alba a pierino

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martedì 9 febbraio 2010

Palazzo Farnese a Caprarola

Palazzo Farnese in una foto scatta nell'aprile dello scorso anno.

Sono a Caprarola, altro piccolo borgo della provincia di Viterbo, nella zona del Lago di Vico, tra colline ricoperte di noccioleti.
Gli appuntamento di lavoro di oggi ci consentono di ricavare una pausa da turisti di circa un'ora. Così, con la mia collega, ne approfittiamo. Ci dedichiamo ad una visita di Palazzo Farnese. Con un biglietto di 2 euro, ci fanno visitare il palazzo e i giardini. Ci accompagna una signora, che non ci fa da guida, ma da semplice sorvegliante. All'interno del Palazzo è vietato usare la macchina fotografica, così rubo qualche immagine con il telefono.
Fuori, nei giardini, uso, di nascosto, la mia macchina fotografica. Lungo il sentiero del parco che porta alla palazzina dei piaceri, dove si dice che sia stato ospite per una notte il Principe Carlo d'Inghilterra, la sorvegliante resta indietro, ed io mi metto a fotografare, credendo che comunque ci fosse il divieto di farlo. Invece, mentre scendevamo verso l'uscita, con la sorvegliante che ci aveva nel frattempo raggiunto, lei mi dice che avrei potuto fotografare. Io le rispondo: -Peccato! Ma adesso non sto a tornare indietro, sarà per la prossima volta. tanto abbiamo intenzione di tornare a primavera, quando il parco sarà verde e fiorito.-

Il Palazzo Farnese di Caprarola, o Villa Farnese, è uno dei migliori esempi di dimora rinascimentale, costruita per la famiglia romana dei Farnese a Caprarola. Il palazzo fu una delle molte dimore signorili costruite dai Farnese nei propri domini. Il progetto per una fortezza difensiva venne inizialmente affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio. I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo. Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno, così, nel 1547, affidò il cantiere al Vignola, ma i lavori ripresero solo nel 1559. Il Vignola modificò radicalmente il progetto originale: la costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell'orginaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

Al posto dei bastioni d'angolo l'architetto inserì delle ampie terrazze aperte sulla campagna circostante, mentre al centro della residenza fu realizzato un cortile circolare a due piani, con il superiore leggermente arretrato.
Vignola fece tagliare la collina con scalinate in modo da isolare il palazzo e, allo stesso tempo, integrarlo armoniosamente col territorio circostante; inoltre fu aperta una strada rettilinea nel centro del paesino sottostante, così da collegare visivamente il palazzo alla cittadina ed esaltarne la posizione dominante su tutto l'abitato.


All'interno della sontuosa dimora lavorarono i migliori pittori e architetti dell’epoca tra cui Taddeo Zuccari e Annibal Caro, poi sostituiti, alla loro morte (1566), da Federico Zuccari, Onofrio Panvinio e Fulvio Orsini.

Alla villa sono annessi gli "Orti farnesiani" (con lo stesso nome dei giardini della famiglia sul colle Palatino a Roma), uno splendido esempio di giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti alle spalle della villa, arroccati sul colle dal quale s'erge la costruzione e collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.
I lavori per il giardino furono iniziati nel 1565 da Giacomo Del Duca, utilizzando per i terrazzamenti la terra di scarico delle fondazioni della chiesa del Gesù a Roma, e si conclusero solo nel 1630, sotto la direzione di Girolamo Rainaldi.
Il palazzo invece fu terminato due anni dopo la morte del Vignola.

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