Visualizzazione post con etichetta dramma popolare San Miniato. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta dramma popolare San Miniato. Mostra tutti i post
martedì 21 luglio 2015
martedì 15 luglio 2014
i semi lasciati da una storia contemporanea
A narrarci questo racconto è la compagnia "Sant'Andrea Teatro" di Pisa. Agostino Cerrai è Oscar Romero, mentre Silvia Pagnin è Marianella. Luisa Donati è l'amica Lil Milagros che ha scelto la strada della lotta armata. Stefano Perfetti, che accompagna tutta la rappresentazione con la sua chitarra elettrica, è l'autore delle struggenti musiche.
Marianella Garcia Villas, era un giovane avvocato, membro dell'Associazione Cattolica Universitaria Salvadoregna, a 26 anni entrò in parlamento con il Partito Democratico Cristiano, dai quali dirigenti fu prima tollerata, poi ostacolata, ed infine emarginata. Nel 1976 fondò la Commissione per i diritti civili nel Salvador, e attraverso essa fu una dei protagonisti dell'opposizione al regime militare.
Morirà il 13 marzo 1983 nella scuola militare di San Salvador, uccisa a 34 anni dai militari del regime.
Il racconto della storia personale di Marianella si intreccia con quella di un altro martire salvadoregno, l'Arcivescovo Romero, assassinato sull'altare il 24 marzo 1980.
Dopo la morte di Romero, Marianella andrà in esilio in Messico, e tra l'81 e l'82 farà due viaggi in Europa.
Il titolo, Semillas, si ispira al commento, fatto da Romero durante una delle sue omelie contro la repressione del regime militare, alla frase evangelica "se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto".
— (...) possa questo sangue divenire seme di giustizia e di pace. —.
Lo spettacolo sembra rifarsi al libro Marianella e i suoi fratelli, di Raniero La Valle e Linda Bimbi, pubblicato nel 1983, scaturito dalle alcune conversazioni avute con Marianella tra il 1981 e 1982, durante il suo soggiorno in Europa.
Quando Marianella parla della morte, del confronto tra morte naturale e morte violenta, gli fa eco e supporto la voce di un'uomo che legge passi del mito di Antigone.
Infatti (...) gli autori del libro pensavano inizialmente d'intitolarlo Antigone e i suoi fratelli, considerando le affinità con la figura mitologica della figlia di Edipo e di Giocasta, modello di pietà filiale e di devozione fraterna. Antigone si uccise per sottrarsi alla morte cui era stata condannata per aver seppellito le spoglie del fratello Polinice, morto impugnando le armi contro il suo paese, nonostante il divieto di sepoltura decretato dal re Creone.
Come Antigone, Marianella antepone sempre la coscienza ad ogni legge umana, spesso iniqua, e sceglie una lotta feroce ma non violenta, con la voce e con la penna, che si confronta con un diverso modo di combattere, quello delle armi, scelto tra gli altri dall'amica Lil Milagros.
"Non ci importa se ci chiamano sovversivi, traditori della patria; non ci importano gli arresti e le vessazioni che abbiamo patito per difendere i prigionieri politici. (...) Continuiamo a lottare con la voce e con la penna, e con il pensiero certo angosciante che possa arrivare la morte."
San Miniato, ex Chiesa di San Martino, lunedì 14 luglio 2014
Etichette:
dramma popolare San Miniato,
notturno italiano
venerdì 11 luglio 2014
la storia di una identificazione, Giovanna al rogo
Il titolo è suggestivo: "Giovanna al rogo - Storia di una identificazione", perché presuppone una chiave di lettura che propone un'angolatura ostica particolare.
Che non parte dalle gesta, dalle scelte di campo o dal processo, ma dall'analisi dell'identità che essa rappresenta.
Anche la messa in scena è particolare.
Due attori.
Lombardo Fornara, nel ruolo di un frate-testimone che scompone la storia di Giovanna per raccoglierne i tratti che più identificano le proprie gesta.
Luisa Guicciardini, che non pronuncia una sola parola, ma impersonifica Giovanna raccontandola con i gesti della sua danza.
E poi scende a ritroso, alle parole e alle testimonianze raccolte nel processo.
La parte finale, quella che ripropone il rogo di Giovanna, è caratterizzata dalla proiezione sulle pareti della sala, come scenografia, di alcune scene del film di Carl Theodor Dreyerun, "La passione di Giovanna D’Arco", del 1928.
Una delle pietre miliari del cinema, forse l'ultimo capolavoro del cinema muto.
Si tratta di un autentico capolavoro per l’uso del montaggio, dei primi piani, dei simbolismi, e delle deformazioni espressioniste.
Non è solo un grande film per il mirabolante uso della tecnica cinematografica, ma è anche la sublimazione del mito di Giovanna D’Arco.
Etichette:
dramma popolare San Miniato,
notturno italiano
lunedì 7 luglio 2014
la storia di Gesù, raccontata in musica
In una affollata Cattedrale di San Miniato, si è svolto lo spettacolo "il mio Gesù" firmato da Beppe Dati, uno tra i più importanti parolieri e compositori italiani. Famoso per le sue collaborazioni con Marco Masini e Laura Pausini.
In questo strano inizio di luglio, dove temporali e piogge inattese, scombinano i programmi di tante "feste" estive, anche la "LXVIIIa. Festa del Teatro di San Miniato", non ne è indenne, e la serata inizia sotto un cielo plumbeo.
"Il mio Gesù" di Bappe Dati è un’opera musicale moderna, che potrebbe essere confrontata con il mitico "Jesus Christ Superstar", se non fosse stata penalizzata dall'allestimento di fortuna all'interno della Cattedrale a causa della pioggia che minacciava sull'antistante prato del Duomo che avrebbe dovuto ospitare lo spettacolo.
Lo spettacolo è composto di canzoni inedite e di testi poetici che si illuminano a vicenda dando vita ad una sorta di Vangelo cantato che restituisce contemporaneità alla vita esemplare di Gesù di Nazaret.
Durante lo spettacolo, la pioggia annunciata è arrivata, e ha bagnato gli spettatori all'uscita del Duomo.
Etichette:
dramma popolare San Miniato,
notturno italiano
Iscriviti a:
Post (Atom)