alba a pierino

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lunedì 15 febbraio 2016

il plastico San Giuliano, un'opera fantastica


Lo scorso 2 febbraio, sul treno per Milano, sul numero di gennaio della rivista delle Frecce, noto un'immagine a tutta pagina in cui si mostra un plastico di ferro-modellismo.


Un piccolo trafiletto parla di un plastico di 200 metri quadrati.
C'è un indirizzo web. Con il mio web-in-tasca vado a curiosare e scopro l'incredibile.
Poi, navigando ancora, trovo notizie sul Corriere Fiorentino.
Viene fuori una storia fantastica di passione ed amicizia, nata nel 2001.


Sul sito trovo il modo di contatti. Invio subito una mail.
Il giorno seguente mi rispondono già. Mi danno un numero di telefono, chiamo e fissiamo subito per una visita. Di fatto, il plastico non è ancora aperto al pubblico. Organizzano una visita al mese per un gruppo di 15 persone al massimo. La fortuna vuole che riesco ad entrare nel gruppo programmato per ieri mattina.




Il plastico è all'interno di una porzione di un capannone industriale alla periferia di Scandicci, a pochi chilometri dall'uscita di Lastra a Signa sulla FiPiLi.



L'impatto emotivo è forte, per quanto è impressionante l'estensione del plastico, che poi cresce ancora, man mano che inizia la visita e si intraprende il percorso che gira attorno ai quattro blocchi, collegati tra loro, in cui è diviso il plastico.




La storia ha inizio dal Dreoni, storico negozio fiorentino di giocattoli. Con due collezionisti che si contendono gli ultimi arrivi di modellismo ferroviario, che finalmente si incontrano e si conoscono. L'ufficiale della Marina in pensione Carlo Bandolini d'Adda e l'imprenditore della moda Giuseppe Paternò di San Giuliano, marito di Fiamma Ferragamo.
Il gruppo si allarga con Vito D'Amico, e decidono di costruire un plastico insieme, unendo materiale, possibilità e passione. Così Giuseppe Paternò di San Giuliano mette a disposizione uno dei suoi capannoni e in circa 4 anni costruiscono una serie di linee ferroviarie su di un piano rialzato da terra di circa 1,80 m, per poter lavorare comodamente sotto nella realizzazione degli impianti.







Ma presto si rendono conto che la cosa sta prendendo una forma che potenzialmente potrebbe diventare "galattica". E consci della necessità di affidarsi a degli esperti, il gruppo si allarga con l'ingresso di altri amici.







Dopo oltre 15 anni il plastico non è ancora finito. Manca ancora una buona parte di uno dei quattro settori, quello che rappresenta un porto e lo scalo merci della rete ferroviaria. Ma i "ragazzi" stanno già andando oltre con i loro progetti. Infatti, stanno già progettando di smontare il tutto per portare il plastico in una sede nel centro di Firenze.



La cosa più impressionate è forse la cura con cui è stat realizzata la stazione ferroviaria, ma sparsi per tutto il plastico ci sono centinaia di personaggi in miniatura, in cui sono sicuro che si trova tutto il catalogo Noch.






Ogni centimetro quadrato è stato realizzato con una cura del dettaglio incredibile. Alla fine, i treni in movimento sembrano far da cornice al paesaggio e non viceversa.


1 commento:

  1. È davvero un peccato che l'anlage non sia riuscito ad aprire al pubblico quello che doveva essere nel 2019?
    C'è qualche speranza che la plastica si apra al pubblico quando questa sfortunata pandemia passerà?

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