Mi affaccio dal parapetto di piazza dei Martiri.
Sotto, tra il verde, scorre il Brenta.
Davanti l'Altopiano di Assago, con al fianco, più in alto, il Monte Grappa.
Nel sentir pronunciare questi nomi, ho come l'impressione che la luce chiara di questo caldissimo mezzogiorno di metà ottobre si incupisca, ed il cielo di adombri di nuvole e fumo. Mi sembra che dai monti scendano boati, sordi e senza lampi.
E' senz'altro la mia immaginazione, ma penso che poco meno di cento anni fa, da qui, i colpi dei cannoni delle battaglie che infuriavano sul fronte che attraversava le montagne, nel silenzio di un mondo senza motori, doveva essere nitido e lugubre al tempo stesso.
Ma a Bassano non si ricorda con dolore solo il primo conflitto mondiale.
In questa terra, fra il Brenta ed il Piave, l'occupazione nazista, seguita all'armistizio dell'8 settembre del 1944 durò ben 20 mesi.
Sui lecci di Piazza dei Martiri si ricordano i 171 giovani impiccati qui, e lungo il viale che costeggia le mura orientali della città.
Sotto, tra il verde, scorre il Brenta.
Davanti l'Altopiano di Assago, con al fianco, più in alto, il Monte Grappa.
Nel sentir pronunciare questi nomi, ho come l'impressione che la luce chiara di questo caldissimo mezzogiorno di metà ottobre si incupisca, ed il cielo di adombri di nuvole e fumo. Mi sembra che dai monti scendano boati, sordi e senza lampi.
E' senz'altro la mia immaginazione, ma penso che poco meno di cento anni fa, da qui, i colpi dei cannoni delle battaglie che infuriavano sul fronte che attraversava le montagne, nel silenzio di un mondo senza motori, doveva essere nitido e lugubre al tempo stesso.
Ma a Bassano non si ricorda con dolore solo il primo conflitto mondiale.
In questa terra, fra il Brenta ed il Piave, l'occupazione nazista, seguita all'armistizio dell'8 settembre del 1944 durò ben 20 mesi.
Sui lecci di Piazza dei Martiri si ricordano i 171 giovani impiccati qui, e lungo il viale che costeggia le mura orientali della città.
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