martedì 20 agosto 2013
quella cosa chiamata calma dopo la tempesta
Dopo una lunga, calda estate senza pioggia, annunciata un po' alla chetichella, impensabile fino al tardo pomeriggio, per l'aria immobile e il cielo terso e azzurro assoluto, questa notte un temporale ha finalmente bagnato la campagna.
Prima i tuoi che si facevano sentire lontani. I bagliori che iniziavano ad entrare dalle finestre. Le prime gocce che rumoreggiano sul lucernario. E poi pioggia a scrosci.
Stamani, guardando l'orizzonte, nell'aria fresca del mattino, il cielo appare così.
Calmo, con nuvole in lento cammino, che se ne vanno altrove...
Qui a Pierino, superati i quarant'anni, ho scoperto quanto la terra subisca le stagioni.
Dal freddo che d'inverno gela il terreno per notti, e giorni, con gli alberi che sono scheletri inanimati che poi esplodono, letteralmente, di vita a primavera, con le gemme e le foglie che fuoriescono dal legno.
All'estate che asciuga tutto, la polvere della strada che entra da ogni fessura dell'auto, l'erba del giardino che muore, la terra che si spacca, indurisce come sasso.
Fino a bramare il fresco dell'autunno, che fa rianimare tutta la terra, che torna verde, morbida, e la temperatura dell'aria dolce e languida.
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