Un cappello di paglia di Firenze (Un chapeau de paille
d'Italie) è il titolo di una farsa in cinque atti scritta da Eugène Labiche con
la collaborazione di Marc-Michel, che ne curò le musiche.
Fu rappresentata per la prima volta al Théâtre du
Palais-Royal di Parigi il 14 agosto 1851.
Rappresentata questo pomeriggio al teatro Shalom di Empoli dalla compagnia di Sandro Querci, che ne è l'adattatore, il regista e il protagonista coprendo il ruolo di Fadinand
In puro stile vaudeville, la commedia rappresenta uno dei
tipici esempi dell'imbroglio alla francese, ovvero un insieme di situazioni in
cui qualcuno è sempre in cerca di qualcosa che non riesce a trovare se non
pochi attimi prima che il sipario cali sulla scena. In questo caso, la vicenda ruota
intorno ad un cappello di paglia di fattura italiana.
E' il giorno delle nozze di Fadinard, e la scena si apre sul racconto del protagonista alla zio sordo, di cosa gli era appena accaduto ai giardini, mentre era a spasso in calesse.
Il suo cavallo aveva mangiato il cappello di paglia di Firenze di una signora di nome Anais, che poco dopo arriva col suo amante Emilio a reclamare un cappello uguale, perché senza non poteva tornare al suo gelosissimo marito.
Nonostante il corteo di nozze che aspetta lo sposo, Anais ed Emilio sono irremovibili e non vogliono andarsene dalla sua casa
fino a quando Fadinard non avrà trovato una copia identica del cappello.
Fadinard, per evitare scandali, si mette alla ricerca di un cappello identico e va dalla modista, seguito dal corteo nuziale. Il corteo scambia la sala di moda
per il municipio e Fadinard scopre che la modista è in realtà la sua ex amante.
Promettendo di sposarla, Fadinard riesce a farsi dire a chi è stato venduto
l'unico cappello uguale in tutta Parigi e cioè alla baronessa Champigny.
Fadinard riparte alla volta della baronessa, sempre inseguito dal corteo
nuziale e dal suocero che minaccia di mandare a monte il matrimonio. La
baronessa attende degli invitati, insieme ai quali deve ascoltare il tenore
Nisnardi, e scambia Fadinard per il tenore. Gli invitati alle nozze seguono
Fadinard, creando un po' di scompiglio in casa.
Fadinard spiega il suo problema, ma la baronessa ha dato il cappello alla
nipote, la signora Beauperthuis.
Intanto il geloso Beauperthuis comincia ad insospettirsi per la prolungata assenza della moglie, e mentre si sta facendo un pediluvio arriva Fadinard a chiedere il cappello, sempre seguito dal suocero e dagli invitati, alticci. Nella confusione Fadinard capisce l’inghippo, e cioè che Anais è la moglie di Beaupertuis, mentre il suocero minaccia di mandare a monte le nozze.
Qui lo spettacolo si blocca. La narrazione s'inceppa e si comprende che c'è uno spettacolo nello spettacolo. Che la storia è rappresentata da una compagnia teatrale che impersona se stessa, prima che la storia del cappello di paglia. Scoppia un dramma, gli attori litigano, lo spettacolo sembra andare a rotoli, sennonché il capocomico rimette tutti in riga, e lo spettacolo ricomincia d'accapo.
Velocissimamente viene ripercorsa tutta la storia, fino alla scena finale, quando, nel momento in cui tutto sembra perduto, lo zio sordo presenta il suo regalo per gli sposi, un cappello di paglia di Firenze identico a quello mangiato dal cavallo.
Così Anais riesce a ripresentarsi al marito e Fadinard può finalmente sposare la sua Elena.
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