alba a pierino

alba a pierino

mercoledì 27 ottobre 2010

dopo la pioggia, la luce


Tre immagini che erano rimaste dentro la macchina fotografica.

Scattate l'altro ieri, lunedì, dalla finestra, lavorando, tra una tabella e un calcolo.
Tra un paragrafo e la sintesi di un ragionamento.
Fuori bordate di pioggia si infrangevano sul lucernario.
Più la pioggia si faceva battente, più calava l'ombra attorno a me.
Come i suono del vetro si affievoliva, la luce entrava.

Più la pioggia era copiosa, più vicino si faceva l'orizzonte.


Come la pioggia cessava, l'orizzonte si allontanava velocemente.


Con la luce del sole che cadeva, impetuosa e calda, sul panorama scintillante di mille e più gocce che si erano posate dappertutto.

martedì 26 ottobre 2010

ma te dove vai?

Stamani ho preso il treno. Meta, l'ufficio di Milano.
Alla stazione di San Miniato non era arrivata ancora l'alba, quando è arrivato il treno.


Da ragazzo questa stazione era per me uno dei luoghi più frequentati.
Ho preso il treno per Firenze per 7 anni.

A quest'ora, e su questo treno ho riconosciuto i passeggeri di allora. Studenti, insegnanti e qualche pendolare.

Alla stazione di Empoli il treno era già tutto pieno.
Sono salite due signore che si sono sedute nei seggiolini a me vicini.
Una, in particolare, si è seduta accanto a me.
Prima di sedersi ha steso sul sedile, che però non era sporco, una copia di "Metro".

Credo che avesse più o meno la mia età.
Ha conversato un po' con la sua amica del mondo, di abiti, di parrucchiere ed un po' è stata zitta.
Arrivati alla stazione di Firenze, si è alzata e si è diretta all'uscita, salutando la sua amica.

Si è alzata lasciando il giornale sul sedile. Subito non l'ho notato. Me ne sono accorto piuttosto quando mi sono alzato per prendere la borsa dal portabagagli.
Ho poi pensato: ”Ma guarda... Ha fatto la schizzignosa col giornale sul sedile, e poi l'ha lasciato lì...”.
Mi sono girato a guardarla che stava scendendo, tutta sorridente.

Chissà, forse avrei dovuto chiamarla e dirle: —Ma te, dove vai?...

lunedì 25 ottobre 2010

la scelta è fatta

Oggi ho chiuso la collezione fotografica.
"Nel folto del bosco" è adesso una collezione di 20 immagini, più un'immagine titolo/copertina.
In settimana farò le stampe, che avranno un formato di 12,5x35, montate su cornici 30x50.


La mostra fotografica con la presentazione della pubblicazione, è confermata per sabato 6 novembre, ore 17,00.
E si terrà nei locali dell'ex Frantoio di San Domenico, a San Miniato.

La mostra resterà aperta fino a domenica 28 novembre, in concomitanza con l'annuale Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato.

domenica 24 ottobre 2010

la raccolta delle olive

Domenica pomeriggio trascorsa a raccogliere le olive.


Dopo un leggero piovasco a mezzogiorno, sopra al ciliegio sono sparite le nuvole nere, ed un tiepido sole ha illuminato la collina di Pierino.
E' arrivata la mia sorella, abbiamo pranzato, e ci siamo messi a raccogliere le olive.
Abbiamo steso il telo sotto alla pianta, e appoggiato la scala.



A me piace raccogliere le olive arrampicandomi sui rami, come un gatto.

E siccome i rami mi reggono ancora bene, allora vuol dire che gli anni non pesano ancora un granché.


Quando è arrivato il buio abbiamo contato le piante raccolte questo pomeriggio, 9.
E pesato le olive, 85 kg.


sabato 23 ottobre 2010

la piantina di cocomero

Sono passati quasi 3 mesi esatti dalla serata in cui ho festeggiato i primi due anni a Pierino.

http://aurelio-vivereapierino.blogspot.com/2010/07/due-anni-di-vita-pierino.html

I primi freddi di quest'autunno stanno arrivando, ma la piantina di cocomero, nata da un semino che proprio quella sera, cadendo, si era infilato tra una mattonella e l'altra del pavimento del pergolato, continua a crescere.


Ormai le ore di luce sono sempre meno, come sempre più basse sono le temperature, specie di notte.

Alla prima brinata, che penso si farà sentire entro i prossimi venti giorni, la piantina di cocomero morirà.

Nel frattempo continuerà a farci compagnia, e tenere vivo il ricordo di quella sera di festa, dei due anni già trascorsi a Pierino.


venerdì 22 ottobre 2010

un'anonima Avezzano

Arrivo ad Avezzano a sera inoltrata, intorno alle 22,30 di ieri.
All'ingresso della città, poco dopo l'uscita dall'Autostrada dei Parchi, mi si presenta questa scena.


Ad un incrocio, appena sopra al marciapiede, tra un caseggiato ed un altro, un cavallo legato ad un vecchio furgone, a mangiare tra le stoppie...

Raggiungo l'albergo attraversando strade quasi deserte.

Questa mattina la città è immobile nell'aria fredda dell'altopiano marsico.




Come ci si avvicina alla stazione, frotte di ragazzi animano le strade.


giovedì 21 ottobre 2010

visita alla centrale

Modugno, tardo pomeriggio.
Visita all'impianto di produzione di energia elettrica.
800 MW prodotti con un sistema di generazione combinato, turbina a gas più turbina a vapore, generato dal recupero del calore dei fumi di scarico delle stesse turbine a gas.
E' uno degli impianti più efficienti operanti in Italia, e con le più basse emissioni di gas clima alteranti.



Condensatori e circuito di condensazione del vapore



I camini delle due turbine a gas.




mercoledì 20 ottobre 2010

luci nella notte di Termoli

Scende la notte sul mare Adriatico.
Il tramonto è alle spalle, con le ombre che si sono allungate dalle vette dei Monti dei Frentani.

Lente, piccole onde, si infrangono sulla spiaggia.


Il borgo vecchio di Termoli, da qui, è un castello che si insinua nel mare.

La notte è sempre più matura, con la luna, avanzata ma non ancora piena, ben alta nel cielo cupo.
Le strade del borgo sono silenziose, profumate di mare da folate di vento che si infilano nei vicoli.







Ore 22,30. Piazza Duomo.
La Cattedrale, che è stata edificata tra il XII e il XIII sec., è il fulcro del Borgo, luogo verso il quale confluiscono strade e vie.
La presenza, oltre dell'edificio sacro, anche del Castello, voluto forse da Federico II, come torre di vedetta sull'Adriatico denota un periodo di splendore proprio intorno al XII e XIII sec.
Le invasioni veneziane e turche con saccheggi e devastazioni, terremoti, passaggi di proprietà tra dinastie e famiglie nobili hanno segnato un momento di calo durato fino a tutto il XVIII secolo.




Lungomare, a nord.


I trabucchi.
Il trabucco è un'antica macchina da pesca tipica delle coste abruzzesi.
Si tratta di un'imponente costruzione realizzata in legno strutturale, costituito da una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d'Aleppo, dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall'acqua, due, o più, lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un'enorme rete a maglie strette detta "trabocchetto".
Secondo alcuni storici, il trabucco sarebbe un'invenzione importata nella regione dai Fenici.


Forme di luce e d'ombra.





Ore 23,00. Porta del Borgo Vecchio.