Mi era montata un'idea. C'era una porzione della parete, bianca e vuota da troppo tempo, e da troppo tempo ci pensavo su.
Poi è arrivata una foto, la solita che scappa di scattare quando meno te lo aspetti. Quella che non prepari, quella che trovi per strada, quando la strada non la guardo, ma mi perdo a guardare altrove.
Quella che per farla freno di colpo dando un occhio allo specchietto retrovisore.
Quella che magari torno qualche metro indietro, oppure mi fermo sul posto, quattrofrecce e scendo.
Poi ci penso su, comincio a fare un po' di conti a mente, magari la sera prima di prendere sonno, che poi, al mattino, metto a pulito su di un foglietto mentre faccio colazione.
Penso ad una foto incorniciata in rilievo, magari scomposta, a pezzi.
Allora prendo il foglietto con i calcoli, preparo il file e lo porto a Francesco. Stampiamo la foto con la macchina del Festival. Viene fuori una foto 40x116.
Poi ci mettiamo a ragionare sui materiali, prendo il metro, prendo misure e rifaccio i calcoli.
Ordino 21 pannelli di plastica di color nero cm 13,3x15,9 alti 1, ed un pannello bianco cm 50x125,5 alto 0,5.
L'altro giorno Francesco mi chiama, i pannelli sono arrivati.
Stamani mi sono alzato prima, ed ho caricato in macchina, oltre ai libri della bimba, i pannelli e la foto.
Dopo aver lasciato la bimba a scuola, mi sono fermato in mesticheria a prendere il biadesivo, e poi sono salito a San Miniato, e mi sono fermato da Franco Palagini, l'amico tipografo.
Ho tirato fuori la foto ed ho spiegato a Sauro come volevo che venisse tagliata. Abbiamo ripreso le misure e rifatto insieme i conti, ed abbiamo tagliato la foto in 21 pezzi.
Poi ho tirato fuori il mio materiale ed ho cominciato a montare "il quadro".
Mentre applicavo il biadesivo sui tocchetti di plastica, gli amici tipografi continuavano il loro lavoro.
Applicare i pezzi di foto, sui pezzi di plastica, non è stato un granché semplice, anzi. Come appoggiavo la carta fotografica al biadesivo, questi si attaccava subito, quindi dovevo fare molta attenzione.
Attaccati tutti i tocchetti, ho fatto una prima prova per vedere quale fosse la giusta distanza tra i pezzi per ottenere un buon effetto scomposto. Mi sono consigliato un po' con Franco, ed alla fine, tra i 10 e gli 8 mm, ho scelto la seconda misura.
Così sono passato alla fase del disegno della mappa. Ho tracciato, sul pannello bianco, un reticolo di linee che delimitavano la posizione di ciascun tocchetto, con il relativo spazio tra ciascuno di essi. Lapis e righello. Finito di tracciare il reticolo sono andato in cartoleria a prendere una buona gomma, ed ho cancellato tulle le linee che non sarebbero state coperte dai tocchetti.
Ultima fase, il fissaggio dei tocchetti sul pannello bianco. Ho provato ad utilizzare la colla a caldo, con la pistola della tipografia. I tocchetti si attaccavano molto saldi, ma dovevo essere anche qui molto preciso nel posare il tocchetto sul pannello. Questo perché la colla faceva presa molto velocemente e gli spostamenti possibili, per l'aggiustamento della posizione erano ridotti al millimetro o poco più, ed entro i primi 5-10 secondi.
Ho provato ad usare anche il vinavil, ma il tempo di essiccazione era troppo lungo, a dire il vero non so neppure quanto, visto che poi ho fatto tutto con la colla a caldo.
Il risultato ottenuto è stato strepitoso.
Ho già pronta l'idea per mettere a frutto questa prova.
La foto (scomposta/ricomposta) dell'ultimo tramonto dello scorso anno, sulla sagoma di Cigoli, andrà a coprire un po' della parete bianca.
Ma questo "sistema" lo utilizzerò per realizzare la mia prossima mostra. Lavorando sulle foto del "notturno sanminiatese".
Devo però rendere un po' più industriale la costruzione del quadro ricomposto, perché stamani ci ho impiegato tre ore!
giovedì 3 marzo 2011
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