A Carmignano da novant’anni, l’ultimo weekend di settembre si celebra la festa di San Michele.
Io l'ho scoperto ieri sera.
Ogni anno per tre giorni, Carmignano diventa il palcoscenico di uno straordinario spettacolo popolare, un vero e proprio teatro in strada. Un importante corteo, fatto di circa mille persone, attraversa le strade e le vie a piedi o sui carri trasformati in fantastiche scenografie con ogni sorta di marchingegno, luci, musiche e colori.
Vengono messe in scena quattro storie, una per ogni rione, sfidandosi in una gara che vede alla fine vincere lo spettacolo migliore.
Episodi veri o leggende, ogni anno diverse, che forse sarebbero perse se non venissero riportate in vita da questo straordinario spettacolo di memoria collettiva.
Il cielo, di tanto in tanto, veniva illuminato dai bagliori di un temporale che sembrava lontano.
Pensando, e sperando, di farne a meno, abbiamo lasciato l'ombrello in macchina.
Un bus navetta ci ha portati in paese, e appena arrivati ha iniziato a piovere.
Lungo la strada principale, attraverso la piazza, sfilava già il primo rione. Il rione verde.
Piove e ci ripariamo sotto ad balcone, ma non riusciamo a veder quasi niente.
Con la pioggia si liberano molti posti nelle tribune. La pioggia si più rada e sottile, e ne approfittiamo per prendere i posti lasciati vuoti, che però, più tardi, scopriremo che sono a pagamento.
Vediamo terminare la sfilata del rione verde, che mette in scena il novecento italiano.
Quindi è la volta del rione azzurro, che mette in scena, e le colloca nel tempo, i dipinti presenti nella chiesa di Carmignano.
Vediamo poi la sfilata del rione azzurro, che mette in scena la storia della Nobel Carmignano, un pallottolificio e dinamitificio.
Nel 1913, il dinamitificio Nobel fu costruito strategicamente nel bosco di Carmignano sulle rive del fiume Ombrone e a due passi dalla stazione ferroviaria. Fu luogo di lavoro per circa 3500 persone che si alternarono nella produzione di materiali esplodenti fino verso la fine della seconda guerra mondiale. L'11 giugno 1944 alla stazione ferroviaria di Carmignano, otto vagoni carichi di tritolo vennero fatti esplodere da quattro patrioti carmignanesi. L’eroico attentato, costato la vita dei giovani partigiani, mise però fine alla massiccia produzione di munizionamenti per il regime fascista, avviando così l’area Nobel verso il suo declino. Sul finire degli anni '40 si cercò di salvare il dinamitificio trasformandolo in stazione sperimentale di fitoallevamenti e antiparassitari e, negli anni seguenti, creando invano un laboratorio di ricerche sui funghicidi e gli insetticidi. Gli ultimi stabilimenti chiuderanno i battenti nel 1958, anno del definitivo abbandono.
Sei anni dopo lo stabilimento fu bonificato dai residui degli esplosivi e dei materiali usati per la loro fabbricazione e fu privatizzato.
http://qn.quotidiano.net/file_generali/pdf/paoli1.pdf
Sono passato anni e anni per la stazione di Carmignano, sul treno che mi portava a studiare a Firenze.
Non avevo mai notato niente.
Alle ore 1.10 della notte dell'11 giugno 1944 un'esplosione catastrofica distrusse la stazione di Carmignano. Il boato scoperchiò le case vicine, distrusse i vetri delle abitazioni di gran parte del territorio comunale e si fece sentire distintamente fino a Prato e a Firenze.
A saltare in aria erano stati otto vagoni ferroviari carichi di tritolo. Una delle più spettacolari azioni di sabotaggio dei partigiani toscani.
La fabbrica Nobel di Carmignano produceva esplosivi per i nazifascisti, la SAP (Squadra d'Azione Patriottica) dei fratelli Buricchi decise di attaccare i vagoni portando sul posto una carica artigianale che doveva innescare una reazione a catena.
Approfittando della distrazione dei tedeschi e dei fascisti che erano reduci da una festa in loro onore i sappisti innescarono i detonatori, ma qualcosa non funzionò come previsto. Forse non furono sufficientemente prudenti (alcuni erano alla loro prima azione) o forse l'attrezzatura era troppo rudimentale: parte del gruppo venne investito dall'esplosione e Bogardo Buricchi, il capo della spedizione, e Ariodante Naldi furono letteralmente disintegrati, mentre Alighiero Buricchi e Bruno Spinelli perirono per le ferite. Tutti gli altri, feriti più o meno gravemente, riuscirono a scappare e a rifugiarsi in luoghi sicuri.
A seguito dei devastanti effetti la fabbrica Nobel fu costretta alla chiusura e l'immenso cratere rese inagibile il tratto ferrioviario per molto tempo.
Scopro che ad aver scritto una delle ricostruzioni di quello che accadde quella notte, è stato anche l'amico Riccardo Cardellicchio.
http://viceversa.megablog.it/item/il-racconto-dell-esplosione-alla-stazione-di-carmignano-l11-giugno-1944
Proprio su di un angolo della piazza dove sfilano i figuranti, c'è un'insegna "11 giugno". E' del circolo ARCI di Carmignano.
La storia della Nobel viene raccontata attraverso le parole di un epistolario tra una dipendente e il suo innamorato.
domenica 26 settembre 2010
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