Peccato.
Mi sarebbe piaciuto che anche il mio blog ci seguisse, almeno anche solo con dei post provvisori.
Beh, forse utilizzando altri strumenti, come le community questo sarebbe stato più semplice ed immediato. Un blog probabilmente è qualcosa di più complesso, o perlomeno attraverso la piattaforma di blogspot.
Comunque, alla fine, "tutto questo cinema", ha poi il solo scopo di cercare di rendere più bello, o anche solo più particolare, un regalo a mia figlia, già importante di suo, come il motorino.
Per cominciare la stazione è una padella arroventata, e le scalette su via Alamanni sono carboni ardenti, quando le attraversiamo per andare a comprare il casco per mia figlia.
Quando andiamo a fare il biglietto per Milano, il primo Frecciarossa è completo e dobbiamo ripiegare su di una combinazione con cambio a Bologna.
Arriviamo a Milano nel tardo pomeriggio, ma sotto le arcate di metallo e vetro della stazione centrale si sta come dentro ad un forno. Tanto da far sembrare le porte dei gate installati per regolare la mobilità in occasione di Expo, dei varchi che immettono le anime nei gironi dall'aria vagamente infernale degli affollatissimi piani collegati tra loro da sempre pieni tappeti mobili.
Facciamo spuntino prima di prendere il treno per Bergamo, che dopo averlo tanto cercato sui pannelli delle partenze, scopriamo essere stato cancellato.
Ripieghiamo su di un treno per Verona, dal quale scendiamo a Treviglio, e qui prendiamo un trenino per Bergamo, dove arriviamo alle 20:40.
Sul trenino per Bergamo due ragazze fanno il viaggio sedute davanti a noi, raccontandosi avventurosi viaggi ferroviari da pendolari sulla alinea per Milano. Scambiamo due parole e scopriamo che una di loro conosce San Miniato.
L'hotel Piemontese sembra un frigorifero, e a Bergamo, nonostante la signora della reception preghi per un fine settimana di temporali, non fa certo caldo come a casa nostra.
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