sabato 17 agosto 2013

la vestizione di San Rocco


Sempre la sera di Ferragosto, a chiusura della serata, con inizio attorno a mezzanotte, è andato in scena un altro bel prodotto del laboratorio di Gigliotti e Giuntini.


Lo spettacolo, di soli quattro minuti, messo in scena in silenzio, nel silenzio e nel buio, illuminato solo da alcune candele tenute in mano dagli attori, dell'orto-giardino della canonica della Chiesa di Santo Stefano, sopra piazza Buonaparte.
Lo spettacolo ha per titolo: “La vestizione del Santo”, costituito da una scena surreale e metafisica che avvicina il teatro alla poesia.


Il pubblico ha iniziato ad arrivare, mentre gli attori, sotto la giuda di Francesco, facevano le ultimissime prove prima dello spettacolo.


Mi sono così trovato a dover cercare una soluzione a dove collocare le cento e più persone che ormai erano già entrate nell'ingresso e nel corridoio della canonica.
Ho pensato di portarle in chiesa, dove ho potuto accendere un'unica luce.
Poi sono tornato all'ingresso, e poi di nuovo in chiesa.
Quando sono tornato ho trovato un'atmosfera particolarissima.
La chiesa era piena, la gente bisbigliava sommessamente. L'aria era di attesa, di curiosità, di incredulità verso quegli attimi di attesa, in un luogo insoluto, in un caldo torrido.


Mi è venuta in mente la scena della notte di San Lorenzo, quando la gente, invitata ad entrare dai soldati tedeschi e dalle camicie nere cittadine, si andava assiepando sulle panche del duomo.
Parlando sommessamente allo stesso modo, salutandosi, più a gesti che a parole.


Ho condiviso con i presenti quella mia sensazione-emozione, prima di chiamarli in giardino, dove gli attori erano pronti.



E' stata, quell'esperienza, per i più, come un prologo allo spettacolo, facendoli entrare in una condizione esperenziale, che meglio è più a fatto apprezzare loro lo spettacolo messo in scena.


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