La Torre di Matilde è una torre campanaria in stile romanico a fianco della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio di San Miniato.
La torre è stata restaurata recentemente. Iniziati nel 2010, i lavori hanno contemplato anche il restauro delle campane che sono state tolte e riposizionare alla fine dei lavori che sono terminati nel 2014. Nel novembre dello scorso anno è stato deciso, per la prima volta nella sua storia, di aprirla al pubblico, offrendo ai visitatori uno sguardo unico sulla città.
Contribuito determinante per l'esecuzione del restauro è stato l'intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.
La data di costruzione dell'edificio è incerta, la si ritiene edificata nel XII secolo come fulcro delle fortificazioni di San Miniato al tempo di Federico II il Barbarossa, di cui la cittadina era importante vicariato del Sacro Romano Impero.
La torre ha pianta quadrangolare, ed una struttura di coronamento con edicole terminali, aggiunte nel XIII secolo.
La denominazione è dovuta ad una leggenda, da molti ritenuta infondata, secondo cui Matilde di Canossa sia nata nell'attiguo Palazzo dei Vicari.
Nel 1438 venne costruito l'orologio e nel 1489 la Torre di Matilde, a seguito della ristrutturazione della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio, venne collegata alla chiesa.
Ad un anno di distanza dalla sua apertura, io ci salgo per la prima volta.
Lo faccio ai primi bagliori del tramonto, con il panorama che si stinge per l'imbrunire.
La visita è a pagamento, ed è regolamentata dal Museo Diocesano di Arte Sacra di San Miniato.
La salita è avventurosa e divertente, chiamati ad inerpicarsi su gradini di vario tipo.
Si inizia con quelli originali, medievali in pietra, ripidi sconnessi e di diverse altezze.
Poi, raggiunta una sala con un verricello, si sale su scale in ferro di recente installazione, che ci porta, sospesi, a raggiungere la loggia delle campane.
Man mano che si sale si vedono le campane.
Prima da sotto, e ci si possono interi minuti a guardarle dentro, toccarle, accarezzando il bronzo che risuona ad ogni piccolo colpo della mano.
Poi, salendo per la scala al centro della loggia, che porta sulla sommità della torre, si vedono le campane da sopra, e si notano tutti i meccanismi e le carrucole che le fanno muovere, e quindi suonare.
Prima delle ultime rampe, si attraversa una sala dove c'è il meccanismo, moderno, che muove e regola l'orologio.
Varcata, piegandoci con il corpo, la porticina che immette sulla sommità della torre, ecco che si apre una vista emozionante, insolita anche per chi è abituato a salire sulla Rocca.
In città questo pomeriggio è in corso l'ultimo giorno dell'annuale Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato, e si scorgono le piazze principali occupati dai padiglioni che ospitano i venditori di tartufi, vini e prodotti tipici locali.
La campana ed il campanile sono l’orologio della storia della comunità, il punto di riferimento per la collettività, un mezzo di chiamata a raccolta per scopi di culto o d’allarme. Quando le campane rintoccano la gente viene ancora informata se è il momento della sosta o quello della preghiera, il momento del pericolo o quello della pietà.
E se il campanile può essere considerato il simbolo di collegamento tra la vita religiosa e quella civile di una comunità, allora la "torre di Matilde", ne è un emblema tra i più rappresentativi e significativi, in quanto nasce come postazione delle mura difensive della città per poi diventare in seguito, trasformandosi, torre campanaria, ma mantenendo anche il ruolo di torre civica di San Miniato.
Soffermandomi ad ammirare il paesaggio, ho trovato una forte similitudine, in termini di emozioni, vissute a Siena. La Rocca di Federico II, eterea, altissima, assoluta nel suo irraggiungibile isolamento, come la Torre del Mangia. Con la Torre di Matilde, terrena, a sfiorare i tetti della città di cui si possono udire i suoni ma anche capace di permettere di allungare lo sguardo verso paesi e luoghi più lontani, come dal Facciatone del Duomo di Siena.
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