alba a pierino

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lunedì 29 settembre 2014

quanta luce un campo di sorgo



ll biogas è una nuova pratica agricola, che si esplica, nella sua fase colturale, attraverso la produzione di prodotti vegetali costituiti da colture dal grande sviluppo in massa, che vengono raccolti al colletto, nella fase di maturazione cerosa, cioè al momento della differenziazione del seme, prima ancora della sua maturazione.
Le principali colture che si sono diffuse per questa pratica sono il mais ed il sorgo da fibra, per le semine primaverili con raccolta a fine estate, ed il triticale, per le semine autunnale, con raccolta in tarda primavera.
Si tratta di cereali che hanno una diversa adattabilità alle varie tipologie di terreni, pedologia e andamento stagionale.
Il mais, per ottenere delle buone produzioni in massa, richiede terreni freschi, di fondo valle, e una buona disponibilità idrica all'inizio dell'estate. Per i suoi costi colturali, e la particolare sofferenza produttiva che manifesta in situazioni si stress idrico, se ne sconsiglia l'impiago in situazioni non proprio idonee.
Il sorgo da fibra, un'evoluzione della comune saggina, la pianta che i vecchi contadini coltivavano per fare le scope per casa, è invece una pianta che, pur avendo un ciclo simile a quello del mais, si adatta anche a situazioni colturali più difficili, o meglio, manifestando meno problemi in situazioni di stress idrici, garantisce comunque una produzione soddisfacente. Quando poi la situazione è particolarmente favorevole, si possono ottenere risultati straordinari.
Il triticale, un grano foraggero particolarmente diffuso nel nord europa, consente poi di utilizzare, allo scopo, anche quei terreni normalmente meno produttivi, nel caso i terreni collinari.


Il biogas è un gas composto principalmente da metano e anidride carbonica, ottenuto per via biologica, attraverso la fermentazione indotta da batteri anaerobi di sostanza organica, in questo caso materiale vegetale erbaceo, opportunamente diluito, in speciali impianti costituiti da vasche di fermentazione, detti digestori, mantenuto agitato e a temperatura controllata, per un determinato periodo di residenza.
Il biogas ottenuto viene poi utilizzato per l'alimentazione di motogeneratori per la produzione di energia elettrica, dedicata al dispacciamento nella rete elettrica nazionale.


Sulla base di questo obiettivo, la produzione della coltura, seppur misurata ancora in tonnellate per unità di superficie, per il solo scopo di remunerare la produzione della materia prima, di fatto, nel conto economico dell'intera iniziativa, la produzione della materia prima, la si misura in MWh per ettaro, cioè in potenza generabile per unità di superficie. Passando dalla quantità di biogas che si ottiene da ogni singola tonnellata, circa 60 metri cubi nel caso del sorgo da fibra, di cui circa il 55% è (bio)metano.

La scorsa domenica, in val di Chiecina, tra Montopoli e Palaia, stavano raccogliendo un sorgo da fibra magnifico, con steli alti oltre 5 metri.
Faceva una certa impressione vedere la macchina raccoglitrice, una trincia-insilati, che sminuzza la pianta in frammenti di poco più di un centimetro di diametro, ingoiare tutto quel materiale.


Un ettaro, più meno la superficie del campo dove mi sono fatto fotografare, di questo sorgo viene trasformato in biogas, tanto da permettere la produzione di circa 25 MWh, cioè il consumo annuo medio di 5 famiglie.
Dentro a questo rimorchio c'è l'energia elettrica sufficiente per una famiglia parsimoniosa.

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