle al-Jaufa. Con la capacità di di 6.000 posti è il teatro antico più grande della Giordania e grazie alla sua ottima acustica è tuttora utilizzato.







Progetti e cantieri per la metropolitana, una funicolare e nuove tangenziali, ma per adesso, in un paese dove i mezzi a due ruote erano vietati fino a poco tempo fa, e oggi poco più che tollerati, tutti si muovono i macchina, col il risultato di un fortissimo inquinamento, che si sente prenderci alla gola soprattutto nella zona orientale, già nell'anfiteatro e le altre rovine romane, come nel suk.





Dove i miasmi dei tubi scarico delle automobili incolonnate, si mischia con profumi fragranti dei negozi di spezie, o gli odori mielati delle friggitorie che preparano i dolci del Ramadan.







Dall'ultimo piano con piscina, dell’albergo dove siamo ospitati, dove si aprono grandi finestroni dalla piscina, si riesce a vedere tutta la città, con il sole che chiude la sua giornata con un interminabile tramonto sopra la città che inizia ad accendere le sue luci.








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