Franco La Torre, figlio di Pio La Torre il parlamentare Comunista ucciso dalla mafia nel 1982, a San Miniato come presidente di FLARE, un percorso politico-educativo per la costruzione di un network finalizzato alla cooperazione tra le organizzazioni della società civile nella lotta contro le mafie e le criminalità organizzate transnazionali, quale attivi
tà di "Libera", è venuto a presentare lo spettacolo di Tiziana Di Masi e Andrea Guolo dal titolo: Mafie in Pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida. Teatro civile gastronomico.
L’inchiesta giornalistica condotta da Andrea Guolo (premio Cronista dell’anno 2011) sui terreni confiscati alle mafie e sui prodotti che le cooperative di Libera Terra sono state capaci di ottenere da quei terreni, è stata trasformata da Tiziana Di Masi in uno spettacolo brillante, goloso e coinvolgente per il pubblico, chiamato a degustare quei cibi sul palcoscenico ascoltando le storie che hanno dato origine agli stessi.
"Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" è nata il 25 marzo 1995 con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. La legge sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l'educazione alla legalità democratica, l'impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Libera.
Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida è il racconto di un viaggio all’interno delle cooperative di Libera dove, sui terreni un tempo in mano alle mafie, è nata una "bella economia" i cui cardini si chiamano agricoltura biologica, qualità, lavoro e rispetto delle leggi.
È uno spettacolo che si fonda sulla speranza e sulla rinascita, perché la terra non smette mai di rigenerarsi, basta concederle la possibilità. Ed ecco che nella Piana di Gioia Tauro, dagli ulivi abbattuti dalla ‘ndrangheta per ricavarne legname e non cederlo alle cooperative, si originano quei polloni che daranno l’olio della speranza; ecco i vigneti bruciati dalla sacra corona unita in Puglia che tornano a fiorire e a regalare un grande vino; ecco in Sicilia l’affermazione di un’agricoltura che rompe il muro delle regole mafiose e versa finalmente i contributi ai lavoratori. Ecco infine le cooperative sorgere anche al nord, in Piemonte come in Lombardia, sempre più stretto nella morsa delle mafie che controllano tutti i suoi traffici.
È uno spettacolo sul gusto e su alcune tra le eccellenze del nostro settore agroalimentare. Con un’interpretazione capace di sfumare dal drammatico al brillante e attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico, chiamato sul palco ad assaggiare i prodotti, non “chiude” lo stomaco dello spettatore, bensì stimola la sua “fame” di legalità e di cose buone. Il cibo si fa memoria e occasione di riscatto sociale.
Tiziana chiude lo spettacolo ricordandoci che la lotta contro questo sistema inizia dalle piccole cose, dalla quotidianità. Quando acquistiamo un prodotto qualsiasi, facciamolo scegliendo la qualità e anche quel che rappresenta. Compriamo sempre per scelta, mai per noia o per necessità. Informiamoci, anche così si combattono le mafie. Noi intanto la mafia cerchiamo di metterla in pentola e di chiuderlo quel coperchio per gustarci solo il bello della vita.
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