giovedì 5 dicembre 2013

i racconti di Ascanio Celestini a Quaranthana



Forse era proprio il luogo ideale dove andare ad ascoltare uno dei più indovinati racconti di Ascanio Celestini, quello di un Piccolo Paese. Proprio perché quello di Quaranthana è un piccolo teatro, molto piccolo.
Con un piccolo ingresso, molto piccolo, lungo la strada che attraversa un piccolo paese, molto piccolo, che ha, proprio davanti il teatro il suo piccolo autovelox.


Si attende l'inizio dello spettacolo con Ascanio che gira tra gli spettatori in attesa, come se anche lui fosse venuto ad ascoltare i suoi racconti. Forse lo farebbe davvero, se potesse, dato che lui racconta quello che vede, e lo racconta per ricordarsene, per non dimenticarsene.


Mi piace Ascanio, è la terza volta che riesco ad assistere ad un suo spettacolo, ne ho già raccontato qui sul mio blog.

Mi piace, perché a io, come lui, alla fine di un viaggio, di una giornata, che che poi potrebbe essere sempre un viaggio, o di una semplice esperienza, mi siedo a raccontare, io sul mio blog, lui sul palco davanti al suo pubblico. Così viaggio due volte, rivivo l'esperienza, mi emoziono di nuovo. Lui, Ascanio, dice che la prima è quella vera, ma la seconda è quella utile. Racconta sennò si scorda, dice lui, ma invece racconta, come a me piace raccontare, per condividere e ricordare insieme.


Lui dice che ogni volta che racconta una storia gli succede di aggiungerci pezzi e di confondersi, poi.
Tanto di non sapere più se sta raccontando quello che ha visto o quello che ha detto. Ma però continua a raccontare lo stesso.
E poi, tutti coloro che raccontano, sanno anche essere silenziosi ascoltatori.

Intanto, in attesa di ascoltare la storia del Piccolo Paese  governato da Tony Mafioso e Tony Corrotto, che ogni tanto vanno a cena dallo zozzone, si sono radunati un po' di persone nel piccolo foyer, con una piccola mostra fotografica di immagini di scena alle pareti.


Che poi prendono posto nella piccola platea, di sessanta, settanta posti a sedere al massimo.


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