E' la sera di un sabato d'inizio giugno, così calda da sembrare agosto.
Alla radio riecheggiano i cori degli spettatori dell'Olimpia Stadium di Berlino, che stanno assistendo ad una delle più belle finali di Champions League, mentre io mi trovo ad attraversare parte della Maremma toscana dopo aver ammirato il tramonto sopra la sagoma di tufo del borgo di Pitigliano.
Superato lo Sgrillozzo, si apre la pianura dell'Albegna, e la strada si immerge in un mare piatto di erba e frumento, che le ultime, lunghe ombre del tramonto, lo rendono di un ancestrale color verde cupo.
In fondo al rettilineo si vedono le luci di Albinia, e dietro si scorge ancora la sagoma dell'Argentario.
Mentre sono sulla rampa che immette sull'Aurelia, vedo le luci colorate di una pista da ballo all'aperto. Negli spazi attorno al campo sportivo del paese si balla e si mangia.
C'è la Sagra del pesce povero, manifestazione gastronomica organizzata dall'Unione Sportiva dilettantistica di Albinia.
Ci fermiamo proprio mentre alla radio finisce la cronaca del primo tempo.
Prendiamo un Cacciucco e un'Orata.
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