Tirrenia città del cinema, in mostra a Palazzo Blu.
Io scoprii gli studi Cosmopolitan nel 1982, quando a Tirrenia fu organizzata la festa nazionale dell’Unità. Io avevo 16 anni, e le vacanze estive di quell’anno posso dire di averle passate lì.
Al mattino presto passavano a prendermi a casa, ed io mi ritrovavo a lavorare assieme alle centinaia di volontari che in poco più di due mesi recuperarono un’area completamente abbandonata. Riparando porte e finestre, ritinteggiando palazzi e capannoni, facendo fognature e strade, montando stand e strutture.
Scopri così la storia di questi stabilimenti cinematografici nati negli anni Trenta e che fino ai primi Settanta qui fu scritto un capitolo importante della storia del cinema italiano.
Fu proprio a Tirrenia, infatti, che nel 1934, per volontà di Giovacchino Forzano, drammaturgo e librettista di successo, furono costruiti gli Studi cinematografici Pisorno, così nominati per unire il riferimento a Pisa e Livorno, equidistanti dalla località prescelta. Una città del cinema nella “città nuova” fondata dal regime, per rilanciare la produzione italiana in crisi. L’architettura degli studi, disegnata da Antonio Valente, era modernissima e fornita delle attrezzature per affrontare la grande novità tecnica del momento: il sonoro.
Da Tirrenia passarono molti rappresentanti dello star system dell’epoca In seguito il sogno di fondare una Hollywood sull’Arno si arenò di fronte alle difficoltà finanziarie e alla concorrenza di Cinecittà.
Negli anni della Guerra gli studi che avevano visto al lavoro attori e primedonne furono requisiti prima dai tedeschi e poi dagli alleati, come magazzini militari. Quando la produzione riprese, al termine del conflitto, si puntò sui film musicali interpretati da Claudo Villa e Luciano Taioli, che con le loro storie semplici celebravano una nuova voglia di rinascita e leggerezza.
Negli anni Sessanta l’avvento del produttore Carlo Ponti, che rilevò gli stabilimenti ribattezzandoli Cosmopolitan, rinnovò le speranze di rilancio. Sui set e sulle spiagge del Lido, a quell’epoca, si potevano incontrare Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Marco Ferreri e persino Fred Astaire. Fu un breve momento prima della successiva crisi e della chiusura. La moderna struttura progettata da Valente andò lentamente in rovina. Se ne ricordarono anni dopo i fratelli Taviani, che proprio lì ricostruirono la Hollywood del loro film Good Morning Babilonia.
Grazie anche a molti materiali originali, la mostra offre uno spaccato della società autarchica ante guerra, tempo in cui l’intera produzione dei film avveniva all’interno degli stabilimenti, dalla realizzazione delle scene e dei costumi, fino al montaggio finale del film, facendo scoprire i tanti mestieri del cinema, il “dietro le quinte” dei tecnici e degli artigiani.
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