Ed ogni volta che ci passo mi riprometto che devo fermarmi per vedere da vicino quel mondo, scoprire cosa fanno.
Lo scorso primo marzo, di ritorno da Villanova di Mondovì, nel primo pomeriggio, riesco a trovare il tempo.
Esco ad Arenzano, e mi faccio aiutare dal mio web-in-tasca. Al secondo tentativo trovo la stradina, che stretta ed improbabile, si infila tra le case e i piloni dell'autostrada, e si inerpica, come una mulattiera, sulla ripida collina che si alza subito sopra l'Aurelia.
Salgo e scorgo gli orti, c'è anche una serra, e lassù nel mezzo, una casina ben fatta e tenuta.
Tento di avvicinarmi con l'auto, ma scopro che non c'è neppure una vera e propria strada per arrivarci.
Scendo, mi incammino per viottoli e scalinate. Entro tra gli orti terrazzati.
E' un posto stupendo.
Il sole sta scomparendo dietro ad un costone di roccia che allunga sempre più la sua ombra sull'insalata, gli spinaci, la bietola e le carote.
Il tempo che avevo era poco, e la luce scendeva sempre più.
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