Passare qualche ore dalla parrucchiera, è come vivere per qualche ora in una commedia.
Tra fon, specchi e poltrone, mentre si tagliano i capelli, si pettinano, si fanno riccioli e "meches", va in scena una sorta di rappresentazione della vita.
Si chiacchiera e si racconta di storie di vita quotidiana, che si raccolgono sugli stereotipi della provincia italiana, che sembra muoversi all'ombra dell'onnipresente televisione, che, mentre fa passare immagini di musica in ogni lingua, tiene quel microcosmo allacciato al mondo.
Le storie si mischiano tra loro, attraverso gli occhi, i pensieri e i personaggi presenti.
Dove il filo conduttore di ogni racconto si intreccia con le esperienze di ciascuna, miscelando ogni frase condito con l'età di ciascuna.
Agnese oggi è alla sua prima esperienza con la tintura per capelli.
Si cimenta per la prima volta con le emozioni che fino a qualche tempo fa trasferiva sulle sue bambole, costruendo ogni volta personaggi diversi semplicemente facendo cambiar loro aspetto, e ruolo, con un semplice cambio di vestito, di pettinatura o colore dei capelli.
Ci trovo Samuela. Anche lei gioca a creare il suo spettacolo.
Si entra dalla parrucchiera come si è. Con i capelli che hanno incorniciato il volto con il quale si è andati a scuola, a lavoro, in giro.
Ci si siede davanti ad uno specchio e si racconta, si spiega, come vorremmo uscire di lì, come vorremmo risultare cambiati. Lo si racconta alla parrucchiera, come a se stessi, guardandosi già in quello specchio come se vedessimo noi stessi poco prima di uscire. Immaginandoci già il lavoro finito, e si prova a raccontarlo, toccandoci i capelli, piegandoli o nascondendoli con le mani per mostrare la lunghezza del taglio, indicare una foto, o raccontando di qualche altra persona, per spiegarne la pettinatura, o il colore.
Lisa, amica e proprietaria del salone, è li per realizzare, con la sua complice abilità, il suo nuovo personaggio, prima di andare (tornare) in scena.
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