sabato 8 gennaio 2011

impero, chissà che viaggio sarebbe stato

Le feste sono finite, ed è quindi il momento per andarsi a comprare qualche regalo mancato...
Ho acquistato un libro che avevo notato in una vetrina qualche settimana fà.
E l'ho fatto allo scopo di partire per quello che potrebbe essere davvero il viaggio di una vita.
La meta impossibile, immaginaria, il sogno di una vita...

In queste sere d'inverno, inseguendo una moneta, conto di girare tutto l'impero romano, al tempo della sua massima espansione, il II° secolo d. C., al tempo di Traiano, e magari incontrare proprio anche l'Imperatore.
Non partirò da solo, probabilmente riuscirei a non perdermi, ma, non conoscendo soprattutto le persone, prima che i luoghi, mi farò accompagnare da chi, di quel tempo, sa molte cose.


Partirò in compagnia di Alberto Angela. Con lui, come altre 400 mila persone, ho trascorso, un paio di anni fà, "una giornata nell'antica Roma". Mi ero fatto guidare per ventiquattro ore tra le vie della capitale imperiale, in un ipotetico martedì del 115 dopo Cristo.

Ora che Angela riparte dal giorno successivo, un mercoledì, per un viaggio che attraverserà tutte le terre in quel momento assoggettate a Roma, partirò con lui.
Lo seguirò nell'impresa di seguire un sesterzo di bronzo, moneta del valore di poco più di due euro, ma "veicolo straordinario perché passa di mano in mano", dal marinaio al signore, dalla prostituta al filosofo fino al gladiatore.

In questo viaggio immaginario salperò con lui da Roma, dove però tornerò più volte e dove, mi ha promesso, mi farà assistere alla corse delle quadrighe al Circo Massimo.
Come mi ha promesso di portarmi sulla Mosella, sul confine nord-orientale della Gallia, per mostrarmi che lo spumante lo inventarono i romani ben prima dei francesi.

Percorreremo quasi 80.000 km, quelli che io faccio in un anno con la mia auto. E lo faremo soprattutto lungo le strade romane, "il più grande monumento che ci è stato lasciato", come le definisce lui.
E saranno chilometri scanditi già a quel tempo, da Statio e Mansio, gli equivalenti degli odierni autogrill e motel. Mi farà visitare anche la tentacolare e scandalosa Baia, alle porte di Napoli, dove il vulcano Somma aveva ricoperto Pompei. E ancora Alessandria d'Egitto, dove la moneta entrerà in un prostribolo e ne uscirà per visitare le tombe dei faraoni in mano a un filosofo.

Mi accingo a "leggere" un viaggio lungo più di due anni, durante il quale ogni elemento, vicenda, personaggio è vero, o al massimo verosimile, con numerosi dialoghi e persino barzellette ripresi da Ovidio, Marziale, Tacito e Giovenale.

Cosa mi aspetto di scoprire?
L'autore avverte che la vera scoperta che faremo sarà quella di capire come Roma riuscì, quasi duemila anni fa, a realizzare il primo esempio di globalizzazione, in un impero che aveva un'unica lingua parlata ovunque, il latino, una sola moneta e dove, in ogni luogo, si poteva trovare lo stesso olio o la stessa tunica, magari con una stoffa tinta a est e cucita a ovest. Una società multietnica dove chiunque poteva diventare imperatore, con un altissimo tasso di alfabetizzazione e un ottimo codice legislativo e dove spesso le donne avevano molta più libertà di quella che possiamo immaginare.

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