Lo scorso martedì, l'altro ieri, c'era un cielo brumo sopra il verde intenso dei campi della val d'Orcia. Qualche goccia di pioggia, rada, cadeva sulla strada scarsamente trafficata, in quell'ora di primo pomeriggio.
In quel tratto, tra il San Quirico d'Orcia e Radicofani, la Cassia coincide si mischia spesso con la Via Francigena.
Così non è raro incontrare viaggiatori che a piedi, o in bicicletta, lungo la strada.
Negli anni scorsi, nel tratto tra il bivio per Castiglione d'Orcia e Gallina, era molto più frequente trovare pellegrini lungo la strada. Adesso il tracciato, superato l'Orcia a Bagno Vignoni, porta fin sotto la rocca di Tentennano, fino agli oltre 400 metri di Castiglione d'Orcia, per ridiscendere sulla Cassia subito dopo le case di Gallina.
Così sono pochi i pellegrini a piedi che scelgono di tagliare per la meno impegnativa Cassia.
Mentre quasi tutti i ciclisti restano sull'asfalto della vecchia consolare romana.
Oggi mi imbatto su di un viaggiatore solitario, che spinge deciso sui pedali.
Mi viene da pensare ai chilometri, molti, che lo aspettano, lungo la strada per Roma, e provo ad immaginarmi i chilometri che ha già percorso, forse molti di più di quelli che lo aspettano.
Lo fotografo mentre viaggia davanti a me.
Ha bagagli leggeri, la pedalata decisa, la ruota dritta, lo sguardo fisso in avanti.
Sembra interessato solo alla strada, alla meta, ma appena scollinerà il dosso che sta affrontando mi aspetto che anche lui faccia un sussulto, come so di farlo anch'io, alla vista del panorama che ci circonda.
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