alba a pierino

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venerdì 11 febbraio 2011

il convegno che non mi aspettavo


Questo pomeriggio ho partecipando, come relatore, grazie all'invito degli amici della Coldiretti di Pisa, ad un convegno sui temi dell'agricoltura locale.
Il convegno aveva per titolo: "Agricoltura: la risposta ai bisogni della società".
Il convegno si è svolto al ristorante "da Lido", alle Quattro Strade di Lari, con tanto di cena a "Km 0" offerta a tutti i partecipanti, relatori, ospiti e spettatori.
Senza pregiudizi, mi ero però prefigurato una serata un po' sottotono. Il tema del convegno poteva sembrava un po' generico, e forse un po' troppo "alto" per un convegno di provincia. Gli argomenti delineati dal programma, trattati dai diversi relatori, potevano risultare in contrapposizione e quindi far scadere il dibattito su di un confronto tra "puri" ed "arrangiatori".
Invece non è andata così, tutt'altro.


Il direttore della Coldiretti Pisa, Roberto Francini, nell'introdurre e moderare il convegno, è stato molto bravo a tenere il dibattito sul piano della presentazione di contributi personali.

Il vicepresidente della Camera di Commercio di Pisa, Sergio Toncelli, ha poi tracciato un quadro del settore primario nella provincia, molto realista, avendo cura di sottolineare sia i toni chiari, come quelli scuri, della sua fotografia, con la stessa lucida disamina. Facendo emergere, tra gli altri, alcuni aspetti presentandoli poi come argomenti di riflessione e dibattito. Mettendo sullo stesso piano, criticità come l'aumento dell'età media degli imprenditori agricoli, dovuto anche ad una riduzione della presenza di imprenditoria giovanile; oppure positività come la buona tenuta del settore vinicolo provinciale e la positiva esperienza dei "Farmer Market".

Qualche spunto più colorito alla discussione lo ha senz'altro dato l'assessore all'agricoltura della Provincia, Giacomo Sanavio.
E' stato di fatto lui a portare a galla, con argomentazioni equilibrate e sufficientemente condivisibili, le situazioni di difficoltà e di vera e propria crisi che attraversano l'agricoltura, e non solo quella locale.
E in questa trattazione non si è sottratto nell'esprimere le proprie convinzioni di programmazione politica ed economica, peraltro oggetto della sua attività di amministratore.
Sottolineando che, a suo avviso, la destinazione dell'uso del suolo è quella della garanzia all'alimentazione umana, la missione dell'agricoltura è principalmente quella produzione di cibo. Dopo questo assunto, ha però precisato che questa produzione, soprattutto in un'agricoltura locale, non può prescindere dalla qualità.
Questa missione all'alimentare, crea poi delle frizioni con la necessità di dare risposta alla crescente domanda di energie rinnovabili. E su questo tema Sanavio si fa più rigido, soprattutto nei confronti del fotovoltaico, che confinerebbe fuori dai terreni più fertili, ed in impianti di limitate dimensioni, sposando l'azione in atto concertata dalla Regione Toscana.


Poi ho parlato io. Illustrando una quindicina di slide. Le prime, generali sulle caratteristiche delle energie rinnovabili, quali e che relazione hanno con il suolo agricolo. Ma dicendo anche perché le AgroEnergie.
Nel trattare questa parte della mia relazione, non ho potuto fare a meno di riprendere alcuni passaggi dell'intervento dell'assessore, per svilupparli in un contesto più tecnico ed economico. Sottolineando che il suolo è uno dei fattori di produzione, e in quanto tale ne va remunerato colui che lo mette a disposizione.
La seconda parte del mio interno l'ho poi dedicata ad illustrare una, tra le tante, possibili microfiliere agroenergetiche aziendali. Illustrando i contorni di un progetto di un piccolo gruppo elettrogeno alimentato con olio ottenuto da semi di colza e girasole prodotti sui terreni aziendali.
Probabilmente il mio intervento è stato un po' troppo lungo, rispetto al tempo utilizzato dagli altri relatori.

Dopo di me è intervenuto Valerio Poi, che ha illustrato le potenzialità del biogas, e le possibilità di inserire questa tipologia di impianti agroenergetici nelle aziende locali. Purtroppo a dato al suo intervento un taglio troppo "da venditore".

Il prof. Gianluca Brunori, ordinario presso il dipartimento di Agronomia dell'Università di Pisa, ha illustrato i nuovi modelli del rapporto tra produttori e consumatori. Dalla produzione per l'agroindustria, passando poi per la produzione del "fresco" per la grande distribuzione, per arrivare alla vendita diretta, attraverso la modificazione del concetto dell'importanza del cibo, mutata nel tempo dall'obiettivo sulla quantità a quello sulla qualità.
Ha chiuso il suo intervento lanciando un forte messaggio, il cui senso sta in queste parole: Oggi il settore agricolo, rispetto ai decenni scorsi, è quasi completamente destrutturato. La stessa Università si sente lontana dal settore, nel quale ha profondamente perso d'importanza l'assistenza tecnica agli imprenditori.

Su questa parole si è soprattutto concentrato l'intervento conclusivo di Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale di Coldiretti.
Per lui l'agricoltura, almeno quella locale, non è in corso di destrutturazione, ma in corso di ristrutturazione. Riprendendo e dando il giusto senso al titolo del convegno, che poteva apparire una frase fatta, ma che invece acquistava un senso concreto con l'indicazione che, in questa fase di ristrutturazione, l'agricoltura, impegnandosi nel cercare di dare risposte ai bisogni della società odierna, poteva trovare le risposte ai propri dei bisogni.


Così ben vengano le produzioni di qualità per rispondere ad una nuova domanda di cibo, di quantità minori ma di qualità maggiore, come ben venga che l'agricoltore dia il proprio contributo alla produzione di un'energia più compatibile con l'ambiente. Ma resta la consapevolezza che i Farmer Market, e le AgroEnergie, non sono la soluzione complessiva ai problemi del settore, ma che esse vadano inserite in maniera organica con il resto della pluralità delle possibili attività agricole e quelle ad esse connesse.

A sorpresa è poi arrivato Ermete Realacci, deputato pisano peraltro. Ed anche lui ha dato il suo fattivo contributo ad un convegno che è stato, capovolgendo quanto mi ero prefigurato, di ottimo livello.

Così, un convegno fatto in un piccolo paese della piana pisana, al ristorante, prima di una cena a "Km 0", tra qualche decina di addetti ai lavori, ha affrontato argomenti importanti, con argomentazioni qualificate ed equilibrate, pur contrapponendo temi ed opinioni potenzialmente contrapposte e concorrenziali.
A cena, poi, ho avuto l'onore ed il piacere di sedere a fianco a Realacci. Ho potuto così osservare, per qualche decina di minuti, il nostro paese da un particolare punto di vista.

Tornado a casa ho ripensato al convegno "scientifico" a cui avevo preso parte sabato scorso ad Abbadia San Salvatore, e mi si è accresciuta la delusione rispetto a quell'evento.....

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