alba a pierino

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venerdì 28 maggio 2010

Marsala

Con questo post si conclude il foto-racconto del mio viaggio (di lavoro) nel trapanese, di martedì scorso.
Un Viaggio di un giorno, fatto con tanti mezzi di trasporto.
In auto da casa mia all'aeroporto di Pisa.
In aereo da Pisa a Trapani-Birgi.
Dall'aeroporto di Birgi a Trapani, in taxi.
Da Trapani ad Erice, e ritorno, in cabinovia.
Dalla stazione della cabinovia al centro della città di Trapani, con un pulman di linea.
Da Trapani a Marsala in treno.
Da Marsala all'aeroporto di Palermo-Punta Raisi in auto.
Da Palermo a Pisa in aereo, e dall'aeroporto di Pisa a Pierino, in auto.
Mentre aspettavo il pulman, alla stazione della cabinovia, ho cercato sul sito dell'ATM Trapani, la locale azienda dei trasporti, orari e luogo dove acquistare il biglietto. Il sito riportava che il biglietto, maggiorato, poteva essere acquistato sul pulman, dall'autista. Non era così, l'autista mi ha detto che dal primo dell'anno non era più possibile. Una signora mi ha dato il suo biglietto prima di scendere, e l'autista ha telefonato in sede per far correggere la pagina web.




L'arrivo alla stazione di Marsala.




Le vecchie cantine Woodhouse

Può sembrare strano ma il merito della nascita del vino marsala si deve ad una tempesta.
Fu solo grazie alle avverse condizioni climatiche se nel 1773 John Woodhouse, ricco commerciante di Liverpool, approdò con la sua nave nel porto di Marsala invece che a Mazara del Vallo, dove era diretto per concludere un affare.
Una volta sbarcato nella cittadina siciliana, un po' per festeggiare lo scampato pericolo e un po' per risollevare il morale per l'affare sfumato, Woodhouse si recò in una bettola nella zona del porto, dove ebbe l'occasione di assaggiare un vino particolarmente buono, prodotto da quelle parti: il Perpetuum.
Si trattava di un vino forte, simile al Madeira o al Porto, proprio il vino che piaceva agli Inglesi.
Da qui nacque, quasi per caso, la decisione di acquistarne una grossa scorta da vendere in patria, ma a quel tempo il trasporto di vino per mare comportava ingenti problemi di conservazione.
Per ovviare all'inconveniente, Woodhouse adottò un semplice espediente: aggiunse alle botti un certa quantità di alcol, aumentando così la gradazione del vino e assicurandone la conservazione fino a destinazione.
La prima spedizione fu un incredibile successo: tutte le botti furono vendute in pochi giorni e questo convinse Woodhouse a tornare definitivamente in Sicilia per dare vita ad una nuova e stabile attività commerciale.
Alla fine del 18° secolo il vino marsala era ormai abitualmente bevuto su tutte le navi di Sua Maestà britannica, anche l'ammiraglio Nelson era solito festeggiare una vittoria con il vino marsala di Woodhouse, e la storia racconta che fu proprio in seguito alla battaglia navale di Trafalgar che, per la prima volta, si cominciò a parlare del marsala come del “victory wine”, ossia vino della vittoria.
Quello fu il momento decisivo: da allora in poi il commercio del vino siciliano interessò anche altri imprenditori inglesi, come Benjamin Ingham, e, successivamente, il nipote John Whitaker.
Ma è solo nel 1832 che, finalmente, troviamo un nome italiano fra i produttori di marsala, ed è proprio quello di Vincenzo Florio.





Sul lungomare, sulla Punta Lilibeo, girando attorno agli scavi archeologici, c'è una piazza con una colonna, con delle iscrizioni. Si citano tre grandi momenti della città. S
i cita la storia che è passata di qua.
Dall'antico porto di Lilibeo, dove sorge l'odierna Marsala, nel 149 a.C. salpò Scipione Emiliano (adottato da Scipione l'Africano e pure lui in seguito insignito del titolo di Africano) per concludere con successo la III Guerra Punica con l'assedio e la distruzione di Cartagine; quasi 18 secoli dopo dalla Sicilia partì la flotta della Lega Santa, guidata dal figlio naturale di Carlo V, don Giovanni d'Austria, per sconfiggere i Turchi a Lepanto (flotta in verità concentrata a Messina; solo al ritorno da Lepanto don Giovanni passò da Marsala per muovere contro Tunisi); e qui infine approdarono i piroscafi Piemonte e Lombardo nel 1860 sbarcando Garibaldi e i Mille che contribuirono decisivamente all'unificazione della nostra penisola.

Il porto di Marsala

Marettimo

Favignana



Il Monte San Giuliano, con Erice sulla sua sommità




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