Nel freddo dei minuti prossimi alle albe invernali, con le prime luci che svelano la brina, facendola luccicare.
Sono giornate che si allungano su chilometri di strade e di auto incolonnate e sfreccianti.
Che si allungano su chilometri di binari, che bucano montagne, tagliano pianure, si lanciano sopra ai fiumi.
Sono giornate che ti catapultano a centinaia di chilometri.
Dove, uscito dalla stazione, è come se apro gli occhi in quel momento, e scopro una luce insolita.
Mi guardo attorno, in un contesto sempre più verticale, sempre più proteso verso il cielo.
E scopro, che oggi, alla prima lunga sosta dopo tanti chilometri, che questa luce è inusuale per questo posto.
Che è troppa e vivida. Sorrido appena mi cresce il pensiero.
—Accidenti che luce! Stamani devono aver pulito i vetri...—, mi spiego.
La luce si smorta come entro in ufficio.
La nuova skyline della città, con i grattacieli di Porta Nuova ha già modificato la percezione dello spazio, allungando la sua ombra per gran parte del giorno sulla finestra da cui mi affaccio.
Sono giornate che non finiscono neppure dopo il calar del sole, si allungano ancora, per chilometri.
I chilometri che mancano per tornare indietro, da dove è iniziata la mia giornata.
Così altri chilometri di buio, senza stazioni, di luci che si perdono e si ritrovano.
Chilometri di buio che non fa differenza se il treno viaggia fuori o sotto le montagne.
Chilometri di tranvia affollata nell'ora prossima alla cena, e poi ancora chilometri di asfalto stretto, macchiato dalla luce dei fari in movimento.
Sono giornate che non finiscono neppure dopo il calar del sole, si allungano ancora, per chilometri.
I chilometri che mancano per tornare indietro, da dove è iniziata la mia giornata.
Così altri chilometri di buio, senza stazioni, di luci che si perdono e si ritrovano.
Chilometri di buio che non fa differenza se il treno viaggia fuori o sotto le montagne.
Chilometri di tranvia affollata nell'ora prossima alla cena, e poi ancora chilometri di asfalto stretto, macchiato dalla luce dei fari in movimento.
E quando, negli ultimi miei passi,
mi avvicino alla porta di casa,
alzando gli occhi,
ecco chilometri di stelle.
ecco chilometri di stelle.
E' uno spettacolo che lascia attoniti,
che sfolla i pensieri, che rende sereni.
Sono chilometri e chilometri di stelle,
che quelli percorsi oggi non pesano più.
Chilometri di stelle, e di uomini, e di secoli,
da qui alle tre Piramidi di Giza,
esattamente collocate nello stesso modo
in cui sono collocate le tre Stelle della Cintura di Orione,
Nessun commento:
Posta un commento