alba a pierino

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venerdì 28 gennaio 2011

scorte, di quando si parlava della fine del millennio (11)

Il 5 maggio dello scorso anno avevo iniziato a riproporre "Frammenti", una collana di foto-pensieri in cui raccoglievo/raccontavo dei segni che fossero capaci di rappresentare il varco della data del cambio del millennio.
Il primo numero aveva per titolo "MATTONI".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/05/di-quando-si-parlava-della-fine-del.html
Il secondo numero, "NUVOLE".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/05/di-quando-si-parlava-della-fine-del.html
Il terzo numero, "STRADE".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/07/strade-di-quando-si-parlava-della-fine.html
Il quarto numero, "ORIZZONTI".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/07/orizzonti-di-quando-si-parlava-della.html
Il quinto numero, "ACQUE".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/09/acque-di-quando-si-parlava-della-fine.html
Il sesto numero, "MACCHINE".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/10/macchine-di-quando-si-parlava-della.html
Il settimo numero, "PAPAVERI".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/11/papaveri-di-quando-si-parlava-della.html
L'ottavo numero, "VITIGNI".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/11/vitigni-di-quando-si-parlava-della-fine.html
Il nono numero, "GIRASOLI".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/12/girasoli-di-quando-si-parlava-della.html
Il decimo numero, "PITTURE".
http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2011/01/pitture-di-quando-si-parlava-della-fine.html

Continuando a seguire il filo conduttore fondato sul confronto rappresentato dalla contrapposizione-complementarietà tra l'uomo e la natura, questo undicesimo numero, intitolato "SCORTE", terzo elemento della terza tetralogia, voleva rappresentare come l'uomo sa andare oltre le esigenze immediate.




Questo undicesimo numero di "FRAMMENTI", realizzato nel mese di marzo del 1998, lo presentai il 5 aprile di quello stesso anno, nei locali dell'ex frantoio di San Domenico in San Miniato, unito all'esposizione delle immagini della collezione e 10 pannelli contenenti i dieci numeri precedenti.







primi pensieri
Le risorse, una frontiera per il futuro dell'uomo.

Continuando questo mio percorso-ricerca, attraverso i frammenti che, sparsi sul territorio e compenetranti la nostra vita, portano con sé i segni degli ultimi momenti di questo millennio, mi trovo a raccoglierne un'undicesimo. Nel tumulto degli avvenimenti, e nella catastrofe delle azioni l'uomo si mostra ancora capace di fermarsi un'attimo a considerare la propria esistenza e le prospettive future che essa potrà avere. Nelle strutture di vita sociale e politica che esso ha saputo darsi con l'intenzione di realizzare le proprie aspirazioni, costruite all'interno di clan, tribù, famiglie, etnie, popoli e nazioni, esso si cimenta nel governare il futuro.
L'uomo, come ho cercato di mostrare negli altri frammenti di fine millennio che ho fin qui raccolto, è capace, nel bene e nel male, di vedere oltre l'immediato, il soddisfare oggi i suoi bisogni primari. L'uomo politico ha l'aspirazione di essere decisore e al tempo stesso garante, dei modi in cui soddisfare i bisogni dei suoi simili. Considerato che il problema sta tanto nell'oggi come nel domani, la domanda di soddisfazione dei propri bisogni, si rivolge ad un oggi perpetuo. Tanto da divenire il domani uguale all'oggi, così l'uomo politico, alla ricerca del consenso dei suoi simili, che ne avallino le decisioni e gliene rendano merito dei risultati, pensa provvedimenti dall'attuazione immediata, capaci di soddisfare oggi. Ma difronte alla realtà, che non c'è un oggi senza un domani, cioè di un'azione susseguente ad un'altra senza che la prima non condizioni la seconda, ecco che decidere l'oggi comporta il decidere il domani. L'uomo, fiducioso nei suoi mezzi, o ignaro delle conseguenze, non si è curato poi molto del risparmio delle sue risorse, perché contava di essere capace di trovarne o crearne di nuove.
Ma, alla soglia del trapasso al prossimo millennio, questa fiducia sta entrando in crisi. L'enorme aumento della popolazione mondiale, e la conseguente domanda di alimenti e di energia per uno sviluppo che si sta velocemente allargando verso quasi tutti i continenti, ha messo l'uomo nell'obbligo di fare i conti delle proprie risorse. Il fare i conti delle risorse non è una semplice stima della superficie dei terreni coltivabili e il quantificare il volume del combustibile energetico, ma è la determinazione dei costi economici e sociali legati all'utilizzazione sia dei terreni che dei combustibili energetici. E il parametro di riferimento per questa determinazione è il riflesso che l'uso di questi fattori provoca sulla disponibilità dei due elementi base della vita del pianeta, l'aria e l'acqua.
Volendo focalizzare questo frammento sulla disponibilità delle risorse alimentari, che è stato il fattore condizionante sulla crescita della qualità di vita dell'uomo fino al crepuscolo di questo millennio, ecco che nasce "SCORTE". Questo undicesimo frammento raccolto tra le attività umane, porta con se il segno di un'opera di prevenzione difronte all'indeterminabilità del futuro. Da sempre l'uomo ha cercato di sviluppare sistemi e metodi per poter conservare il cibo per potersi nutrire anche nelle stagioni fredde, povere di alimenti nutrienti. E le immagini raccolte, e racchiuse in questo frammento di fine millennio, testimoniano l'uso di particolari ricoveri, e di selezionati frutti della terra, capaci di resistere integri per un certo periodo. Alimenti che avrebbero poi costituito la dieta base dei mesi senza raccolti, che avrebbero dovuto essere sufficienti anche per imprevisti bisogni.
Il modificare la qualità dell'aria e dell'acqua, incide in maniera fondamentale sulle possibilità di sopravvivenza dell'uomo e del pianeta stesso. Così l'uomo, attraverso quella sua capacità che lo rende particolare di fronte agli altri esse viventi, di fermarsi a ragionare sulla propria esistenza, è capace di ritrovarsi a discutere assieme a tutti i suoi simili sparsi sul pianeta, di come accordarsi per salvaguardare la qualità della vita di tutti. Le nazioni della terra, che hanno da tempo superato la soluzione del problema alimentare, e che hanno così potuto utilizzare le loro risorse per lo sviluppo industriale e tecnologico, hanno identificato quale loro principale bisogno, quello della disponibilità illimitata di energia, sia elettrica che termica. E sarà proprio sulla gestione delle risorse energetiche, che hanno un'impatto dirompente sugli equilibri dei componenti dell'aria, che rappresenteranno la vera frontiera che separa l'uomo dal suo futuro, che incontrerà nel prossimo, terzo, millennio.

