giovedì 3 gennaio 2013
la mia foto alla Casa di Riposo
Oggi ho finalmente potuto vedere la mia foto che lo scorso venerdì 21 dicembre è stata affissa nel salone della Casa di Riposo di San Miniato.
Quel giorno avevo avuto modo di seguire l'affissione della foto di Gianni, ma non la mia.
Quel giorno mi ero potuto trattenere solo per il tempo utile a prendere le misure e decidere come montare l'immagine, ma poi gli impegni di lavoro mi hanno portato altrove.
La scelta della foto è stata piuttosto veloce, indicata più dal tema che dalla qualità.
Quando l'amico Delio mi propose di partecipare, con delle immagini, mie o dei ragazzi che seguono le attività del "Bucciano", cominciai a pensare ad un progetto che avesse come fine la creazione di una situazione visiva che legasse l'interno della Casa di Riposo con l'esterno, con la città.
L'obiettivo non doveva essere un'immagine con la quale colpire il visitatore occasionale, che magari potrà ammirarla, per pochi istanti, non più di qualche rara volta, ma quanto più, un'immagine che potesse suggestionare il fruitore quotidiano.
L'ospite fisso della Casa di Riposo, l'anziano che si trova lì, magari con grosse difficoltà di movimento, a trascorrere gli ultimi anni della sua vita.
Anni in cui si trova, gradualmente, a perdere contatto con l'esterno, trascorrendo gran parte del suo tempo proprio in quel salone.
Così ecco l'idea di usare la foto di Gianni, un'immagine panoramica del Prato del Duomo, con la vista della Rocca. Una piazza ingombrata dalle macchine, con nonni e nipoti sulle panchine.
Una piazza viva, comune, consueta, con un cielo velato, e le facciate senza ombre.
Quindi una situazione mossa, condivisibile, partecipabile, e non un'immagine ingessata, senza tempo.
Io, difronte all'angolo del salone, con la parete curva verso una porta d'uscita, ho pensato alle strade del paese. Magari proprio la strada che sta fuori della porta della Casa di Riposo. Quella strada così vicina, ma ormai non solo quasi non più percorribile, ma anche ormai neppure più ammirabile.
Così ho scattato la foto proprio mentre lavoravo al progetto, un tardo mattino di novembre, con la strada lucida di una pioggia recente, il cielo ancora plumbeo, ma che cominciava a far uscire un po' di sole.
Quell'aria e quella luce che c'è prima di pranzo, quando si esce a comperare le ultime cose da cucinare.
Un'atmosfera normale, consueta, familiare.
Scendo nel salone, e vengo colpito dalla realtà dell'immagine.
Tanto che Delio mi mostra due paletti e una catenella bianca e rossa posti davanti alla parete.
—L'abbiamo dovuta mettere perché gli ospiti ci andavano contro, convinti di andare in strada, di uscire.—.
Non poteva funzionare meglio, o forse troppo se ha creato illusioni...
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