mercoledì 7 settembre 2011

tramonto di settembre


In piedi,
con la spalla appoggiata ad un palo,
guardo un tramonto rurale,
con il sole che è già scivolato dietro colline ed alberi,
e non c'è silenzio,
in questo mare di empie onde verdi,
rilevate da ombre cupe e lunghe.

E' un tramonto di nuvole infiammate,
che avanzano,
si gonfiano,
come sgorgare da un orizzonte in ebollizione.

Avrei bisogno di parlare,
forse,
ma non trovo chi mi sta a sentire,
ci sono tanti suoni,
troppi per riuscire a dire qualche frase.


E' un tramonto di settembre.

Il cielo si fa ogni giorno più sporco,
la sera sempre più precoce.

I grilli,
le cicale,
ma anche i passeri e gli altri uccelli,
hanno troppa frenesia.

Sentono che la stagione sta mutando,
l'aria che si sta raffreddando,
il vento sempre più ammaliante ed ingannevole.


Forse,
chissà,
stanno gridando così forte per paura di non essere sentiti,
di non riuscire a cogliere il tempo che sentono ancora loro mancare.

Irritati la giorno che si fa sempre più corto,
e la notte sempre più lunga.

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