pensieri in foto
Con "SCORTE", frammenti riacquista la sua principale figura di documento, raccoglitore e catalogo di segnali che attraversano e si manifestano nella confusione di questo instabile fine millennio, dove l'uomo continua a mostrare la sua umorale natura. Egli oggi si erge, grazie al livello di conoscienza e capacità tecnologica, che ha raggiunto attraverso il suo sviluppo intelletivo, che sembra non conoscere più frontiere da due secoli a questa parte, a giudice del futuro. Mentre nella millenaria storia dell'uomo dove i segni venivano tracciati soprattutto dalle guerre, o dalle manifestazioni di capacità manuali e di pensiero di artisti dell'ingegno, la seconda parte di questo millennio ha visto un uomo che si è gettato verso la ricerca di una soluzione globale del problema principale dell'uomo, il cibo.
Dalla scoperta dell'america sono partite una serie di trasformazioni sociali ed economiche che hanno scritto la storia del pianeta. Gli alimenti scoperti nel nuovo mondo, hanno profondamente cambiato l'agricoltura europea, dandogli un forte impulso nella messa a coltura di nuovi terreni. L'appoderamento delle campagne le trasformò, aumentandone la produttività. La popolazione, grazie all'accresciuta disponibilità di cibo, aumentò vertiginosamente, ampliando una serie di nuovi bisogni che una più diffusa disponibilità di denaro e l'ampliamento delle città aveva portato. Ecco che sotto la spinta di questi nuovi bisogni che nacque l'industria per la produzione su larga scala.
Le immagini di questo undicesimo frammento appartengono, nel loro aspetto formale, a quell'esperienza fotografica legata alla documentazione visiva dell'esistente soggetto ad una forte erosione del tempo. Tutti quegli oggetti che rappresentano i soggetti di queste immagini rappresentano delle risorse recuperate all'oblio e la cancellazione attuata dal tempo. Si tratta di un microcosmo costruito e mantenuto in vita dall'opera instancabile di due anziane persone, che hanno ancora un rapporto col futuro come fosse un'entità maligna sovrannaturale, dalla quale ci si deve comunque prevenire. E lo fanno portandosi dietro tutto il passato, come dote alla quale attingere "alla bisogna".

Otto fotoFrammenti di un microcosmo in attesa del futuro.
I foto-frammenti che propongo con "SCORTE" sono immagini raccolte in una visita a fine estate (1997) nella casa colonica dell'amica Caterina, ritraendo gli oggetti e i frutti della natura che lei con parsimonia immagazzina nella stalla, prima di ogni inverno.


Il microcosmo che si aprresta a varcare il futuro è una vecchia stalla di una casa colonica che sembra stare in piedi solo per rispetto di un'anziana coppia, Lorenzo e Caterina, che vanno tutti i giorni a farla rivivere con la loro presenza e la loro instancabile attività.


Dentro il locale si trova di tutto, ma vi sono ricorevati soprattutto quei cibi, frutto della terra, che ben accuditi, sono capaci di mantenersi commestibili per tutto l'inverno, la vera frontiera verso il futuro. Così dentro una cassetta, si trovano pomodori e pereponi, di varia grandezza e maturazione, per un utilizzo scalare.


Al soffitto vengono appesi gli ortaggi che durano più a lungo, come le cipolle a mazzi, grandi e piccole assieme.







I pomodori che vanno al soffitto sono i pomodori vernini, per l'inverno appunto. Piccoli e rotondi, vengono impalcati su appositi castelletti fatti di porzioni di canna di bambù.


All'interno della stalla, su di una parete, che ancora conserva i resti dell'antica tinta che la rivestiva, sono sistemate in bell'ordine una serie di corde.





In un angolo ci sono falci e saggina. La saggina, un sorgo dal fusto lungo e giallo, caratterizzato da un'infiorescenza fatta di steli serrati e robusti, nelle fredde e piovose giornate invernali verrà intrecciata per farne delle scope.


Il santo e l'ombrello, potrebbero essere un significativo accopiamento, seppur casuale. S. Antonio, protettore degli animali, e quindi di una delle risorse della campagna, può essere benissimo accompagnato ad un'ombrello già aperto, pronto alle evenienze.


Ma questo microcosmo è un ricovero aperto a tutti, dove queste due anziane persone continuano incessantemente ad accumulare il loro passato, vivendoci gran parte del presente, assieme agli animali che fanno loro compagnia.


Lorenzo e Caterina non ci sono più....

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